Siamo stati davvero fortunati. Le guide e i racconti di viaggio ci facevano pensare ad un clima primaverile, mite, un po’ piovoso e capriccioso. Bene, impermeabili, ombrello e maglioni sono sempre rimasti sul fondo delle nostre valigie. Abbiamo avuto 17 giorni di sole quasi ininterrotto (in quella che in Italia ha corrisposto alla peggior estate registrata in tempi storici), con belle nuvole bianche giusto per movimentare il cielo e rendere i paesaggi più fotogenici, qualche annuvolamento passeggero, un solo temporale in due tempi, a Tallinn, che ci ha sempre trovato al chiuso e all’asciutto. Il clima era caldo, a volte, nelle città, pure troppo. Qualche volta il termometro ha superato i 30 gradi. Abbiamo visto una bagnina misurare la temperatura dell’acqua del mare (bassa e vicina a riva) e stupirsi di trovarla a 28 gradi. Leggendo delle spiagge sulle guide, ci immaginavamo le tipiche spiagge del nord, lunghe distese di sabbia grigiastra in cui passeggiare vestiti mentre il vento fa ondeggiare sciarpe e cerca di rubare i cappelli. Abbiamo trovato invece spiagge splendide, con la sabbia morbida che biancheggiava al sole, con un sacco di gente ad approfittare del bel tempo crogiolandosi al sole (mai fastidioso) o bagnandosi in mare.
Le giornate, in luglio, sono lunghissime. Poiché come in molti paesi esteri non esistono tapparelle o imposte, ma solo tende, e per giunta spesso molto poco oscuranti, ci svegliavamo la mattina alle 5 con una luce in stanza che sembrava mezzogiorno. In genere però la stanchezza aveva il sopravvento e ci addormentavamo fino a ore meno barbare. Gli orari locali però sono piuttosto “invernali” e l’ora di cena si situa abbastanza presto, così spesso ci trovavamo ad andare a fare il pasto serale ancora con il sole. Alle 11 di sera il cielo non era ancora completamente buio (consiglio qualche foto serale, con l’illuminazione aranciata delle città vecchie e il cielo di azzurro intenso sullo sfondo).
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LE INFORMAZIONI PRATICHE: DOCUMENTI, VALUTA, ORA, PREZZI, TELEFONO, LINGUA Per entrare in LL&E basta la carta d’identità italiana. C’è un’ora di differenza con l’Italia (+1). Essendo al nord, d’estate le giornate sono più lunghe, il sole sorge prima e tramonta dopo. Noi abbiamo viaggiato da sud a nord, per cui quello che si perdeva con il passare dei giorni lo si riguadagnava in latitudine. In tutti e tre i Paesi baltici fanno parte dell'Unione europea e quindi la valuta è l’euro (l'ultimo ad adottarlo è stata la Lituania nel 2015) e per i cellulari valgono i propri piani tariffari come nel resto della comunità europea. Le prese di corrente sono come le nostre. I prezzi non sono cari, tranne che per alcuni servizi turistici. In ogni paese baltico si parla una lingua diversa, con vocabolari completamente differenti, anche per le parole più comuni come i saluti o le formule di cortesia. Appena imparavamo qualche parola (la più bella è “grazie” in lituano, che si dice “acciu”, come uno starnuto) era ora di cambiare paese. Il lituano e il lettone sono le due lingue baltiche arrivate fino ai giorni nostri, mentre l’estone appartiene al gruppo ugro-finnico, è affine cioè al finlandese e all’ungherese, in un esotico delirio di vocali raddoppiate e di dieresi. Tutte le lingue sono per noi (per lo meno per quelli che non le hanno studiate) incomprensibili e del tutto dissimili dalle lingue a noi più comuni. Nelle città e nei centri turistici comunque l’inglese è diffuso: molti lo parlavano a dire il vero meglio di noi, ma parlandosi tra non anglofoni nativi ci si capisce senza troppi problemi. |
AutoreLe impressioni di un viaggio di Mauro e Alessandra: nell'estate del 2014 attraverso Lituania, Lettonia ed Estonia tra molte piacevoli sorprese. ArchiviCategorie
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