La Compagnia del Sole è in scena fino a domenica 27 novembre al Teatro Verdi di Milano, gestito dal Teatro del Buratto, con 2MA NON2, tratto da O di uno o di nessuno di Luigi Pirandello (strana la scelta di cambiare il celebre titolo, assumendone più decisamente più criptico). Marinella Anaclerio prende la novella e la commedia di Pirandello e ne fa un ibrido teatrale, alternando alle parti recitate altre didascaliche e narrative - utilizzando le parole della novella -, sfrondando la storia dai personaggi minori e chiamando in causa lo stesso autore, che, pirandellianamente, sale più volte sul palco a presentare e commentare la propria opera. Un ibrido efficace, che riassume in uno spettacolo di poco più di un’ora l’intera vicenda, che ancora una volta mette in luce la straordinaria modernità – e lo sconvolgente anacronismo rispetto alla sua epoca – di Pirandello. La vicenda è quella di due giovani impiegati che per non assoggettarsi agli obblighi e ai carichi di un vero e proprio matrimonio mantengono e condividono la stessa amante, pianificando razionalmente un modello antifamigliare che soddisfi i loro bisogni emotivi e biologici. Tutto funziona nel migliore dei modi per tutti e tre, finché la ragazza, Melina, rimane incinta, non sa di quale dei due uomini. A quel punto tutto si incrina, il rapporto amicale tra i due, il rapporto amoroso dei due con la ragazza. Nessuno dei due maschi si sente né di condividere né di assumere in pieno una paternità incerta e indecidibile. Si pensa ovviamente anche di sbarazzarsi del bambino, in qualsiasi modo; ma i due non hanno fatto i conti con Melina, che, se anche i due decidessero di tirarsi indietro, vorrà avere il figlio, a costo di farsene carico da sola. Non dico come fa a finire, ma prima della soluzione si attraverseranno il dramma, la commedia, la farsa, la tragedia, e si avrà occasione di riflettere sui temi della paternità e della maternità, dell’amicizia e dell’amore, delle forme delle relazioni e della loro immagine sociale, dei ruoli di genere maschili e femminili. Vedere nel 1929, settimo anno dell’era fascista, pregna degli umori e dei disvalori che ben sappiamo, un disinvolto e inizialmente pienamente soddisfacente ménage à trois (fate conto, tanto per prendere le misure, che il proverbiale Jules e Jim è stato pubblicato nel '53 e il film che ne ha tratto Tuffaut è del '62) e un’eroina protofemminista come Melina, capace e forte abbastanza da decidere della propria vita, dev’essere stato sicuramente una scossa per il pubblico dell’epoca, ma può essere salutare ancora oggi. Lo spettacolo è consigliabile: agile, leggero nelle scenografie e nei toni, affidato ad un bravo quartetto di attori; Antonella Carone è Melina (e poi il piccolo Ninì), mentre Simone Castano e Tony Marzolla risultano efficaci nel rendere fisicamente, plasticamente e psicologicamente le diversità complementari dei due padri putativi, e infine Dino Parrotta si prende il ruolo dell’autore-anfitrione e di qualche personaggio secondario, tra cui il libertino Merletti cui è affidato lo sguardo beffardo che all’inizio coglie il lato comico e grottesco della vicenda. P.S.: a proposito di maternità, ruoli sessuali e relazioni anticonvenzionali, proprio la sera prima aver visto lo spettacolo mi è capitato di vedere in tv Two Mothers, un film di Anne Fontaine tratto da Le nonne di Doris Lessing. Il film si svolge ai giorni nostri, e mostra un inedito sguardo sull’emancipazione femminile e sui rapporti tra uomini e donne, mettendo in scena un ménage à quatre in cui due madri ancora giovanili ed avvenenti avviano appaganti relazioni erotiche ciascuna con il figlio dell’altra, dando luogo ad una strana famiglia edipica incrociata. Progetto interessante, realizzazione che sembra rimanere (volontariamente) in superficie: quella delle onde su cui i ragazzi fanno surf, o quella della pelle levigata e tornita del quartetto di protagonisti (le mamme sono Robin Wright e Naomi Watts, anche produttrice).
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AutoreMauro Caron possiede, tra i suoi molti talenti, quello della culturagenerale. Tra gli altri suoi pregi, è superficiale, non sa parlare in pubblico (intendendosi per pubblico assembramenti di persone da una in su) - ecco perché la scelta del blog -, è pigro ed incostante - ecco perché il blog non durerà. Archivi
Febbraio 2024
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