Fino all'8 gennaio è visitabile presso la Triennale di Milano la mostra “ANTONIO SANT'ELIA (1888-1916) – Il futuro delle citta'”. Sant'Elia vive 28 anni. Da bambino, vive nell'800. Dal 1914, lo stesso anno in cui pubblica il Manifesto dell'architettura futurista, disegna la città del futuro. Due anni dopo, da bravo futurista, va in guerra volontario e si fa uccidere con un colpo di mitragliatrice in fronte sulle montagne di Monfalcone. La mostra dedicatagli dalla Triennale è divisa in tre sezioni: una che ripercorre la vita di Sant'Elia, inquadrando la sua breve esistenza nel contesto storico-artistico; una che espone i disegni di Sant'Elia per la Città Nuova; e una che esplora le influenze di Sant'Elia sull'architettura e sulle arti. Partendo da quest'ultimo aspetto, tanto per intenderci, vengono esposte foto, disegni e progetti non solo dei suoi contemporanei, ma anche delle postavanguardie degli anni '60 del '900 e delle realizzazioni architettoniche più ardite del 21° secolo (fino a Reanzo Piano o a Liberskind; si tocca anche il cinema, passando sopra i grattacieli di Blade Runner, ma si trascura il fumetto – si pensi all'Alex Raymond di Flash Gordon, o al Moebius di The Long Tomorrow, solo per fare un paio di esempi). Perché Sant'Elia sembra essere da una parte allineato con la nascita coeva delle grandi metropoli americane, dall'altra precursore di idee, stili e soluzioni che sono attuali ancora o soprattutto oggi. Sant'Elia è uno che negli anni '10 del '900 disegnava gigantesche centrali per alimentare un futuro che sarebbe stato eminentemente elettrico (nel 1883 a Milano si costruiva la prima centrale elettrica europea, praticamente alle spalle dell'attuale Rinascente a due passi dall'abside del Duomo); che immaginava grattacieli dotati di ascensori esterni; che stratificava le sue città immaginate su differenti livelli dedicati rispettivamente al trasporto ferroviario, a quello automobilistico e al passaggio pedonale; che interconnetteva i palazzi con sinapsi fatte di ponti, gallerie, passerelle, tunnel; che prefigurava la necessità di integrare il trasporto ferroviario con quello aereo, in stazioni di interconnessione dove i livelli sono quelli dei binari ferroviari e delle piste aeroportuali, in un momento in cui gli aeromobili erano a metà tra gli arditi trabiccoli volanti dei pionieri e il triplano del Barone rosso. Ma insieme a una visionarietà che si avvicina alla preveggenza, a stupire ancora una volta nell'opera di Sant'Elia è la qualità artistica dei suoi disegni. Mescolando elementi del razionalismo che verrà e dell'art noveau, Sant'Elia mescola in modo magistrale la probità imperturbabile delle linee rette e le curve e le ellissi che conservano memoria dell'organico, nella figurazione di edifici monumentali e nello stesso tempo armoniosi, in un barocco della modernità dove gli elementi si aggregano affastellando implacabili geometrie e eleganti morbidezze. Stagliati imperiosamente su cieli di rossa o verde alienità, gli edifici di Sant'Elia sono proiezioni di un futuro che sembra alle porte, ma nello stesso tempo stupiscono come templi antichi appena emersi, come nuovi, dai viluppi di una vegetazione che si è ritirata oltre i margini del foglio da disegno; templi dedicati a culti ormai incomprensibili o ancora tutti da decifrare, pitturati come in effetti erano gli edifici dell'antichità. In questa sacralità del moderno futuro, da cui si rimane meravigliati e come sgomentati, l'uomo sembra non trovare posto. Nella raffigurazione di questi edifici dotati di una loro terribile maestosità, la figura umana è quasi del tutto assente, o quando c'è, è un segno stilizzato che di antropomorfo non conserva granché. Centrali elettriche, stazioni, case appaiono gigantesche macchine celibi ed autosufficienti, postumane, o incuranti dell'umano come di un residuo premoderno e inessenziale. E' infine un'opera quella di Sant'Elia godibile finanche nella sua materialità: non quella degli edifici realizzati (per contare i suoi progetti diventati realtà le dita di una mano sono troppe), bensì quella del disegno: dalla grana delle matite, al segno delle chine, alle stesure dei pastelli, su carte a volte spesse come carta di pacchi, brunite, a volte pastose, in alcuni punti a volte quasi oleose, segnate dall'uso e dalle stropicciature. E' forse questa materialità residuale che ci rassicura: dietro le visioni della città del futuro c'è ancora un occhio umano, una mano umana che ciancica la carta e la riempie di linee astratte e bellissime. Sempre alla Triennale ho visitato una seconda mostra di architettura: EMPATIA CREATIVA. Milano metropolitana: cinque cantieri di Mario Cucinella Architects, curioso di vedere in particolare il progetto della Città della Salute e della ricerca a Sesto San Giovanni, la città dove abito da sempre. In un alternarsi di edifici e di giardini, enfaticamente intitolati ad organi del corpo cui corrispondono funzioni dello spirito, il grande polo per l'innovazione medico-scientifica dovrebbe nascere dall'unione di Istituto dei tumori e neurologico Besta sulle grandi aree Falck dismesse, in base ad un'intuizione iniziale di Renzo Piano. Bello l'allestimento della sala, con al centro un boschetto di betulle. Oltre ai plastici, è possibile vedere, attraverso gli occhialoni che pendono dal soffitto, alcuni progetti in realtà virtuale immersiva. Ci si aggira per un nuovo museo dell'arte etrusca che dovrebbe essere realizzato in corso Venezia a Milano, tra ambienti che sembrano stilizzati ipogei litici; o ci si ritrova prima a metà altezza nel bussolotto di vetro della torre UnipolSai di Porta Nuova, tra la fuga verso l'alto della cupola oblunga o la vertigine dei piani sottostanti, poi all'esterno ad alzare gli occhi verso la sagoma che si staglia alta verso il cielo di Milano, così bello quando è (virtualmente) bello...
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AutoreMauro Caron possiede, tra i suoi molti talenti, quello della culturagenerale. Tra gli altri suoi pregi, è superficiale, non sa parlare in pubblico (intendendosi per pubblico assembramenti di persone da una in su) - ecco perché la scelta del blog -, è pigro ed incostante - ecco perché il blog non durerà. Archivi
Febbraio 2024
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