All’interno di un ideale triangolo che ha per vertici Bath a nord, Exeter a ovest e Salisbury a est visitiamo diverse belle città medievali. Le cattedrali gotiche di Bath, Wells, Exeter e Salisbury (le ultime tre esaltate dai rispettivi close, grandi spazi erbosi che circondano le chiese) sono una più splendida dell’altra, difficile fare una classifica. Non le abbiamo visitate tutte all’interno (l’ingresso è a pagamento, ma in quello di Exeter non so perché abbiamo pagato in 2 il prezzo di 1 e a Salisbury si può entrare gratuitamente nel chiostro e nella sala capitolare, entrambi belli).
In molte località comunque si trovano anche molte chiese minori altrettanto antiche e suggestive, oltre a edifici medioevali, porte antiche, case a graticcio, ecc. Celeberrimi i bagni romani di Bath, inglobati in edifici settecenteschi, a fianco della cattedrale. Molto suggestive anche le romantiche rovine dell’abbazia di Glanstonbury e del castello di Tintagel, in scenograficissima posizione a picco sul mare. Nella zona a sud di Bristol si trova l'affascinante Stonehenge e numerosi altri siti paleolitici, mentre la Jurassic Coast, a ovest di Bournemouth, è, come dice il nome, ricca di fossili (al museo di Bristol abbiamo visto lo scheletro fossile di un ittiosauro incinta.
Sono regioni ricchissime anche di castelli e di dimore storiche sparse nella campagne, spesso invisibili perché lontane dalla strada o recintate. Noi non ne abbiamo visitate. Il progetto di visitare due case storiche a Bristol (il Red Lodge di età elisabettiana e la Georgian House, con ingresso gratuito) è fallito miseramente perché abbiamo trovato entrambe chiuse. Nel caso informatevi prima, perché sono chiuse per tre giorni alla settimana.
Un’altra trattativa di queste regioni sono i giardini. Ce ne devono essere di stupendi; noi li abbiamo trascurati ma si capisce quanto possano essere belli vedendo i giardini e i parchi pubblici, stracurati, dove è difficile vedere anche una foglia per terra, pieni di fiori e di piante anche esotiche. D’altra parte, ed è una sorpresa, i fiori sono dovunque: nei giardini privati, nelle fioriere lungo le strade cittadine, sui davanzali e nei sottotetti delle case è tutto un graditissimo profluvio di fiori variopinti. Ci è stato consigliato di visitare l’Eden Project, un insieme di serre avveniristiche a nei pressi di St. Austell, tra Truro e Falmouth, ma per ragioni di tempo (e l’ingresso è comunque piuttosto costoso), non l’abbiamo fatto.
I paesaggi naturali si impegnano ad essere altrettanto generosi: spettacolosa la fioritura dell’erica, che imporpora intere colline, spesso anche in vista del mare, mentre numerosi altri fiori selvatici ingentiliscono e coloriscono i paesaggi: a volte sembrano disposti ad arte da giardinieri sapienti – non lo sono - e costituiscono un ottimo primo piano per vivacizzare le foto di paesaggio.
Nella visita della Cornovaglia abbiamo privilegiato soprattutto le passeggiate panoramiche lungo spiagge e scogliere e la visita dei paesini di pescatori (più o meno turisticizzati, ma tutti tuttora in possesso di un carattere di autenticità che immagino aumenti al di fuori della stagione turistica). Vicino a Durdle Door si ammirano scogliere di roccia bianca; a Durdle Door e a Land’s End ci sono scenografici archi rocciosi in mare; a Bedruth Steps ci sono i faraglioni che emergono dalla sabbia o dal mare, a seconda delle maree; sulla costa meridionale si trova Mount St. Michael, gemello di Mont Saint-Michel.
Le spiagge sono molto belle: le mie preferite sono quelle di Porthcurno e intorno a Durdle Door (entrambe sulla costa meridionale), o quella di Sennen, che ho visto dall’alto, in cui sfocia un corso d’acqua (come dicevo non siamo riusciti a vedere Kynance Cove, una delle più famose, nella penisola di Lizard, a causa del maltempo; ma fanno impressione altre spiagge enormi (molte frequentate dai surfisti), come quelle nei dintorni di Newquay o di Padstow, sulla costa nord, che cambiano forma e dimensione secondo le maree. In molte località gli orari delle maree sono indicati su tabelle esposte al pubblico: bisogna fare attenzione sia quando si cammina (si rischia di rimanere tagliati fuori dall’acqua), sia se si entra in acqua, a causa delle forti correnti.
I paesini sono tutti molto carini, spesso raccolti intorno ad una baia e a un porticciolo, con case dai tetti di paglia pressata, tanti fiori e qualche locale dove fare tappa; ovviamente non è il caso di visitarli tutti. Sono famosi Looe e Polperro, sulla costa sud della Cornovaglia; tra le cittadine un po’ più grandi ci sono piaciute sia St. Ives che Padstow.
Nella zona ci sono anche riserve naturali e parchi nazionali. Noi abbiamo saltato il Dartmoor e il Bodmin ma abbiamo visto parte dell’Exmoor, nella zona costiera, tra colline, brughiere ammantate di erica, scogliere, viste sul mare.
Per chi ama camminare c’è un’occasione fantastica: il Southwest Footpath è una successione di sentieri che fa il periplo di tutta la penisola occidentale del sud dell’Inghilterra, per un totale di oltre mille chilometri, praticabili facilmente, percorribili senza troppa difficoltà e con dislivelli superabili. Si cammina, tempo permettendo, con panorami molto belli, tra cielo e mare, e incrociando vari paesini e cittadine dove fare tappa. Invitante. La segnaletica del sentiero riporta come simbolo una ghianda; noi ne abbiamo percorsi dei piccoli ma suggestivi tratti durante le nostre passeggiate di tappa.
Non aspettatevi molto dalla vita notturna; i ristoranti chiudono le cucine alle 21 (se va bene) e dopo resta aperto solo qualche pub. Birra e liquori a parte (ma abbiamo riscontrato che si è scatenata una vera e propria passione collettiva per il ...prosecco!) i pub in orario serale offrono calore umano e qualche serata speciale: musica dal vivo (non molta), qualche karaoke e le serate quiz, che abbiamo visto molto diffuse. In genere prevedono una quota d’iscrizione e premi (spesso in buoni-consumazioni). Noi siamo stati tentati di iscriverci, malgrado lo scadente orecchio per la lingua inglese, e ci vedevamo interrompere continuamente con frasi come “Excuse me, sir! I can’t unterstand! Can you speak slower, please? You talk too fast! I don’t understand!”.
Bristol è stata motivo di un vero e proprio shock culturale. Devo parlare molto male della solitamente affidabile Lonely Planet, che inspiegabilmente ha omesso di citare anche per sbaglio le due principali chiese della città, St. Mary Radcliff e la Cattedrale, di qualche interesse storico-architettonico . La cattedrale, che sorge tra la zona dei docks e le colline, e che costituisce un ovvio e naturale punto di riferimento nella zona centrale, non è nemmeno indicata sulla piantina della città. Ma ancora peggio, la LP dedica una lettura a Bansky, uno dei più famosi graffitari del mondo, ma omette di aggiungere che Bristol viene oggi considerata una delle capitali europee della street art- sede di un festival internazionale - e pertanto tace sulla presenza di intere vie e zone della città che da questo punto di vista si possono considerare delle vere e proprie gallerie a cielo aperto! L’ho scoperto solo al ritorno (anche) sulla solitamente compassatissima e conservatrice guida Touring Club! La Touring parla della street art e la LP no! Per fortuna, nella zona di Ashton Gate, e soprattutto lungo la North Street e le traverse, abbiamo scoperto per conto nostro, quasi per un’ispirazione miracolosa, un numero tale di murales, e di tale qualità, da rimanerne comunque soddisfatti. In caso contrario avrei chiesto i danni alla LP: almeno un week-end pagato per rifarmi dell’occasione mancata...