Dove incrociamo Don Quijote e completiamo le visite a Frida Khalo e Diego Rivera; dove passiamo per la città delle fragole, visitiamo la città coloniale e sfidiamo la sorte mangiando budini da strada.5 agosto, giorno 26 GUANAJUATO - QUERETARO La mattina altro giro in centro. Visitiamo il monumento e il museo iconografico di Don Quijote (che raccoglie la più grande collezione al mondo di dipinti, sculture, ceramiche, incisioni, libri dedicati al cavaliere della Mancha) e il museo dedicato a Diego Rivera, ospitato nella sua casa natale. L'anno scorso avevamo visitato la splendida casa di Frida Khalo a Coyoacan, a Città del Messico, e quindi il nostro dovere verso la male assortita coppia di artisti più romanzeschi e visionari della storia del Messico può ben dirsi adempiuto. Partiamo per Queretaro alle 14. Lungo la strada si allineano bancarelle di fragole (Irapuato si proclama ciudad de las fresas), ma il paesaggio è complessivamente poco interessante. All'arrivo prendiamo un taxi a tariffa convenzionata ($ 12) per il centro. Chiediamo una stanza al Plaza, ma non c'è posto; la signora però ci mette al telefono, chiama altri alberghi e ci trova posto all'Hidalgo: è un bell'albergo, centrale, in un bell'edificio con patio interno, in cui abbiamo una camera grande e con balcone ($ 95 con tv). Rimane tempo per un giretto in centro, poi a cena da Los Compadres. In piazza, forse a voler ben guardare sarebbe meglio evitare per prudenza sanitaria, mangiamo alle bancarelle gelatina e budino con rompope (una sorta di vov con tuorli d'uovo, vaniglia, cannella, mandorle, latte, zucchero e alcol). 6 agosto, giorno 27 QUERETARO Facciamo colazione in hotel, poi ci dedichiamo alla visita della città, con il bel centro storico e le chiese coloniali. Ci concediamo una siesta pomeridiana, poi riprendiamo la visita: Santa Rosa di Viterbo (dedicata alla santa italiana), los arcos (l'acquedotto sopraelevato, di cui restano oggi una settantina di arcate, simile ai nostri acquedotti romani), e Santa Cruz, con una visita guidata. Torniamo in centro e ceniamo alla Fonda El rifugio: mangiamo filetto al pepe (come consigliato dalla guida Clup) e jamon serrano. Tutto buono. Poi, ormai siamo lanciati, flan in piazza.
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Dove visitiamo chiese e mostre, dove incrociamo il figlioccio americano di Rivera e un cameriere alla Hollywwod Party e dove guardiamo Giove e le sue lune.7 agosto, giorno 28 Queretaro – SAN MIGUEL DE ALLENDE - QUERETARO Prendiamo il bus per San Miguel Allende. La città è carina, ma ci sono molti lavori in corso e troviamo i ristoranti molto cari. Mangiamo un sandwich in una cafeteria. Visitiamo le chiese, tra cui la Parroquia, di un post-gotico interpretato alla messicana, simile a un castello di sabbia con pinnacoli, una mostra al Museo Allende, ecc. Minaccia temporale, le prime gocce cadono come frustate. Fuggiamo senza vedere senza vedere come si evolverà la situazione. Tornati a Queretaro, ci ripresentiamo al Refugio, con alcune spiacevoli sorprese: il menù non è disponibile, i prezzi sono aumentati, il servizio rallentato, il conto oscuro. Mangiamo spaghetti Alfredo e filetto Roquefort. Il cameriere è un tipo: gira con la camicia sbrindellata fuori dai pantaloni, finisce la Coca avanzata dai clienti nei bicchieri, e rabbocca le ciotole del pop corn con quello che si è sparpagliato sul tavolo. Nel patio barocco dell'Università partecipiamo all'inaugurazione della mostra di Pablo O'Higgins (un americano di origine irlandese che divenne assistente di Diego Rivera - che l'avrebbe voluto come figlio -, si impegnò nelle lotte politiche e sociali del Messico e fuggì poi in Russia insieme a Tina Modotti) e bevo vino bianco freddo. Visitiamo un bellissimo teatrino in un cortile e mangiamo un gelato al pay de lemon. In piazza, per $ 3, compriamo la visione di un pezzo di cielo. Al telescopio guardiamo Giove e le sue lune, poi andiamo a dormire. |
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