LA SIRENETTA di Giulia Viana e Giacomo Ferraù; regia di Giacomo Ferraù; compagnia Eco di fondo![]() Il Teatro Elfo-Puccini dal 6 all'11 febbraio dedica l'onore di una personale (un trittico di spettacoli tratti da fiabe e miti) alla giovane compagnia emergente milanese Eco di fondo. La sirenetta (gli altri titoli sono Orfeo e Euridice, diretto da César Brie, dall'8 al 10 febbraio, e O.Z. storia di un'emigrazione, il 10 e l'11) è ovviamente ispirata alla celebre fiaba di Andersen. Nello spettacolo scritto da Giulia Viana e da Giacomo Ferraù (anche alla regia) la condizione dell'essere metà pesce e metà umano, diviene metafora di un'identità sessuale composita e ambigua, non data per scontata a priori ma da definire attraverso un percorso di ricerca del sé che può essere dolorosa fino all'autoannullamento. Lo spettacolo si iscrive in effetti dentro la cornice di lettere ai propri genitori di figli suicidi, incapaci di sopportare un percorso difficile di autoriconoscimento e di esposizione al mondo esterno della propria identità sessuale. La metafora in realtà nello spettacolo segue due linee differenti facendo a capo a due toni teatrali differenti e che rimangono distinti: il primo è appunto quello lirico, riservato alla vicenda del ragazzo “con la coda”, ambientato in un contesto contrassegnato continuamente dall'elemento liquido; grottesco e umoristico il secondo, che vede protagonisti i giocattoli del ragazzo e in cui Ken scopre la propria diversità grazie al sentimento provato per un orsacchiotto, suscitando la disapprovazione di una grottesca Barbie dalle molte personalità (tutte comunque maschili e autoritarie). Molto belle le trovate sceniche, soprattutto quelle che evocano la presenza dell'elemento acquatico sulla scena, attraverso il semplice ma suggestivo uso di teli di cellophane (di volta in volta utero, schermo, mare) e delle luci (se ci si “immerge” con lo sguardo è facile illudersi di essere davanti ad un acquario o a una scena sottomarina). Efficace anche l'uso delle ombre cinesi o dei corpi degli attori (come nella scena del corpo accarezzato contemporaneamente da mani maschili e femminili che escono dal nulla, o dal corpo stesso). Un po' didascalico e recitato stranamente senza la prevedibile partecipazione e profondità emotiva il testo declamato “fuori campo”. Oltre ai due autori, in scena ci sono Riccardo Buffonini e Libero Stelluti e Giulia Viana, mentre Arturo Cirillo presta la voce alla strega del mare. Luci di Giuliano Almerighi.
0 Commenti
|
AutoreMauro Caron possiede, tra i suoi molti talenti, quello della culturagenerale. Tra gli altri suoi pregi, è superficiale, non sa parlare in pubblico (intendendosi per pubblico assembramenti di persone da una in su) - ecco perché la scelta del blog -, è pigro ed incostante - ecco perché il blog non durerà. Archivi
Dicembre 2019
Categorie
Tutto
|