Abbiamo stilato il nostro itinerario tenendo ovviamente conto dei (pochi) giorni a disposizione e prendendo spunto dai tour proposti dai viaggi organizzati. Il percorso segue in linea di massima il tracciato della Statale 1 (la Hringvegur, in prossimità della quale si trovano parecchi punti d'interesse), con alcune deviazioni. Indico qui sotto il programma previsto e tra parentesi quello che abbiamo visto "in più". Giorno 1 Arrivo a REYKJAVIK in serata (Brevissimo giro per R.) Giorno 2 R. - Circuito d'oro: Parco di PINGVELLIR, geyser di GEYSIR, cascata di GULLFOSS – VIK (Cascata di OXARAFOSS, cratere di KERID) Giorno 3 VIK – Parco naturale di Skaftafell: cascata di SVARTIFOSS – laguna glaciale di JOKULSARLON - HOFN (Scogliere di DYRHOLAEY) Giorno 4 HOFN – EGILSSTADIR (SEYDISFIORDUR) Giorno 5 EGILSSTADIR – Cascata di DETTIFOSS – Bagni termali di JARDBODIN e lago MYTVAN – SALTVIK (Cratere di VITI – Zolfatare di HVERIR – Parco lavico di DIMMUBORGIR) Giorno 6 SALTVIK – HUSAVIK – Escursione per il whale watching nello SKJALFANDI – Cascata di GODAFOSS - AKUREYRI Giorno 7 AKUREYRI – Reykjavik (Colonia di foche di Osar – Scogliera di Hvitserkur) Giorno 8 Reykjavik – Partenza nel pomeriggio
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Aeroporto di Keflavik - REYKJAVIKArriviamo all'aeroporto di Keflavik attraversando strati e strati di nuvole grigie. A terra il suolo è umido, il cielo coperto, la luce grigiastra. Usciamo dall'aeroporto dal lato degli arrivi: l'autonoleggio ci aveva scritto che avremmo trovato un pulmino giallo che ci avrebbe portato davanti alla loro agenzia, ma non ce n'è traccia. Facciamo il giro dell'edificio (con la coda dell'occhio vediamo un bizzarro monumento grigio che sembra un uovo da cui fuoriesca una coda di dinosauro) ma anche dal lato partenze non si vede nessun pulmino giallo. In compenso però vediamo l'insegna blu dell'autonoleggio e ci avviamo a piedi attraverso il parcheggio. In agenzia ci consegnano le chiavi di una Kia Picanto e un'utile mappa dell'Islanda, ci ammoniscono dei pericoli degli animali sulle strade e del vento che sbatte le portiere, ci informano dell'unico pedaggio stradale previsto in Islanda (un tunnel in prossimità di Akureyri) e della possibilità di avere uno sconto del 10% nei distributori e nelle stazioni di servizio OB e Olis sia sul carburante che su cibo e bevande. Nel portachiavi c'è un sensore elettronico che permette anche ai distributori automatici di riconoscere il codice sconto. Non si può andare fuoristrada e il limite massimo di velocità è di 90 kmh (che si riduce a 70 in qualche tratto e a 50 nei centri abitati). Prima di partire facciamo qualche foto a piccolissimi segni presenti sulla carrozzeria bianca, per evitare eventuali future contestazioni. Il bagagliaio è piccolo, ma senza cappelliera riusciamo a stiparci dentro i nostri non voluminosi bagagli. Tra Keflaik e Reykjavik ci sono una quarantina di chilometri (calcolate un tre quarti d'ora di macchina per il centro), percorsi in un paesaggio brutto e spoglio, con il mare grigio a volte in vista sulla sinistra e una landa nuda e desolata dall'altra parte. Alloggiamo al Pavi Hostel, che raggiungiamo grazie al navigatore, all'incredibile cifra di 55 euro. In effetti dall'esterno l'edificio è brutto e dà quasi un'impressione di abbandono. In compenso troviamo posto per parcheggiare gratuitamente praticamente davanti all'ingresso. Non c'è reception: dovremmo aver ricevuto via mail un codice che ci permetterebbe di entrare dal portone e raggiungere la nostra stanza, all'interno della quale troveremmo le nostre chiavi. Mentre stiamo facendo mente locale escono due ragazze e ne approfittiamo. La stanza al primo piano è semplice ma funzionale al nostro pernottamento “di servizio” per una sola notte. I bagni in comune sono pulitissimi (lo saranno in qualsiasi sistemazione utilizzeremo, così come anche negli altri luoghi pubblici dove ne avremo bisogno) e c'è anche una piccola cucina dove prepararsi e consumare la colazione. In stanza ci hanno lasciato anche una piantina della città. Siamo un po' avviliti dal fatto che i nostri telefoni sembrano non più funzionare: dal mio ho fatto una telefonata da Keflavik dopo l'atterraggio, ma adesso risponde invece una voce registrata che in islandese ci comunica non sappiamo bene cosa; lo stesso quello di Alessandra che in più non riesce neppure a navigare (io per il momento sì). Usciamo comunque a fare quattro passi, anche per vedere se all'esterno la connessione si risveglia. Non è così; scopriamo però che, dopo un paio di svolte in un isolato che sembra periferico, inizia una zona della città che sembra più promettente. Rinviamo la visita e ci dirigiamo dalla parte opposta per un paio di isolati, fino ad un bel murale sulla facciata di una casa ad un paio di piani che rappresenta una scena sottomarina con i toni del blu e del verde. Torniamo in camera, ci rassegniamo ad una luce che non scomparirà mai durante tutta la notte (il sole in questo periodo tramonta verso le 23.30 e risorge quattro ore dopo) e che non può essere adeguatamente schermata dalla semplice tenda alla finestra. Comunque si dorme. REYKJAVIK |
AutoreIl diario di viaggio di Mauro e Alessandra: un runtur di otto giorni intorno all'isola, nel luglio 2021. Troppo pochi? Forse, ma abbastanza per farsi un'idea del fascino e dei motivi di interesse del Paese. Categorie
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