Il primo giorno non è andata male; la ragazza alla reception del Downtown Market era molto carina (in senso estetico) e i camerieri maschi la sera al ristorante in piazza del municipio erano allegri e sorridenti. Finita lì. La seconda sera la cameriera del ristorante (e siamo ad Uzupio! La sedicente repubblica indipendente, anarchica, spiritosa e bohemien nel cuore di Vilnius) era fredda e scostante e frequentemente spariva al di sotto del bancone diventando irreperibile. Abbiamo pensato di aver trovato una cameriera eccezionalmente poco cortese. Invece, ce ne siamo resi conto ben presto, era la regola. Lituani, lettoni, estoni, con poche differenze e rare eccezioni, sono dei musoni. Dire maleducati è troppo, ma freddi, scostanti, poco accoglienti ci sta. La cosa colpisce perché le persone con cui abbiamo avuto a che fare erano principalmente gli addetti ai servizi turistici, receptionist, personale di servizio degli alberghi, cameriere di ristoranti, bigliettai e così via, e considerato il palese investimento in termini economici e di scelte urbanistiche che i tre Paesi stanno facendo è sorprendente l’assenza nelle persone di disponibilità e di spirito di accoglienza. E pure i non addetti al turismo non è che ci è sembrato brillassero di simpatia. Ci si incontra in un corridoio, in cucina, si fa complimento ad un bambino o ad un cane, ci si incrocia su un sentiero, si chiede un’informazione: trovare un sorriso dall’altra parte è cosa rara. Con le debite eccezioni, è chiaro: una coppia di ragazzi ci ha dato un passaggio in auto e abbiamo chiacchierato simpaticamente per qualche minuto, il receptionist del Big Bed era un tipo, le cameriere del ristorante rustico di Kuressaare erano sorridenti e simpatiche, quelli del Rataskaevu16 a Tallinn di una cortesia molto professionale, un ragazzo timido e carino si è prestato a darci le informazioni sul pesce affumicato a Nida, due lettoni-russi hanno attaccato bottone con noi al ristorante di Riga, ma insomma, sono piccole eccezioni in un panorama di musi lunghi. Sarà un’insoddisfazione storica, che viene dal lungo periodo di coercizione e di sofferenza sotto il giogo sovietico; ma in Spagna ad esempio il dopo-franchismo ha prodotto la movida, il cinema di Almodovar, l’esplosione della gioia di vivere... Mah; diversi climi, diverse latitudini, diversa distribuzione dell’insolazione, diverse stirpi e diverse storie... Le ragazze (Alessandra sostiene anche i ragazzi) sono molto belle, bionde ma non diafane come le polacche. Invecchiando spariscono lasciando il posto a signore di scarsa avvenenza. A parte le numerose ragazze in short, andavano di moda anche i vestiti lunghi, e spesso le donne avevano in mano mazzi di fiori recisi.
Dal punto di vista sociale è difficile dare un giudizio; la gente nelle città e nelle località turistiche è forse più dimessa che da noi, ma non sembra passarsela troppo male, anche se spesso abbiamo visto barboni di diversi età e sesso, lasciati forse al margine dalla svolta liberista degli ultimi decenni. Del tutto assente l’immigrazione che conosciamo noi.
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AutoreLe impressioni di un viaggio di Mauro e Alessandra: nell'estate del 2014 attraverso Lituania, Lettonia ed Estonia tra molte piacevoli sorprese. ArchiviCategorie
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