Tutte e tre le città hanno edifici e costruzioni medioevali: Vilnius soprattutto chiese (bello il duo gotico, fianco a fianco, di Sant'Anna e San Bernardino), Riga anche edifici civili (le case delle corporazioni, le bellissime – restaurate – Case delle teste Nere), Tallinn anche mura turrite. Castelli medioevali si trovano anche a Trakai e Sigulda. Molti degli edifici sono restaurati, molti pressoché ricostruiti - spesso è reso visibile lo stacco tra le pietre rustiche delle costruzioni originali e i mattoni rossi delle ricostruzioni. Ricostruiti anche molti tetti, tra cui quelli a cono che rendono caratteristico lo skyline di Tallinn. Una costruzione invece molto ben conservata e pochissimo rimaneggiata è il castello di Kuressaare, sull'isola di Saaremma, vicino al mare, circondato da un’ampia cinta murata e da canali. Tra gli edifici religiosi contrastano poi le chiese barocche, dagli interni molto decorati, quelle luterane, dalle forme e dagli interni severi, e quelle ortodosse, grandi torte piene di cupole come torte alla panna. Carina anche e seminascosta la chiesa greca cattolica di Tallinn, con una bella cripta. A Tallinn vale la pena di visitare anche all'interno la cattedrale ortodossa e la chiesa medievale di San Nicola (Niguliste Kirik), che vanta un paio di capolavori del XV secolo dovuti a pittori di Lubecca: una danza macabra di Bernt Notke e un polittico d'altare di Herman Rode. Riga è poi una capitale dell’architettura art noveau, con una zona ricca di edifici in stile, raggiungibile a piedi dalla città vecchia. Sovrabbondanza di decorazione, a volte piacevole o interessante (in alcuni casi accostati al blu delle piastrelle in copertura di facciata), a volte decisamente stucchevoli. Molti edifici sono firmati dall’architetto Ejzenstein, padre del regista de “La corazzata Potemkin” (ricordatevi che Fantozzi al proposito aveva profondamente torto). Leziosi ma divertenti anche alcuni edifici di Tallinn, colorati e con decorazioni bizzarre. Ancora a Riga i tetti o le facciate di molti edifici più o meno antichi sono decorati con statue bizzarre, come un uomo che legge il giornale, uno che porta una scala, o i famosissimi gatti di Riga, inarcati sulla punta di due tetti a cono, che sono ormai diventati il simbolo della città. Del periodo russo l’edificio forse più significativo è il grattacielo che si trova alle spalle della stazione degli autobus di Riga. Per il resto l’edilizia popolare sovietica intristisce e ingrigisce i sobborghi; i baltici non vedono evidentemente l’ora di cancellarla, così come i ricordi connessi. Forse il socialismo reale è riuscito a migliorare la situazione abitativa dei suoi sudditi, ma sicuramente ha commesso l’errore di pensare che l’uomo potesse vivere al di fuori o in dispregio della condizione estetica. Molto bella invece l’architettura tradizionale in legno: a Nida è un tripudio di belle case in legno colorate a tinte vivaci, soprattutto rosso vivo accostato a decorazioni bianche e blu. Più sofisticata l’architettura in legno a Jurmala, ricca di edifici eleganti; anche i sobborghi di Tallinn, a pochi minuti dalla città, sono ricchi di case in legno in mezzo agli alberi. A Trakai le case tradizionali sono basse, sempre in legno, con tre finestre: a chi sono dedicate ve lo dirà ogni guida o ogni diario di viaggio baltico. Sull'isola di Saaremaa ci sono inoltre alcuni pittoreschi mulini tradizionali. Le capitali stanno poi dotandosi di grattacieli trendy: ce n’è qualcuno a Vilnius oltre il fiume (un ponte è ancora decorato con eroi socialisti), visibile dalla torre sulla collina; anche a Riga ci sono edifici e ponti moderni e dall’architettura talvolta ardita, lungo la Dauna; a Tallinn uno scintillante centro moderno è sorto proprio alle porte della città medievale, andando ad integrare il caratteristico profilo della città, aggiungendo alle guglie e alle torri medioevali le proprie svettanti silhouette. Interessanti anche alcuni esempi di archeologia industriale e di riuso di vecchi edifici: Riga sta recuperando alcuni edifici portuali lungo il fiume, vicino al grande mercato; Tallinn ancora una volta fa la prima della classe con il recupero, ancora in corso ed incompleto, del quartiere Rothmann, meritevole di una breve visita e anche questo raggiungibile a piedi dalle porte della città vecchia, dove si accostano vecchi edifici industriali in mattoni e nuove arditezze architettoniche.
1 Commento
Le spiagge, oltre al clima, sono state decisamente la sorpresa più eclatante e più piacevole dei Paesi Baltici. Lunghe, sabbiose, morbide, chiare, bordate da dune erbose o da pinete. Degno di nota il fatto che praticamente nessuno degli insediamenti che abbiamo visitato sorgeva direttamente sul mare. A Neringa dai paesi sulla costa della laguna, come Nida, per arrivare alla spiaggia bisogna attraversare tutta la penisola nella sua larghezza, per un paio di chilometri, in mezzo alle foreste di conifere. Anche a Jurmala, Parnu, Saaremaa o Pirita (la prima e l’ultima stanno a pochi chilometri rispettivamente da Riga e Tallinn, la seconda viene definita (per quanto in modo del tutto spropositato), la “Miami estone”, alle spalle della spiaggia, e a volte immediatamente a ridosso, c’è una larga fascia di vegetazione. Le spagge di Nida e di Parnu sono bordate da un cordone di dune, a Pirita (da cui si gode di una bella vista sullo skyline di Tallinn, sia della parte antica che moderna), c’è un’alta foresta di conifere che fa da quinta alla spiaggia, con un bel contrasto tra il chiarore della sabbia e lo scuro degli alberi. Sia a Nida che a Parnu, abbiamo trovato una singolare istituzione civile da spiaggia: le spiagge per donne (ladies beaches, naiste rand in estone). Tratti non piccoli di arenile riservati alle donne (ed eventualmente ai loro bambini), dove poter stare indisturbate, in costume o nude, senza essere molestate o infastidite da sguardi o tentativi di approccio. Ovviamente non ci sono barriere fisiche che separano l’arenile femmineo dal resto della spiaggia, ma la riservatezza è garantita dalla segnaletica e dal rispetto degli altri bagnanti. Cosa non scontata, le spiagge per donne sono frequentatissime, da donne di tutte le età, giovani, di mezza età, e anche anziane, e ovviamente di tutte le corporature. Da noi sarebbe un argomento da talk show, ma l’idea della loro istituzione ci è sembrato tutto sommato un segno di intelligenza e di civiltà, e la sua frequentazione un segno di libertà e di indipendenza. Accanto alle spiagge delle donne, sia a Nida che a Parnu, si può praticare il nudismo. A Nida la spiaggia nudista è indicata da cartelli ufficiali, e si estende praticamente a perdita d’occhio sfilando verso la Russia, configurandosi ad occhio e croce come la più grande che mi sia mai capitato di vedere, anche se allontanandosi dagli accessi principali le presenze si diradano e poi si azzerano (dalla spiaggia di Nida vediamo una cospicua colonna di fumo di un incendio proveniente dalla foresta russa, che persiste a lungo; nelle foto riviste a casa fanno la loro comparsa nel cielo anche elicotteri antincendio). Le spiagge naturiste, in particolare quella di Nida, sono frequentate da persone di tutte le età, soprattutto coppie e famiglie con bambini. Del tutto assenti i personaggi collaterali e indesiderati, come guardoni o esibizionisti, riscontrati altrove. Né le spiagge per donne né quelle naturiste erano indicate sulle nostre guide. Noi abbiamo preferito in generale le zone di spiaggia più selvagge (a Saaremma la spiaggia più bella è quella di Takhuma, isolata dai centri abitati e protetta da dune e pineta, ma facilmente raggiungibile), ma gli arenili più frequentati presentano qualche zona attrezzata, punti di ristoro, bagni, cabine gratuite per cambiarsi, giochi per i bimbi, venditori ambulanti di gelati, e talvolta possibilità di praticare attività come windsurf, ecc. A Pirita addirittura si esibiva sulla spiaggia un’associazione estone di capoeira, con musicisti e atleti-danzatori maschi e femmine, adulti e bambini. Il Mar Baltico è un mare del nord. Per quanto noi l’abbiamo visto nel suo aspetto migliore e più amichevole, scordatevi i colori dei Tropici o del Mediterraneo. Le spiagge però come dicevo sono molto belle, con alle spalle dune con vegetazione, o pinete. A Nida abbiamo trovato l’acqua del mare gelida. I tentativi di rimanere in acqua per cercare di acclimatarsi ci vedevano uscire sconfitti e sconcertati con i piedi doloranti per il freddo. Il trucco per sopportarne la temperatura era passeggiare camminando con i piedi nell’acqua. Così il freddo era sopportabile e alla fine sono riuscito a bagnarmi, per quanto non a nuotare. Nelle altre località la temperatura dell’acqua era molto più calda, con un declivio molto lento che imponeva delle lunghe camminate per riuscire a fare una nuotata ma che in compenso faceva sì che l’acqua si scaldasse sotto il sole fino a temperature quasi da vasca da bagno. |
AutoreLe impressioni di un viaggio di Mauro e Alessandra: nell'estate del 2014 attraverso Lituania, Lettonia ed Estonia tra molte piacevoli sorprese. ArchiviCategorie
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