IL LAGO DI COMABBIOIl lago di Comabbio, come quello di Varese e a differenza di quello di Monate - distante in linea d'aria poche centinaia di metri -, non è balneabile a causa dell'inquinamento provocato da un'alga tossica. E' comunque possibile circumnavigarlo in bicicletta sulla ciclopedonale oppure solcarne le acque con la vostra canoa.
Un punto d'accesso ideale si trova nella località di Corgeno (frazione di Vergiate), seguendo le indicazioni per il centro remiero: prendete la provinciale 18 dalla statale 629 che probabilmente percorrerete arrivando dalla direzione Milano, e poi puntate a sinistra verso il lago. In prossimità del bar-ristorante Il lago dei cigni (con tanto di coppia di cigni che veleggia ironicamente proprio di fronte) ci sono posti per parcheggiare, gratuitamente e perfino all'ombra se siete fortunati, a pochi metri dal lago. Il greto sassoso e i prati antistanti (tra il ristorante e il centro remiero c'è un parco pubblico fronte lago) vi permettono di allestire con comodità la vostra imbarcazione, e di metterla in acqua approfittando del fondale basso o dei pontili presenti. Il lago è lungo 3,6 chilometri, largo 1,4, per un perimetro di circa 9 chilometri, quindi volendo può essere completamente circumnavigato. Le coste alternano senza soluzione di continuità tratti antropizzati (case, villette, campeggi, ecc.) e tratti naturali, con canneti e sponde boscose. A parte i parchi pubblici affacciati sul lago non sono molti altri i punti di approdo degni di nota. Noi l'abbiamo visitato a metà agosto, invogliati dalle notizie sulla fioritura delle ninfee, ma forse nella peculiare estate 2022 la stagione della fioritura aveva già dato il suo massimo. Abbiamo trovato quindi ninfee bianche nane, ninfee bianche e fucsia, un po' di nuphar lutea coi fiori a bottone giallo ma anche (pochi purtroppo) degli stupendi fiori di loto, bianchi e violetti, che si ergono sull'acqua in cima a lunghi steli. L'aviofauna non era molto numerosa in questo momento, ma varia, con presenza di gabbiani, cormorani, aironi cinerini, germani, gallinelle d'acqua, svassi e perfino di un martin pescatore (che si è manifestato come il fulmineo passaggio di un uccellino dalle piume blu). La navigazione a motore, come nel lago di Monate, è vietata; nel giorno feriale di agosto in cui l'abbiamo visitato, a parte la breve uscita di tre imbarcazioni del centro canottaggio, eravamo l'unico natante in vista.
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IL LAGO DI MERGOZZOCi prendiamo la licenza di sconfinare di qualche chilometro dai confini lombardi. Il lago di Mergozzo si trova infatti a un paio di chilometri di distanza dal Lago Maggiore, che segna lo spartiacque tra Lombardia e Piemonte. In effetti nell'antichità, prima che i sedimenti alluvionali accumulati dal fiume Toce li separassero definitivamente, il laghetto era l'estrema propaggine occidentale del lago Maggiore, più o meno all'altezza di Intra, all'estremità meridionale dell'Ossola. Sono un centinaio di chilometri e poco più di un'ora di strada da Milano.
Il lago si vanta di avere le acque tra le più pulite d'Italia, grazie all'assenza di scarichi industriali e fognari e l'assenza di natanti a motore, e quindi è balneabile in ogni suo punto. I lati lunghi del lago (una sorta di rettangolo inclinato) sono compresi tra pendici boscose (il lato più a est è percorso dalla strada che porta al paese che dà il nome al lago, l'altro, quello di Montorfano, quasi inaccessibile e privo di costruzioni, dalla linea ferroviaria); il lato di nord-ovest ha per quinte le cime verso il Parco nazionale della Val Grande, mentre verso sud-est il paesaggio si appiattisce nella valle alluvionale del Toce, con una riva in buona parte occupata da un canneto che nasconde solo in parte un grande campeggio (dotato di un campo di golf che arriva alle sponde del lago e di una piscina attrezzata con giochi). Al lago si può accedere comodamente lasciando la macchina in un grande parcheggio sulla destra della strada per Mergozzo (tariffa 10 euro per l'intera giornata di domenica) e attraversando la strada. Il perimetro del lago è di 6 chilometri e si può quindi circumnavigarlo completamente. Durante la nostra visita, nel mese di agosto, l'aviofauna non era particolarmente numerosa. Interessante la visita dell'abitato di Mergozzo, con una parrocchiale con via crucis del XIX secolo, la chiesetta romanica di Santa Marta, un olmo plurisecolare e invitanti locali con tavolini affacciati sul lago. Appena più a nord le cave di Candoglia, da cui si estraeva il marmo bianco-rosa e grigio utilizzato in esclusiva per la costruzione del Duomo di Milano, che raggiungeva via acqua lungo il percorso Toce-lago di Mergozzo-lago Maggiore-Ticino-Naviglio Grande-laghetto di Santo Stefano. Il lago di Endine si allunga sul fondo della Val Cavallina a circa 340 metri di altitudine, tra le Prealpi bergamasche, ed è raggiungibile in un'oretta di macchina dalle porte di Milano e in un po' più di mezz'ora da Bergamo. Il centro principale della parte meridionale del lago è Monasterolo del Castello, che protende sul mare un promontorio con un bel parco pubblico. Se si vogliono evitare i parcheggi a pagamento (peraltro di prezzo modico, 1 euro all'ora), proseguendo sulla provinciale 76 che costeggia il lato occidentale del lago si trovano altri punti di accesso, segnalati, con piazzole di parcheggio gratuite e facile accesso alle sponde e all'acqua attraverso piccole spiaggette (spesso occupate da pescatori, anche con tende e batterie di canne). Il lago, dalla forma più o meno di un boomerang, ha un perimetro di 14 chilometri e si presta bene quindi ad un'escursione in canoa di una giornata. Le acque rispecchiano il verde della vegetazione che ricopre le alture circostanti e la loro buona qualità permette la balneazione; però sono molto torbide e rendono impossibile rendersi conto ad occhio della profondità. La navigazione in canoa o kajak può avvenire in tutta tranquillità perché è vietata quella di natanti a motore. Le sponde sono in gran parte costeggiate da canneti, dove trovano rifugio uccelli acquatici (anatre, svassi, gallinelle, aironi) e bisce d'acqua (ne abbiamo avvistato una che nuotava abilmente nel lago). Su entrambi i lati però, a pochi metri dalle sponde, corrono da una parte la provinciale 76 e dall'altra la statale 42, per cui le rive sono densamente antropizzate; non si ha mai quindi la sensazione di essere soli nella natura, a causa della presenza di case isolate e villette, paesi, spiagge, rumori delle auto, voci. In compenso in diversi punti è possibile lo sbarco su spiaggette sassose o erbose, spesso attrezzate con panchine, aree pic nic con tavoli e panche, ecc. Abbiamo visto che si affittano pedalò; non escludiamo che si noleggino anche canoe e kajak, ma non ne abbiamo visti. PAGAIANDO (AD ALTA QUOTA) SUI LAGHETTI (NON PROPRIO) LOMBARDI, 5a parte: IL LAGO DI SILS MARIA8/21/2019 Se volete togliervi la soddisfazione di una pagaiata ad alta quota, ecco quello che potrebbe fare al vostro caso. Non siamo più propriamente in Lombardia: il lago di Sils (in tedesco Silsersee, in romancio lai da Segl, in italiano pure lago di Siglio) si trova infatti nell'alta Engadina, in Svizzera, nel cantone dei Grigioni, ed è il primo di una serie di laghi e laghetti (seguono nell'ordine Silvaplana, Champferersee, Sankt-Moritz) che si susseguono lungo la valle lungo il corso dell'Inn. Una volta raggiunta Chiavenna, bisogna quindi percorrere tutta la stupenda Val Bregaglia, in maggior parte già svizzera, seguendo le indicazioni per Saint-Moritz fino al muro di tornanti (ma con strada ampia e ben tenuta) che porta fino al passo del Maloja, a quota circa 1800 metri. Incrociati i luoghi che ricordano la presenza di artisti come Giacometti e Segantini, si continua oltre il paese, seguendo la strada. Poco dopo, in località Capolago, si può parcheggiare in un piccolo parcheggio gratuito a sinistra della strada, oppure scendere per qualche centinaio di metri lungo la carrozzabile del Plaun Cuncheta che costeggia la sponda del lago, fino ad un altro piccolo parcheggio in corrispondenza dell'inizio dei sentieri. Qui, alla propaggine sudoccidentale del lago, la più vicina all'Italia, si trovano comodi punti di accesso all'acqua, con sponde erbose dove allestire la canoa e accesso agevole. Il panorama intorno al lago è molto suggestivo. Nelle belle giornate il cielo è terso e limpido, l'acqua di un azzurro intenso e intorno, le coste ingentilite dal rosa dei fiori di epilobio, al di sopra dei versanti coperti o fino ad una certa quota punteggiati di conifere, si alzano le nude cime rocciose che arrivano a sfiorare e superare i 3000 metri. Superato sulla destra il gruppo di case di Isola, il lago quasi a metà si restringe da ambo i lati per allargarsi poi di nuovo stendendosi in profondità verso l'abitato all'altro capo del lago, Sils-Maria (frequentato anche da Nietzsche – che lo definì “il posto di gran lunga più confortevole della terra” - e che dà il titolo ad un film di qualche anno fa interpretato da Juliette Binoche e Kristen Stewart, che si svolge proprio qui), da dove si protende una stretta penisola. Nel lago ci sono anche un isolotto e un paio di scogli. Sulla sinistra corre la frequentata strada n. 3 verso Saint-Moritz, mentre lungo la sponda destra si svolgono sentieri e anche una carrozzabile (d'inverno usata per lo sci di fondo), con diversi punti di approdo: in uno di questi sono presenti anche tavoli e panche per fermarsi per il picnic, un prato per prendere il sole e una toilette. Il lago si vanta di avere la linea regolare di navigazione più alta d'Europa, ma a parte il battellino che collega il lago da un capo all'altro non sarete infastiditi da altre imbarcazioni a motore. L'escursione vale la pena, ma bisogna ricordarsi che si è a 1800 di metri d'altezza - quindi può fare decisamente fresco anche in piena estate - e che la valle è spesso percorsa dal vento (più che da canoe e kajak il lago è quindi in realtà percorso da saettanti windsurf): occorrono quindi un abbigliamento adeguato, giubbotto salvagente e crema solare ad alta protezione. Nella categoria "Canoa" qui a lato trovi altre destinazioni e la nostra guida per la scelta di una canoa o di un kajak gonfiabili. Benché sia una un'insenatura incuneata nella sponda nordorientale del lago di Como (tra Colico e Dervio), la baia di Piona è spesso definita “laghetto” in quanto è molto raccolta e chiusa tra le propaggini della costa. E' un buon posto per una breve escursione in canoa: il laghetto ha più o meno la forma di un piede di profilo, dove il collo corrisponde all'apertura verso il lago aperto. Si può fare il periplo della baia in un paio d'ore, oppure, se si vuole, avventurarsi oltre la baia verso il lago. Il panorama è pregevole, con intorno alture verdeggianti o cime di nuda roccia; di fronte all'imboccatura si vedono sull'altra sponda i paesi di Gravedona e Domaso, mentre la lunga penisola dell'Olgiasca che chiude il lato occidentale della baia ospita la romanica abbazia di Piona (da visitare, seguendo la tortuosa strada sulla penisola), di origini cistercensi, che conserva un bel chiostro e resti di affreschi medievali di stile bizantino. Vista dalla canoa, la punta della penisola, di pertinenza dell'abbazia, è coperta da prati, alberi ornamentali e da frutto e da vigneti, mentre al di là del recinto la vegetazione è spontanea e selvaggia, con una grande varietà di essenze. Pensavamo che la conformazione della baia la mettesse al riparo dai venti e dalle onde, ed in effetti è così, ma facendo il nostro giro in una giornata nuvolosa e ventosa abbiamo constatato che la brezza penetra comunque nella baia, forse dalla forcella alla base della penisola, e l'acqua si muove, anche se meno che nel lago aperto. Il lago e la baia sono molto frequentati anche da natanti a motore, con il conseguente moto ondoso. Per raggiungere la baia in macchina, si raggiunge Colico, la si attraversa in direzione sud (arrivando dalla statale 36, dalla Valtellina o dalla Val Chiavenna) fino a trovare le indicazioni per Piona; al bivio che propone da una parte l'abbazia e dall'altra il lago e le spiagge si segue ovviamente quest'ultima direzione, svoltando a destra, quindi si superano un paio di campeggi affacciati sul lago. A questo punto o si parcheggia sulla strada, se si trova posto, a breve distanza dalla sponda, oppure si svolta a sinistra fino a trovare un comodissimo parcheggio a solo qualche metro dalla spiaggia (le tariffe sono di 5 euro per tutta la giornata – compreso un buono che dà diritto a una bottiglietta d'acqua, a un ghiacciolo o a un caffè al chiosco della spiaggia -, 3 euro dopo le 15, oppure di 1 euro all'ora). La spiaggia è costituita da un bel prato alberato che costeggia il laghetto, comodissima per tutte le operazioni di allestimento/disallestimento della canoa e per il relax prima o dopo l'escursione. L'acqua bassa permette un'entrata molto agevole. Il Kiosko affitta anche kajak rigidi, al costo non precisamente economico di € 7,50/a persona/all'ora. Nella categoria "Canoa" qui a lato trovi altre destinazioni e la nostra guida per la scelta di una canoa o di un kajak gonfiabili. Il lago di Lugano (o Ceresio, se vi piace italianizzarlo un po’ di più), non è propriamente un laghetto, essendo parecchio esteso e di conformazione assai articolata e irregolare, ma quello che vi proponiamo è di scoprirne un piccolo angolino, una propaggine anzi, che però può dare qualche soddisfazione per un giro in canoa o kajak. Noi ci siamo infatti imbarcati a Lavena Ponte Tresa (in territorio italiano, ma vicinissimo alla frontiera di Ponte Tresa), all’estremità occidentale del lago (più o meno a nord di Varese), e precisamente nel canale che collega il lago vero e proprio da un’ulteriore invaso di forma più o meno circolare più a ovest e nello stesso tempo divide il territorio italiano da quello svizzero. Abbiamo lasciato la macchina in un parcheggio gratuito (sulla strada che collega Lavena a Porto Ceresio si trovano le indicazioni per il lago) e siamo partiti dall’imbarcadero sul canale (un altro comodo punto d’accesso sarebbe un po’ più avanti nella spiaggia erbosa - del camping), vicino ad alcuni gradevoli ristoranti-pizzerie dove ci si può fermare per pranzo o cena. Il canale corre tra una passeggiata pedonale che parte dal centro del paese e l’altura di fronte, già in territorio elvetico, con pareti rocciose a strapiombo e bei giardini privati con magnifici palmeti ai suoi piedi. Il canale è percorso da numerosi mezzi a motore, che però devono rispettare severi limiti di velocità e non costituiscono quindi un problema per i canoisti. Dirigendosi a ovest (a sinistra quindi del punto d’imbarco) si arriva in brevissimo al laghetto chiuso che dicevo, le cui coste sono in parte svizzere. Le sponde sono molto antropizzate; nel paese di Agno c’è un bel lido organizzato sul lago. Prendendo invece la destra si arriva al lago vero e proprio, con un panorama più aperto, canneti e boscaglia lungo le sponde e (soprattutto sulla sponda sinistra) qualche punto dove sbarcare per fare un bagnetto più o meno in solitudine (la riva è in realtà percorsa da un sentiero nascosto tra gli alberi). Qui bisogna fare i conti con i motoscafi che sfrecciano ad alta velocità provocando il relativo moto ondoso.
Durante il giro, oltre ai pesciolini che guizzano fuori dall’acqua e agli uccelli acquatici (gabbiani, gallinelle, svassi, anatre, aironi cinerini, ecc.) si può osservare anche qualche rapace calare in pesca dalle rocce della rupe di fronte. Continua a pagaiare sui laghi di Oggiono e Annone, Pusiano, Garlate e del Segrino e su quelli di Novate Mezzola e di Monate Clicca sulla categoria "Canoa" nella colonna di destra per altri suggerimenti di itinerari, ma anche se vuoi sapere cosa bisogna guardare se stai pensando di acquistare una canoa o un kajak gonfiabile. Lago di Novate Mezzola A poco più di un ora da Milano (province di Como e Sondrio) Dalla statale 36 seguendo le indicazioni per il lido di Novate Mezzola (The Beach, dotato di bar, stabilimento balneare, dj-set, campi di beach-volley), si raggiunge una spiaggia con un comodo parcheggio. Questo lago circondato dalle montagne è particolarmente bello. A noi piace partire dalla spiaggia di Novate e raggiungere la riparata spiaggetta di san Fedelino (quando non è sommersa dalle acque se l’invaso è al culmine) dove sembra veramente di essere lontano dalla civiltà! Il paesaggio in quest’angolino è infatti piuttosto selvaggio: rupi di roccia a strapiombo, il bosco alle spalle, il canneto a fianco, rovi che in stagione offrono more dolci, e l’acqua che riflette tutte le sfumature di verde della vegetazione. Unico manufatto, un piccolo molo per le barche dove attracca un piccolo traghetto che porta qualche visitatore dall’agriturismo di Novate, perché a qualche minuto di cammino si può visitare (il sabato e la domenica pomeriggio: ricordatevi qualche vestito e 1 euro a testa per l’ingresso) un tempietto romanico in pietra grezza, con all’interno resti di affreschi dipinti intorno all’anno 1000, cioè quasi trecento anni prima che Giotto andasse a bottega da Cimabue. Al tempietto si può arrivare anche direttamente in canoa, risalendo il fiume Mera in un contesto suggestivo. Stupenda anche una piccola insenatura provvista di spiaggetta di sassi e ghiaia formata da una cascata che cade dalle rocce sovrastanti tra la vegetazione subito alle spalle. Si raggiunge solo con imbarcazioni (il punto di partenza più vicino, sulla sponda opposta, è Verceia) e perciò è un angolo tranquillissimo (dove peraltro ci è capitato, in una sola giornata estiva, di incontrare svizzeri, tedeschi, cechi, un gregge di capre e una californiana!): vi sembrerà di essere in Laguna Blu (anche se l'acqua ovviamente è verde). Per gli amanti dell'arrampicata, una fune permette di raggiungere la sommità della cascata. A valle il lago confina con il pian di Spagna, una zona umida dove l’Adda sfocia nel lago di Como a nord di Colico, che ospita molti uccelli di passo. Anche in questo caso il lago, se si è pronti a pagaiare per qualche ora, si può girare tutto in giornata; ma occorre fare attenzione alla breva, una brezza pomeridiana che tra le 2 e le 6, soffiando dalle montagne e increspando le acque del lago, può rendere il ritorno più difficoltoso del previsto. In questo caso un punto di partenza può essere Dascio (dalla statale 36 si devia a sinistra in direzione Sorico-Gravedona e immediatamente dopo il ponte sul Mera si prende la strada bassa a destra per Dascio-S. Fedelino), dove si trovano anche kajak a noleggio. Da qui si risale il fiume costeggiando la parte nord della riserva naturale del Pian di Spagna, con la possibilità di osservare un grandissimo numero di uccelli, e si entra poi nel lago vero e proprio aggirando il Sasso di Dascio. Su questo lato del lago ci sono alcune ville in stile rustico, ma nessuna strada. Costeggiando la scogliera rocciosa e scoscesa si raggiunge la spiaggia della cascata e in fondo al lago San Fedelino. Ma attenzione a non sottovalutare la breva: praticamente in qualunque punto del lago vi troviate, nel pomeriggio il ritorno è controcorrente e controvento (perfino il Mera scorre in senso contrario!): noi con la nostra gonfiabile, in una serena giornata di agosto, ci siamo trovati in grande difficoltà, non tanto per le onde quanto per le raffiche di vento che rendevano molto difficoltosa l'avanzata. Un'altra variante per un giro in canoa sul lago di Novate può essere la risalita al Pozzo di Riva: un invaso di forma più o meno circolare che si trova qualche centinaio di metri più a nord del lago principale. Dopo qualche tentativo infruttuoso, grazie alle indicazioni di un altro canoista, abbiamo scoperto che dalla spiaggia di Campo (v. post precedente), dopo aver imboccato il ramo del Mera più vicino (sulla destra guardando verso nord), si può imboccare un canale la cui apertura si trova un centinaio di metri più avanti, sulla destra, seminascosto dalla canne. Il canale è abbastanza largo e percorribile agevolmente. Malgrado ci troviamo in una zona fortemente antropizzata, il percorso presenta dei tratti abbastanza suggestivi, tra la vegetazione con le numerose ninfee gialle sull’acqua, i canneti, gli alberi d’alto fusto sulle sponde e le montagne della Val Chiavenna a fare da scenografico sfondo. Lungo il canale si incontrano gallinelle, svassi, anatre, cigni e in prossimità del Pozzo un’intera colonia di aironi cinerini. Attenzione ai fondali, soprattutto nell’ultimo tratto verso il laghetto, che in alcuni periodi possono diventare molto bassi con relativo pericolo di incagliamento. Dopo il giro del laghetto (quasi sicuramente ci sarete solo voi e gli uccelli), si ritorna per lo stesso percorso. Dopodiché, con un solo quarto d'ora di macchina potete raggiungere la piacevole città di Chiavenna: centro storico, crotti, pizzocheri, brisaola, vino bono e scola de umanità (parole di Leonardo da Vinci...). Lago di Monate A un’ora abbondante da Milano, con rischio traffico soprattutto la domenica pomeriggio sulla A8 (provincia di Varese) Si segue l’autostrada A8 fino all’uscita Sesto Calende-Vergiate, seguite subito le indicazioni per Milano ecc. e trovate presto le indicazioni per il lago che vi fanno girare a sinistra. Quando siete in zona seguendo le indicazioni per il campeggio trovate il nostro punto di appoggio e di partenza preferito, sulla sponda meridionale: un grande parco parrocchiale affacciato sul lago, con alberi secolari, aree attrezzate per il pic nic, prati e ortensie blu in fiore. L’ingresso costa pochi euro, ma è un posto davvero piacevole, ovviamente affollato (anche molto) nelle domeniche estive. Lungo le sponde si trovano altri accessi al lago, anche in corrispondenza di un paio di stabilimenti balneari attrezzati. Il lago di Monate si trova in una zona molto verde e ricca di specchi d’acqua: a dominare è il lago Maggiore, ma vicino si trovano anche i laghi di Comabbio e di Varese. Il lago è anche un sito archeologico, visto che già nell’800 vennero trovati resti di villaggi palafitticoli. Il lago di Monate risulta regolarmente balneabile nei bollettini annuali, per cui oltre che remare sulla superficie è possibile immergersi anche per un bagno ristoratore. Con un minimo di buona volontà si può girare tutto il lago in giornata. Ci sono diverse zone con colonie di ninfee e molte belle case e giardini pieds-dans-l’eau, come dicono i francesi. Vista la presenza di stabilimenti balneari, capita di incrociare altre canoe, materassini e pedalò (ma non barche a motore che sono proibite sul lago), ma non si può certo parlare di traffico intenso. Continua a pagaiare sui laghi di Oggiono e Annone, Pusiano, Garlate e del Segrino e sul lago di Lugano...
Quando cominciano le belle giornate a noi viene voglia di fare qualche giretto in canoa. E’ un’attività piacevole, che permette di stare all’aria aperta, in mezzo alla natura, e di fare del moto senza affaticarsi troppo. La prima alternativa che si pone per andare in kajak è se comprarlo o noleggiarlo; noi, non avendo il posto per tenere un kajak rigido, ci accontentiamo di una canoa gonfiabile, di un modello abbastanza basico. Il costo di acquisto abbastanza modesto è già stato abbondantemente ammortizzato. Il gonfiabile, meno maneggevole in acqua, è però ovviamente più facilmente trasportabile: una volta sgonfiata la canoa si infila in un borsone o addirittura in uno zaino e benché abbastanza pesante può essere tranquillamente trasportata in modo da raggiungere le sponde di laghi, fiumi e mari. Anche l’operazione di gonfiaggio (noi abbiamo delle pompe a pedale) è relativamente facile e veloce; un po’ più complicato e più lungo in termini di tempo lo sgonfiaggio e l’asciugatura. Quel po’ di fatica necessaria viene comunque ben ripagata dal godimento e dal relax di un bel giretto sull’acqua. Un’escursione in canoa è anche l’occasione per un pic nic in mezzo alla natura, prima o dopo la navigazione, oppure in una pausa, in qualche punto dove si può attraccare e sbarcare sulle rive. Ma, se lo preferite, trattandosi di zone molto abitate, non vi sarà sicuramente difficile scoprire qualche buon ristorantino nei dintorni, dove mangiare magari un buon risotto con pesce di lago. La nostra canoa è più adatta alle acque (relativamente) calme dei laghi, anche se l’abbiamo testata anche su fiumi e in mare. Lasciando da parte i maggiori, qui volevamo consigliarvi un po’ di piccoli laghi prealpini, raggiungibili in tempi ragionevoli da Milano. Si tratta di bei laghi, di pianura ma incorniciati da suggestivi sfondi di montagne, in contesti antropizzati ma che offrono begli angoli di natura, tra boschi, canneti, ninfee in fiore. In alcuni momenti è possibile sentirsi in pace in mezzo al silenzio della natura, tra la vegetazione e i versi degli animali. E’ comune incontrare infatti - oltre a pesci, rane e anche bisce - anatre, folaghe, cigni, aironi cinerini e altri uccelli acquatici, e a volte si avvista anche qualche piccolo rapace. Nella stagione riproduttiva inoltre si incontrano i genitori con le nidiate di anatroccoli o pulcini, come i cignetti ancora grigiastri o le piccole folaghe dalla piccola testa arruffata rosso-gialla. Lago di Annone A circa 30-40 minuti da Milano (provincia di Lecco) Il lago di Annone è quello più semplice da raggiungere da Milano ed è diviso in due bacini dalla penisola di Isella. Si raggiunge con la statale 36: prima di arrivare a Lecco, subito dopo aver costeggiato il lago, all’uscita per Civate, a pochi metri dalla statale, si trova un piccolo parcheggio e di fronte un facile accesso al lago, precisamente nel bacino ovest, il minore; ma altri accessi sono presenti lungo il perimetro. Un altro punto di accesso comodo e bello si trova ad esempio sotto il paese di Oggiono, in località Bagnolo; anche qui è presente un parcheggio nelle vicinanze e un bel prato ombreggiato in riva al lago. Da qui si entra nel bacino orientale, più ampio. Il lago sorge tra le colline della Brianza e i primi rilievi più elevati, il Cornizzolo e il Monte Barro; più indietro fanno capolino i profili rocciosi del Resegone e delle Grigne. È un lago molto tranquillo e poco frequentato dai canoisti (c’è invece qualche pescatore), la particolarità è che attraversando un breve canale si passa da un bacino all'altro; nel passaggio dall’uno all’altro, tra le sponde verdissime, si ha veramente la sensazione di essere in un posto isolato, anche se si è a poca distanza da una strada trafficata, i cui rumori dopo un po’ si perdono in favore delle voce degli uccelli. In alcuni punti si trovano colonie di ninfee. Lago di Pusiano A circa 30-40 minuti da Milano (province di Como e Lecco) Noi abitualmente accediamo a questo lago da Bosisio Parini (il poeta che dà il nome al paese dedicò al lago alcuni componimenti). Prendendo l’uscita per Bosisio della statale 36 si devono seguire le indicazioni per l’imbarcadero, si trovano quindi un paio di parcheggi a pagamento (provvisti anche di casette dell'acqua, fredda, anche gasata, a pochi centesimi) da cui ci si avvicina comodamente alla riva, dove è semplice entrare in acqua con la canoa. Un’alternativa è l’accesso da Pusiano, si proseguire oltre Bosisio e in paese si trova facilmente l’accesso al lago. Una parte del lago dà verso la pianura; dall’altra parte invece le montagne fanno da sfondo e in questa zona c’è un canneto molto frequentato dalle rane. Il lago è piuttosto grande (ma in canoa si riesce a fare tranquillamente il giro completo) e c’è un isolotto privato (l’Isola dei cipressi, una volta visitabile), popolato anche da animali esotici come wallabi - piccoli canguri -, pavoni, gru coronate, marabù, cigni, ecc., che si può circumnavigare. Lago di Garlate A poco più di mezz'ora da Milano (provincia di Lecco) Ci si arriva comodamente dalla SS 36 uscendo a Lecco-Bione: il lago è formato dalle acque dell'Adda, appena uscito dal lago di Lecco, ed è chiuso a valle da una diga. Le dimensioni lo rendono circumnavigabile anche in un'unica uscita. Comodi punti di accesso si trovano a Vercurago, dove è possibile parcheggiare gratuitamente la macchina a pochi metri dall'acqua. Le sponde sono molto antropizzate e il rumore del traffico automobilistico è sempre presente; non manca comunque la fauna avicola lacustre e qualche bella vista sul Monte Barro e, nella parte settentrionale, sul Resegone. Lago del Segrino A circa tre quarti d’ora da Milano (provincia di Como) Lungo la strada che da Erba porta a Canzo si costeggia un piccolo laghetto molto carino a cui si accede da vari punti; è comodo parcheggiare alla fine del viale dei Combattenti. Il lago è piccolo, immerso nel verde, e si può fare molto facilmente il giro completo. Lago di AlserioIl laghetto di Alserio (circa un chilometro quadratodi superficie) è un gioiellino che si trova vicino ad Erba, subito a ovest del più grande lago di Pusiano. C'è un solo paese che si affaccia sull'acqua, quello appunto che dà il nome allo specchio d'acqua. In paese si trova anche l'unico comodo accesso al lago, cioè un punto in cui ci si può avvicinare con l'auto, trovare parcheggio, scaricare e preparare la canoa ed entrare in acqua. Attenzione, se digitate “lago di Alserio” su Google Maps, il navigatore vi porta su una strada sterrata e ad un certo punto sbarrata; puntate invece su Alserio e raggiungete i Giardini al lago: qui appunto trovate un comodo parcheggio (a pagamento), un bar, un bel giardino con prati, alberi e panchine, e un punto con un argine in pietra da dove è facile imbarcarsi. Dal parcheggio dove lascerete l'auto alla sponda dovrete trasportare la canoa o il kajak per un centinaio di metri. Le sponde del lago, inserito nel Parco del Lambro, sono quasi tutte allo stato naturale, circondate dai canneti, da tante ninfee bianche e gialle (nuphar), e da piccole ondulazioni ricoperte da una ricca vegetazione. A fare da bello sfondo, verso nord, ci sono le montagne: il Cornizzolo in primo piano con Grigne e Resegone in secondo piano. Ovviamente non ci sono sul lago natanti a motore; non ci sono strade che circondano il lago e non c'è rumore di traffico automobilistico; anche il sentiero pedonale che gira intorno al lago raramente si affaccia sull'acqua: la tranquillità è quindi quasi assoluta, e il lago vanta, che si gira per intero tranquillamente con una piacevole pagaiata, una folta fauna avicola, con cigni, aironi, germani, svassi, gallinelle, folaghe e anche piccoli rapaci. Lago di Olginate Il fiume Adda una volta uscito dal lago di Como in prossimità di Lecco forma immediatamente dopo altri due bacini minori: il lago di Garlate, di cui abbiamo già parlato in questa rubrica, e l'ancor più piccolo invaso del lago di Olginate. Il lago si trova tra il paese che gli dà il nome, ad ovest, e Calolziocorte sulla sponda opposta. Il paesaggio intorno è pertanto fortemente antropizzato, con case, tralicci dell'alta tensione e anche edifici industriali. Abbiamo visto diversi scarichi che sboccano nel fiume, versandovi non sappiamo cosa, e l'acqua è un po' torbida e non molto pulita; oltre ai normali detriti vegetali c'erano anche rifiuti prodotti dall'uomo. Il lago tuttavia è inserito nel Parco dell'Adda ed è riconosciuto d'interesse comunitario per l'interessante presenza di aviofauna. E' infatti una stazione di transito per uccelli migratori, particolarmente numerosi d'inverno; anche ad inizio estate comunque abbiamo visto un gran numero di uccelli, germani, gallinelle, folaghe (anche impegnati nella cova o nella costruzione del nido) e una folta colonia di cigni. Anche il panorama intorno è bello: il lago è situato tra le ultime colline della Brianza verso sud e i propri contrafforti montuosi, con in vista il Monte Barro, le Grigne e, al di là delle alture più prossime, le creste del Resegone. Siamo in zona manzoniana (poco lontano da qui Lucia ha dato l'addio ai suoi monti), e in prossimità del lago si scorge anche la cosiddetta Rocca dell'Innominato in cima a uno sperone. Il lago è piccolo, con pochissimo traffico nautico, e si gira in breve tempo (è possibile farne il periplo anche a piedi o in bicicletta): si badi bene però che, contrariamente a quanto può sembrare dalle cartine, non è possibile transitare tra i laghi comunicanti di Garlate e Olginate, separati da una chiusa artificiale, alla quale è meglio oltretutto non avvicinarsi troppo per via delle correnti provocate dalle acque che ruscellano da un lago all'altro. Per entrare nel lago con la canoa un comodo accesso si trova a Olginate, dalla piazza del mercato, dove si trova un grande parcheggio per camper e uno più piccolo (gratuito) per le auto. Da qui si raggiungono le sponde erbose, alberate e inclinate che portano al lago, in acque basse che permettono di salire a bordo del mezzo. Più vicino al centro ci sono rampe in pietra che scendono verso il lago. A Calolziocorte lungo le rive c'è un bel parco, ma probabilmente il tratto dal posto dove è possibile lasciare a un punto accessibile del lago, su questo lato, è più lungo. Continua a pagaiare con Into the Wonderland sui laghetti di Novate Mezzola e di Monate, su quello ad alta quota di Sils, su quello di Endine, sul lago di Como e sul lago di Lugano... |
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Dicembre 2023
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