MAN vs BEE serie in nove puntate, regia di David KerrCon 14 episodi televisivi da 25 minuti l’uno, prodotti tra il 1990 e il 1995, Rowan Atkinson ha inserito il personaggio di Mr. Bean tra le grandi maschere comiche di tutti i tempi, grazie ad una comicità slapstick e all’assenza di parlato che rendevano le sue avventure immediatamente comprensibili in tutto il mondo. Gli siamo grati per le risate che ci ha fatto fare, e per averci fatto sentire migliori, meno soli, meno meschini, meno mediocri, meno velleitari, meno competitivi, meno dispettosi, più intelligenti, più generosi, più smaliziati, più sociali rispetto al suo omino in giacca di tweed e pantaloni troppo corti; che pure, se ci ha fatto ridere tanto, ci deve assomigliare un po’, in qualche angolo inconfessato di noi stessi. Io ad esempio non posso non rivedermi in Mr Bean quando scalpito contrariato e impaziente dietro qualche anziano con problemi di deambulazione che mi rallenta il passo e mi ostruisce la via. Ora Atkinson torna (su Netflix) con una serie tv in 9 episodi di durata tra gli 11 e i 19 minuti, Man vs Bee (e si sarebbe potuto intitolare Mr Been), dove interpreta un uomo attempato ma sempre pasticcione, Trevor Bingley (e si sarebbe potuto scrivere Bean-gley) assunto come custode in un elegante villa ultratecnologica, piena di oggetti preziosi e di opere d’arte, affidata alle sue cure (si fa per dire) mentre la ricca e giovane sofisticata coppia di proprietari è in vacanza. Con quali risultati, non si fa neanche in tempo a chiederselo, perché già nel prologo anticipatore Trevor è sotto processo per 14 capi d’imputazione legati alla distruzione delle proprietà affidategli. Potrebbe essere Trevor un Mr Bean invecchiato? Sì, potrebbe (e il gioco che ho fatto sopra sui nomi e sui titoli già lo fa intuire). Ora però è sposato, con una moglie che naturalmente ha scarsa considerazione di lui e lo ritiene un marito e un padre inaffidabile, ha una figlia adolescente (con la quale ha invece un tenero rapporto), comunica anche con le parole, ha un fisico sempre mobile ma un po’ invecchiato, e ha sempre la sua ingegnosa e involuta goffaggine e la stessa compresa cocciutaggine. D’altra parte Atkinson aveva lasciato il personaggio di Mr Bean rendendosi conto che “l’infantilismo di un cinquantenne diventa un po’ triste”, e in effetti ritrovarlo visibilmente 67enne arrabattarsi per eliminare un ape molesta per nove episodi è un po’ il primo degli handicap contro cui la serie (scritta con Will Davies e diretta da David Kerr) deve combattere. L’impianto di Man vs Bee ricorda la comicità astratta e stilizzata di Buster Keaton e di Jacques Tati (anch’egli alle prese con una villa ultramoderna in Mon oncle) e di conseguenza la trama della serie è ridotta ai minimi termini: Trevor vuole prima scacciare e poi eliminare un’ape che disturba l’asettica perfezione della casa a lui affidata. Con una trama così striminzita e ripetitiva, è allora un errore capitale il prologo, che già nei primissimi minuti del primo episodio mostra (non racconta ma mostra, dove le sole parole del giudice che legge i capi d’imputazione sarebbero bastate a destare la curiosità) l’escalation di distruzione che l’inetto Trevor infligge alla casa e ai beni: sappiamo già così - anzi abbiamo già visto - quanto succederà nelle successive puntate: il danneggiamento del Mondrian causa rinculo del martello, la guida scriteriata dell’esemplare unico e insostituibile dell’automobile, l’incendio appiccato alla casa col lanciafiamme. E’ insomma l’effetto dei trailer che ci mostrano le scene più divertenti del film che andremo a vedere, così che poi al cinema avremo l’impressione di dover assistere alle scene di raccordo tra i momenti comici che abbiamo già visto. Non che le trovate comiche, distribuite nell’arco degli episodi, manchino completamente, dallo stratagemma per ricordare i codici dell’allarme alle telefonate afflitte dalla mancanza di connessione; ci sono gli ingegnosi e sempre più catastrofici stratagemmi per eliminare l’ospite indesiderata; ci sono poi i tormentoni, come quella del poliziotto che si presenta alla porta, e le variazioni di trama, come quando dei ladri si introducono nottetempo nella villa; c’è insomma di che passare qualche quarto d’ora con il sorriso sulle labbra, ma sarebbe stato più saggio amministrare più oculatamente le sorprese di una storia già in partenza prevedibile. Alla fine una giravolta che ribalta la situazione c’è; prima di ricominciare, prevedibilmente, da capo. E magari, da una nuova serie. A meno, che, invece, non preferiate tornare al vecchio caro Mr Bean.
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AutoreMauro Caron possiede, tra i suoi molti talenti, quello della culturagenerale. Tra gli altri suoi pregi, è superficiale, non sa parlare in pubblico (intendendosi per pubblico assembramenti di persone da una in su) - ecco perché la scelta del blog -, è pigro ed incostante - ecco perché il blog non durerà. Archivi
Aprile 2024
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