Fino a non molti anni fa pochi avrebbero pensato a Belfast o Londonderry (gli irlandesi preferiscono Derry) come mete di un viaggio turistico o di piacere. Le due città, insieme a centri minori come Omagh, sono state per almeno due decenni (il periodo dei cosiddetti troubles) al centro di una guerra fratricida, nel cuore della civile Europa, che ha prodotto migliaia di vittime, divisioni laceranti e tensioni insostenibili. Oggi le città (e tutto l’Ulster), dopo due decenni di pacificazione, sono luoghi accoglienti, piacevoli, dove notevoli investimenti pubblici e privati hanno cambiato l’aspetto urbano con nuove realizzazioni residenziali, commerciali e culturali, pur senza cancellare i loro tratti caratteristici e le tracce della tragica storia trascorsa, come i numerosi murales lealisti e unionisti che colorano i muri delle due città, oggi meta di curiosità turistica anche se ancora pregni di memorie drammatiche. Se avete visitato questi luoghi nell’epoca buia dei troubles, potreste quindi stentare a riconoscerli, tra nuovi musei e centri culturali, ponti dalla linea avveniristica, restyling delle zone fluviali, apertura di nuovi locali. In attesa della Brexit, che rischia di separare “in casa”, e cioè nella stessa isola, ulteriormente e di nuovo l’Irlanda del Nord, facente parte del Regno Unito, dalla Repubblica indipendente d’Irlanda (il confine irlandese è uno dei punti più caldi delle trattative in corso tra UK e UE), forse è questo il momento giusto per visitare la parte settentrionale dell’Irlanda: Time is now!