You can read the english version hereMIA PHOTO FAIR 2017 - The Mall, Milano, fino al 12 marzo ![]() Ancora oggi e domani si tiene a Milano, nel nuovo spazio espositivo The Mall, in piazza Bo Bardi, a Porta Nuova, il Mia Photo Fair, che segue di poche settimane l’Affordable Art Fair, la mostra dell’arte “abbordabile” tenutasi al Superstudio Più. La formula è simile: ospitalità alle gallerie, o anche a singoli artisti, piccoli spazi di esposizione, possibilità di acquistare le opere, ma nel caso della Mia il focus è ovviamente tutto sulla fotografia. Se siete degli appassionati di foto, l’occasione è ghiotta: ci sono 130 stand, il che vuol dire migliaia di opere esposte e centinaia di autori; gli stand non sono poi organizzati con la logica del bazar, ma hanno una loro coerenza interna, dedicata a uno o a pochi autori, o a tematiche o a Paesi (quest’anno è la volta di Brasile, Asturie, Ungheria). L’impressione è quindi quella di visitare tutte insieme (con un effettivo rischio di saturazione se si vuole vedere tutto) una miriade di piccole mostre, in cui è possibile farsi un’idea delle tendenze della fotografia contemporanea. Se in mostra si possono vedere anche alcuni dei grandi nomi della fotografia italiana e internazionale (per fare solo qualche nome alla rinfusa: Scianna, Salgado, Weston, Basilico, Klein, Berengo Gardin, Secchiaroli, Roiter, Araki, De Biasi, Polillo), molti sono i nomi e gli autori da scoprire, mentre si gira tra gli stand fotografando mentalmente (ma sfoderare lo smartphone e scattare non è proibito) le fotografie esposte e si cerca di capire da che parte tiri il vento della fotografia contemporanea. Operazione molto stimolante, ma difficile comunque trarre delle conclusioni; effettivamente in mostra c’è di tutto, dai ritratti (compresi quelli molto belli dedicati ai grandi del jazz, a Picasso, a Giacometti, a Sade) alle riflessioni sul corpo, la foto di paesaggio e quella architettonica, la foto di studio e di ricerca e così via. Trattandosi di opere che aspirano all’arte piuttosto che alla documentazione, il tratto comune è comunque quello della ricerca, dell’interpretazione della realtà, del tentativo di trovare nuove prospettive, nuovi modi di guardare, nuovi filtri estetici attraverso cui guardare al mondo. Grandi assenti, giustificati, quindi la fotografia di reportage e quella più propriamente naturalistica. E’ anche l’occasione per fare un viaggio attraverso le tecniche fotografiche, sia di ripresa e di manipolazione dell’immagine che di stampa su diversi supporti: si gira quindi tra le molte stampe su plexiglass, tra lightbox e retroilluminazioni, tra stampe lenticolari con un impressionante effetto tridimensionale (Jeffrey Robb) e collage, tra composizioni articolate e immagini fantastiche ottenute attraverso l’elaborazione digitale. E’ impossibile ovviamente, dare conto di tutto (e qualsiasi tentativo di racconto lascia necessariamente fuori molti artisti e opere anche di grande interesse), ma è anche al di sopra delle mie possibilità (mnemoniche prima ancora che di giudizio) fornire una guida ragionata o al meglio. Tento comunque di fornire qualche suggestione. Molto interessante ho trovato gli esperimenti illusionistici di commistione tra fotografia e pittura, come ad esempio nelle immagini di Claudio Gobbi (vincitore della V edizione del premio Bnl Gruppo Bnp Paribas) o dell’ineffabile Liu Bolin, che si fa dipingere il corpo con estrema accuratezza in modo da inserirsi su sfondi anche complessi con uno stupefacente effetto mimetico. Pure stimolanti le riflessioni sulla memoria e sulla sua corruttibilità (temi intrinsecamente connaturati alla teoria e alla pratica fotografica), come nelle deteriorate immagini famigliari di Camilla Biella (14 settembre (la memoria familiare)), o nella memoria che si trasforma in incubo nelle manipolazioni mostruose di Nico Mingozzi (Unbelievable Monsters), o ancora, passando dalle persone alle cose, nella ricerca di relitti navali in giro per il mondo da parte di Stefano Benazzo o negli ambienti dismessi di Marina Paris. Imprevedibili e affascinanti gli effetti delle riprese zenitali (riprese da droni o da elicotteri), come nelle immagini, di Massimo Sestini, di Antoine Rose, o di Kapcer Kowalski, dove, grazie al punto di vista insolito e innaturale, la realtà assume un aspetto da una parte perturbante e dall’altra suggestivo, ridisegnando la nostra percezione attraverso grafismi cui contribuiscono talvolta anche le ombre proiettate sul terreno. Molte ricerche si indirizzano all’astrazione (texture, geometrie architettoniche: v. tra gli altri Xavier Goodman, Carlo D’Orta, Carlo Borlenghi o Malena Mazza); tra i non molti che sembrano intervenire più direttamente in un discorso critico sulla società contemporanea citiamo la serie Il futuro gettato di Andrea Taschin o la Snow storm on the Cayman Islands, che fa scendere una fitta nevicata di dollari su una spiaggia esotica. La natura appare molto spesso filtrata, e appare quasi sempre remota, a volte portata quasi all’invisibilità dall’affiorare del bianco (neve, acqua) che la sommerge, come in Mario Daniele o in Pierre Pellegrini, o dal buio nel quale sprofonda (Piero Roi, Fabio Bucciarelli, le Terre incognite radiografate da Giorgio Majno, i contrasti esasperati di Mimmi Moretti, ecc.). Tra le immagini di sintesi, sorprendenti quelli di Maurizio Sapia, che usa la figura umana moltiplicata per comporre volumi impossibili (sfere, vortici) e formidabili i paesaggi impossibili del belga Eric De Ville. Per concludere saltando qua e là: molto interessanti gli esperimenti con la luce di Vera Rossi, che compone vere e proprie finestre verso illusori esterni, simpatico il portfolio su lettori e lettrici di Claudio Montecucco, divertenti le composizioni di Bernard Pras, che ricostruisce icone pop assemblando oggetti di uso comune, molto belli e intensi i ritratti di Tom Hoops e di Mart Engelen, geniale la riflessione sugli oggetti in rapporto alla prospettiva e alla luce di Mario Cucchi. La foto più bella? Non è nuova: il girotondo dei preti in tonaca nera sulla neve, di Mario Giacomelli (di cui si apre una personale a Legnano il 19 marzo). Ovviamente eventi, libreria, caffetteria, incontri con galleristi, artisti, esperti, ecc. Per informazioni e biglietti (un po’ cari): http://www.miafair.it/milano/.
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AutoreMauro Caron possiede, tra i suoi molti talenti, quello della culturagenerale. Tra gli altri suoi pregi, è superficiale, non sa parlare in pubblico (intendendosi per pubblico assembramenti di persone da una in su) - ecco perché la scelta del blog -, è pigro ed incostante - ecco perché il blog non durerà. Archivi
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