Dove salutiamo la cremonese e dove facciamo i pr per l'escursione; dove la macchina fotografica smette di funzionare nel momento più eclatante delle nostre vacanze di tutti i tempi e dove facciamo il bagno più incredibile della nostra vita.24 luglio, giorno 14 LA PAZ – PLAYA TECOLOTE – ISLA ESPIRITU SANTU (LOS ISLOTES, PLAYA ENSENADA GRANDE) - LA PAZ Incontriamo la cremonese: è stata alla Sematur a prenotare il ritorno per settembre e sta partendo per San Lucas. Ci salutiamo e ci chiederemo per sempre dove sia finita, lei e i suoi sciagurati (o fortunati?) bambini. Quindi ci presentiamo all’hotel e un minibus ci porta effettivamente a Playa Tecolote, una spiaggia organizzata. Nella vetrina di un bar sulla spiaggia vediamo la pubblicità di un’escursione che a suo dire porterebbe in un posto dove si può fare il bagno insieme ai lobos marinos. Abbiamo i nostri dubbi, malgrado le fotografie messe lì a scopo dimostrativo, ma dopo esserci sistemati sotto una palapa non resistiamo alla curiosità e andiamo a parlare con gli organizzatori, che ci assicurano che è proprio così. Costa 200 $, ma non si parte se non si raggiunge un numero minimo. Siamo solo noi; ma decidiamo che un’occasione così non ci ricapiterà facilmente e così cominciamo a battere la spiaggia cercando di convincere indolenti messicani sprofondati nel proprio riposo ad unirsi a noi. Incredibilmente, la cosa funziona, convinciamo un padre di famiglia inizialmente riluttante e riusciamo a mettere insieme un gruppetto, con adulti e bambini. Torniamo quindi trionfanti dai barcaioli e partiamo su una lancia a motore provvista anche di una tenda per l’ombra. Costeggiamo la parte orientale dell'Isla Espiritu Santu, che si rivela piuttosto noiosa. Ma poi arriviamo a Los Islotes, scogli rocciosi all’estremità dell’isola. E’ un posto assolutamente deserto, desolato e selvaggio, senza costruzioni o esseri umani in vista. E qui succedono due cose memorabili, una brutta e una bella; rispettivamente: a) la macchina fotografica (una Voigtlander che mi ha affidato mio papà e che in vita da quattro anni più di me), che già a Loreto aveva preso una botta, decide di smettere di funzionare in uno dei momenti più eclatanti delle nostre vacanze di tutti i tempi e di tutti i paesi; b) facciamo la nuotata più incredibile della nostra vita. Il posto è pieno di foche e leoni marini, ma io sono talmente scioccato e depresso dalla rottura della macchina fotografica che non vorrei nemmeno scendere dalla barca. Per fortuna Alessandra mantiene il sangue freddo, mi chiede se sono scemo e mi ricorda quanto è poco probabile avere di nuovo un'occasione simile. Alla fine, sia pur riluttante, mi infilo maschera subacquea e giubbotto salvagente (ottimo: così posso guardarmi in giro con più spensieratezza senza temere di affogare), scendo dalla barca e raggiungo Alessandra che si era già avventurata da sola nell'acqua affollata di pachidermi. Guai a me se non l’avessi fatto. Il mare è pieno di pesci belli e colorati, i fondali sono suggestivi, ma soprattutto ci sono loro. Foche! Elefanti marini! Sono intorno a noi, davanti a noi, sotto di noi, in mare, sulle rocce. Sugli scogli le foche si spaparanzano a prendere il sole, a due bracciate da noi altre foche volteggiano, fanno le loro evoluzioni natatorie, si baciano; un enorme leone marino ci gira intorno, probabilmente per tenere d’occhio il suo harem: ci passa sotto, di fianco, riemerge sbuffando sonoramente ad un metro di distanza, ci punta con degli impressionanti vis-a-museau. Più volte una foca o un leone marino mi tocca i piedi passandomi di lato. Non so se avete presente quanto sono grossi questi animali; non ci è mai più capitato di trovarci in mezzo a degli animali selvatici di tale stazza e dimensioni, in una situazione totalmente naturale e selvaggia (sì, forse in Sudafrica, in mezzo ad una mandria di bufali – per fortuna talmente perplessi da dimenticarsi di essere pericolosissimi -, ma lì eravamo dietro la barriera di vetro e lamiera dell'abitacolo di un automobile). E’ un’esperienza esaltante e indimenticabile. Per quanto non fotografata... Dopo un po’ risaliamo a bordo della barca e costeggiamo lentamente gli scogli coperti di foche, adagiati sugli scogli come su delle mensole, e assistiamo a diverse scene di vita animale, come un gustoso sketch tra una foca e un granchio rosso. Riprovo sfiduciato la macchina fotografica, che con un sussulto d’orgoglio riesce ancora a sparare qualche ormai mediocre foto verso gli scogli. Quindi la lancia ci sbarca a Ensenada Grande, una bellissima spiaggia bianca con acqua di eccezionale limpidezza. Alessandra fa amicizia con una bambina a colpi di “holà”, avvistiamo uno scoiattolino, poi ritorniamo velocemente , costeggiando la costa ovest, ben più bella dell’altro lato. A Playa Tecolote ci riposiamo (dalle emozioni), e poi torniamo a La Paz con un minibus sovraffollato. Ceniamo in un ristorante sul lungomare, poi gelato (choco chips e uveta con pasas).
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