Cara Islanda: mito o realtà? Prezzi e valuta L'Islanda non fa parte dell'Unione Europea e non utilizza l'euro. La valuta è la corona islandese, ma noi non abbiamo maneggiato né una banconota né una moneta pagando tutto (ma proprio tutto) con la carta di credito. A dir la verità qualche difficoltà c'è stata: in un paio di occasioni al momento della scadenza del periodo di possibile disdetta, le strutture da noi prenotate si sono viste negare dalla nostra banca l'autorizzazione al prelievo della somma dovuta. A quanto pare c'è un problema legato alla doppia autorizzazione richiesta dalle nuove leggi emanate dell'Unione Europea per la sicurezza delle transazioni, rispetto alle quali alcuni fornitori non sono evidentemente attrezzati. Abbiamo risolto in ogni caso pagando direttamente in struttura, ma in un caso con qualche piccolo disagio. Al momento del nostro viaggio 1000 corone equivalevano all'incirca a 7 euro. 1500 corone erano quindi una decina di euro, 2000 circa 14 euro e così via. L'Islanda come anche gli altri Paesi scandinavi è un Paese piuttosto caro (cosa abbastanza ovvia se si pensa che quasi tutto viene importato dall'estero). Abbiamo trovato però anche delle sistemazioni (sempre piuttosto basilari se non spartane e quasi sempre con il bagno comune) al di sotto dei 100 euro e una collega mi faceva notare che se sei abituato ad andare a mangiare fuori a Milano i prezzi non sono poi così spaventosi. Un hamburger in una stazione di servizio costa comunque una quindicina di euro, e altrettanto se non di più la più semplice delle pizze. L'accesso alle attrazioni naturalistiche è di norma gratuito. Le escursioni sono abbastanza care, ma ad essere sproporzionati sono a nostro parere i prezzi d'ingresso dei centri termali più rinomati, sui quali svetta la rinomata Laguna Blu dove la semplice entrata costa più di 50 euro. In compenso la benzina non costa molto più che da noi, le strade sono senza pedaggi, e in genere abbiamo trovato il modo di parcheggiare regolarmente e gratuitamente. Non c'è l'obbligo di rilasciare la ricevuta o lo scontrino al cliente, per cui ogni volta vi sentirete rivolgere la domanda se lo volete oppure no. Ora e orari L'Islanda è nel fuso orario di Greenwich, quindi un'ora indietro all'Italia che diventano due nel periodo della nostra ora legale, che ovviamente non viene adottata. Dico ovviamente perché a luglio il sole tramonta alle 23.30 circa e risorge alle 3.30, il che vuol dire che praticamente non diventa buio mai. Il che sotto certi punti di vista è un bene (non si rischia mai di percorrere strade non illuminate al buio, magari cercando l'isolata guest house in cui si è prenotato), sotto certi altri no: nessuna delle sette stanza in cui abbiamo dormito era protetta dalla luce da tapparelle o imposte, sicché l'unico filtro tra il nostro sonno e una luce che non scompare mai erano semplicemente delle tende. Che a loro volta potevano essere consistenti panneggi di telo scuro o irrisorie tende tipo ufficio, a listarelle bianche, permeabilissime al chiarore esterno. Per fortuna - diciamo così - la nostra stanchezza dopo giornate molto intense era tale che non avevamo grossi problemi a prendere sonno. Gli orari sono nordici. Negozi e anche alcune piscine aprono tardi la mattina (verso le 10 i primi, anche dopo le 12 le seconde) e chiudono presto la sera (alcuni negozi e supermercati abbassano le serrande verso le 18). Non tutti i negozi e i super sono aperti la domenica. Anche i locali non sono in genere per nottambuli: ci siamo presentati in una pasticceria che doveva chiudere alle 23 in cui alle 22 stavano già facendo le pulizie e anche un concerto dal vivo cui abbiamo assistito è terminato più o meno alla stessa ora. Eppure, a quanto dicono, avendo adeguate risorse economiche a disposizione, il venerdì si può fare mattina con il runtur, il giro alcolico dei locali (cui abbiamo scherzosamente intitolato il nostro diario di viaggio...). Telefono, wi-fi, elettricità
L'Islanda aderisce alla convenzione dell'Unione Europea per cui si possono fare e ricevere telefonate e navigare in rete alle stesse tariffe del proprio piano vigente in Italia. Noi avevamo due smartphone che praticamente, a causa della pandemia, non erano mai stati all'estero e abbiamo avuto problemi. Il mio telefono ha fatto una chiamata da Keflavik ma poi si è rifiutato di chiamare; idem quello di Alessandra (una voce registrata ci trasmetteva un messaggio in islandese per noi assolutamente ermetico), con la differenza che il mio almeno chissà come mai riusciva a navigare mentre il suo no. Nei primi giorni è successo di tutto: funzionavano, andavano offline e smettevano di funzionare; speravamo che ci assistesse almeno il navigatore, telefonavamo via Whatsapp approfittando della connessione negli hotel e negli ostelli. Abbiamo chattato con i nostri operatori senza riuscire a risolvere; poi Alessandra ha letto che si poteva provare a rimettere la modalità Aereo e poi toglierla. Non si sa come e perché ad un certo punto le cose si sono abbastanza sistemate e siamo arrivati felicemente al termine del viaggio. Una cosa molto comoda che abbiamo constatato per la prima volta è che il display del cellulare indicava contemporaneamente sia l'ora locale che quella di casa. Tutte le strutture dove abbiamo soggiornato offrivano buone connessioni wi-fi, così come anche alcune aree e locali pubblici. Le prese elettriche sono compatibili con le nostre, quindi non avrete necessità di alcun adattatore.
0 Commenti
|
AutoreNon una vera e propria guida di viaggio (per quella ci sono tanti siti e pubblicazioni più autorevoli), ma quasi: Mauro e Alessandra vi raccontano quello che hanno scoperto dell'Islanda girandole intorno in otto giorni, nel corso dell'estate 2021. Una guida basata quindi strettamente sull'esperienza diretta, dedicata a quelli che le cose preferiscono scoprirsele da soli... Categorie
Tutti
|