leggi il diario di viaggio INFO POINT Ci sono voli diretti dall’Italia: noi abbiamo viaggiato con Ryanair da Bergamo Orio al Serio a Belfast (sui 200 euro a testa). I confini oggi sono inesistenti e si passa da una nazione all’altra senza alcuna formalità, senza accorgersene e senza notare grandi differenze (se non i colori delle bandiere, il passaggio dalla sterlina all’euro o viceversa, o le miglia che si traducono in chilometri o i chilometri che si tramutano in miglia sui cartelli stradali e nelle indicazioni di Maps). Non ci sono problemi a cambiare nazione anche se viaggiate con auto a noleggio, ma meglio dichiararlo al momento del ritiro per la copertura assicurativa. Le prese di corrente sono differenti dalle nostre: munitevi quindi (o compratelo sul posto) di un adattatore; è molto utile, visto che ormai la nostra dipendenza da device elettrici che necessitano di essere continuamente ricaricati, portare con sé una presa multipla, in modo da poter ricaricare più apparecchi contemporaneamente. Nell’Irlanda del Nord si usano le sterline inglesi, nell’Eire l’euro. Il modo più comodo per pagare è ovviamente la carta di credito, accettata pressoché ovunque per pagamenti anche di minima entità. Tenetevi comunque almeno un po’ di monete per parcheggi, distributori automatici e simili. Se dovete cambiare, evitate di farlo in aeroporto (noi l’anno scorso abbiamo preso una significativa fregatura in quello di Bristol), ma fatelo in banca o meglio usate un qualsiasi sportello Atm per i prelievi. In base alle nuove norme, in tutta l’Irlanda potete telefonare con i cellulari alle stesse tariffe del vostro piano, come foste in Italia.
Abbiamo dormito in appartamenti privati, bed & breakfast, guest house, prenotati con Booking, con Tripadvisor, o direttamente. Appartamenti a Belfast e Enniskillen molto belli, ben arredati ed equipaggiati, panoramici. Nessuno ad accoglierci e una sorta di caccia al tesoro per poter accedere. Tutte buone anche le altre sistemazioni. Se a volte ad essere deludente era la vista, le camere erano tutte pulite, molto spaziose, arredate con gusto, fornite di numerose facilities (in genere ci sono in camera il bollitore per l’acqua, tè e caffè, biscotti, ecc.; non manca mai l’asciugacapelli e i prodotti per il bagno). I letti sono sempre forniti di piumone: bene, vista che non fa caldo, ma a volte è un po’ eccessivo. Riscaldamento a volte sì a volte no, comunque non indispensabile in questa stagione. La colazione classica offre quanto occorre per una colazione fredda: toast, burro, marmellata (jam e marmalade), miele, cereali, latte, succhi di frutta (mai buoni), frutta fresca, a volte inaspettatamente in varietà sorprendente, e a volte sciroppata, ecc. Inoltre vengono offerte bevande calde come tè e caffè; ma il punto forte è un piatto caldo che di norma comprende bacon, salsicce, uovo fritto o strapazzato, pomodoro, funghi e a volte pudding. In genere vi viene chiesto se volete la colazione completa, o vi viene sottoposto un menù con varie alternative; se prendete tutto, si tratta evidentemente di un pasto completo e nutriente, che fa sì che a mezzogiorno si possa anche saltare il pasto, o limitarsi a una merenda leggera.
Noi ci siamo spostati con un’auto a noleggio (Budget). Prezzo di partenza molto basso (poco più di 100 euro in partenza per una comoda berlina per quattro persone, per otto giorni), ma più che raddoppiato acquistando un’estensione dell’assicurazione che elimina la franchigia di 1000 sterline sui danni provocati. A noi è servita: tenete conto che si guida sulla sinistra, il volante è a destra, le marce si cambiano con la mano sinistra, le rotonde si prendono al contrario, le città sono piuttosto trafficate, le strade di campagna possono essere strette, sulla strada possono transitare animali, ecc. Abbiamo scoperto con sorpresa che è utile contrattare sul prezzo dell’assicurazione, che è calato dopo un nostro primo rifiuto. Nel prenotare le sistemazioni, soprattutto in città, ci siamo sempre accertati in anticipo che ci fosse anche modo di posteggiare gratuitamente l’auto. Tra le località maggiori o più rinomate ovviamente ci si può spostare con i mezzi pubblici, anche se in modo più laborioso. Scegliete anche in base al tempo che avete, alla stagione (in qualsiasi mese dell’anno comunque è facilissimo trovarsi sotto la pioggia), tenendo anche conto che in bassa stagione la frequenza dei mezzi può diminuire e i traghetti potrebbero essere sospesi, alle località che volete visitare, al ritmo che volete imprimere al vostro viaggio e al numero di fermate anche occasionali che potreste fare.
COSA VISITARE
L’Irlanda del Nord è ricca di monumenti preistorici (circoli di pietre, dolmen e menhir). Non pensate a qualcosa di appariscente come Stonehenge: spesso vale più il panorama circostante che la presenza di qualche masso. Sculture precristiane si possono vedere nei loro luoghi d’origine (all’aria aperta) sulle isolette del Lough Erne, nella regione del Fermanagh (Boa Island, raggiungibile in auto, o White Island), dove si trovano anche costruzioni e rovine monastiche del sesto secolo (Devenish Island). Enniskillen è un buona base per esplorare questa regione lacustre, ma in bassa stagione raggiungere le isole senza un’imbarcazione propria può essere un problema. La costruzione antica più imponente è probabilmente il Grianàn Ailigh, una fortezza circolare in pietra dell'età antica, ma ricostruita in gran parte nell’800, che si trova non lontano da Derry. I castelli abbondano, ma fate attenzione: non sempre corrispondono al nostro immaginario. Alcuni sono dei semplici ruderi, magari ricoperti dalle erbacce, altri delle case appena rinforzate, altri ancora delle dimore signorili ben poco militaresche. Quando ne vedete di segnalati sulla cartina o dalle indicazioni stradali, cercate di farvi un’idea prima di fare della strada inutile. Noi ve ne segnaliamo alcuni incontrati sul nostro percorso. Anche molti siti monastici sono ridotti a rovine, in paesaggi più o meno suggestivi. Un’altra emergenza architettonica che non è difficile sono le croci celtiche, risalenti ai secoli intorno al Mille, a volte anche di grandi dimensioni (sei metri d’altezza), sulle quali erano scolpite scene bibliche. Quelle rimaste nei luoghi d’origine spesso sono erose dalle intemperie.
Le chiese sono frequentemente in stile neogotico, in arenaria grigia, con campanili magari tozzi ma dai tetti aguzzi, spesso collocate in posizioni scenografiche, in mezzo a campagne verdeggianti o sulle rive dei laghi. Raramente le chiese custodiscono opere di pregio artistico (quelle protestanti sono ovviamente più spoglie), alcune hanno belle vetrate istoriate. I cimiteri che vi sorgono accanto sono invece in genere luoghi suggestivi, con lapidi vecchie anche di secoli, con il muschio che si insinua tra le lettere scolpite, e irti di croci celtiche in mezzo ai tappeti erbosi. Anche l’architettura civile si ispira talvolta al neogotico o a un medioevo reinventato (la Guildhall di Derry, il castello di Belfast), ma più frequentemente sono nello stile georgiano, un neoclassico razionalista di moda tra ‘700-800, che oggi ci appare poco romantico e appariscente. Derry vanta una cerchia di mura medioevali molto ben conservate e interamente percorribili a piedi. Tra le costruzioni moderne più interessanti si può citare il Peace Bridge di Derry, mentre a Belfast è in via di sviluppo tutto un nuovo quartiere sulla sponda orientale del Lagan, tra la città e il porto, intitolato al Titanic che qui fu costruito.
I PAESAGGI: BELLEZZE FUORI DAL COMUNE
La parte settentrionale dell’Irlanda offre molti bei panorami; come quelli del resto dell’Irlanda, ma con qualche chicca. Le strade panoramiche abbondano: molte corrono lungo la costa e bordeggiano le tante penisole, in vista del mare (Causeway Coastal Road, Wild Atlantic Way, Mourne Mountain Route), molte altre attraversano le verdi campagne, alcune tagliano le alture brulle dell’interno (i rilievi più alti sono intorno agli 800 metri). Abbondano anche, senza false modestie, le aree classificate AONB, ovvero Area of Outstandig Natural Beauty, cioè aree di eccezionale bellezza naturale. Sia le Aonb che le scenic route sono puntualmente segnalate dai cartelli stradali marroni, e spesso vale la pena di fare qualche chilometro in più per godere di bei panorami. In primavera, durante il nostro viaggio, moltissimi paesaggi, anche quelli che altrimenti sarebbero apparsi più spogli, erano vivacizzati dalle vivide macchie delle ginestre, grandi e folti cespugli selvatici di fiori dal colore giallo caldo e intenso. In estate probabilmente la brughiera e i rilievi si ammantano del violetto dell’erica: uno spettacolo che avevamo visto l’anno scorso durante il nostro giro in Cornovaglia. Molti punti della costa presentano scogliere spettacolari: tra le altre ci sono le più alte d’Europa (almeno tra quelle accessibili), scogliere bianche e il famoso Giant’s Causeway, la cui bellezza e singolarità è tutelata dall’Unesco. Tipicamente irlandesi sono i prati verdeggianti, ameni e bucolici, di solito punteggiati dalle macchie bianche delle pecore, piatti o lievemente ondulati, che poi arrivati al bordo precipitano a picco verso il mare con drammatiche scogliere pressoché verticali.
Molte anche, e belle, le spiagge sabbiose: si va da quelle sconfinate (ma la dimensione può cambiare a secondo delle maree) a quelle più raccolte, nelle piccole insenature spesso delimitate dagli scogli. Frequenti sono i fiordi (chiamati lough, come anche i laghi d’acqua dolce), dove il mare si incunea profondamente verso l’interno. Qui l’azione delle maree è ancora più determinante nel definire il paesaggio secondo l’ora del giorno: lo stesso luogo può apparire in un momento quasi mediterraneo, ricoperto dalle acque, come un lago o una profonda insenatura; in un altro invece assume un aspetto tetramente, ma fascinosamente, nordico, mentre mostra le distese del fondo melmoso e pietroso dopo che il mare si è ritirato. All’interno il paesaggio è bucolico, con campagne verdissime, ma fortemente antropizzato; la presenza umana (e ovina, vista l’onnipresenza di pecore, montoni e agnellini) si dirada un poco solo salendo sui rilievi. Diffusa poi nell’interno è la presenza dei laghi, a volte immobili come specchi, le cui acque riflettono suggestivamente le ondulazioni circostanti e soprattutto le onnipresenti nuvole del cielo d’Irlanda.
A PROPOSITO DI CIELI: IL CLIMA E STAGIONALITA’
Nella nostra settimana irlandese abbiamo goduto, per così dire, di un clima tipicamente irlandese. Cioè succedeva di tutto. A parte un giorno bello (con sole e cielo sereno) e uno brutto (con nuvole e pioggia costante), negli altri giorni il tempo cambiava continuamente, alternando (o mescolando in contemporanea) sole, vento, pioggia, grandine, nebbia, arcobaleni e così via, in cicli di cambiamenti continui. Malgrado aprile sia secondo le guide uno dei mesi meno piovosi, più o meno ha piovuto tutti i giorni. Meglio prenderla all’irlandese, e cioè lasciar perdere l’ombrello (quando c’è vento è inutile) e armarsi di giacche impermeabili, cappello o cappuccio, scarpe resistenti all’acqua e molta pazienza, perché tanto, in genere, sta per smettere e per tornare il sereno. Spaziando sul paesaggio con lo sguardo, sembra che ci sia sempre un posto dove sta piovendo, ha appena piovuto, o sta per piovere. La presenza delle nuvole, bianche e spumose, o nere e gonfie di pioggia, spesso riflesse dall’acqua o incombenti sul paesaggio, sono comunque uno spettacolo. Girando nel calduccio dell’auto, con fuori il sole, la vista sul mare e sulle spiagge, è facile farsi ingannare, ma le temperature sono state sempre abbastanza fresche: di giorno anche con il sole si stava tra i 10 e 15 gradi, la notte si abbassava e di mattina la temperatura era di poco superiore allo 0. Vestiti adeguatamente, tutto sopportabile. Non tutti i posti dove abbiamo alloggiato avevano i riscaldamenti accesi, ma i letti erano sempre attrezzati con caldissimi piumoni. Noi giriamo ben coperti; Mirko, pure amante della montagna, si rallegra di aver portato i vestiti di ricambio per poterli indossare tutti insieme, e fino all’ultimo giorno si stupirà costantemente del rapporto col clima degli e delle irlandesi: mentre noi siamo ben imbacuccati, loro girano in sandali senza calze, con vestitini, pantaloncini corti, camiciole e magliette. Nel periodo tra il 25 aprile e il 1° maggio, in cui abbiamo viaggiato è, evidentemente, bassa stagione turistica. Anche le località che sulle guide vengono descritte come vivaci e animate risultano poco frequentate, torpide e ancora letargiche. Incrociamo turisti in numero significativo solo al Giant’s Causeway e in ben pochi altri posti. Povera, rispetto alle aspettative, anche l’offerta di musica dal vivo. Solo a Killybegs ci sono alcuni locali con musica live; ma a maggio inizia la stagione dei festival, parecchi dei quali dedicati alla musica tradizionale; a Derry ne sfioriamo uno dedicato al jazz e alle big band, che si svolge in oltre cinquanta location sparse per la città per un totale di oltre trecento concerti, tra i quali quello di uno dei nordirlandesi più famosi, Van Morrison)...