Dove si comincia dalla fine, e cioè si tirano le conclusioni.Alessandra aveva trovato un volo aereo per la Thailandia ad un prezzo abbordabile, e così decidiamo di tentare il grande salto. E’ il nostro primo viaggio intercontinentale insieme (io sono stato in Marocco in primavera, insieme ad un amico, grazie all’offerta di un tour a metà prezzo), anche se ci siamo già messi alla prova con una serie di viaggi fai-da-te in Italia e in Europa, da soli o con amici. Era il 1993 (d.c.; o meglio l'anno 2536 dopo la morte di Buddha), e per quanto riguarda i viaggi, era un altro mondo, senza rete: cioè senza Internet, senza smartphone o cellulari, senza Booking e senza Maps; a parte una programmazione sommaria che si poteva tentare consultando da casa le guide turistiche (noi ci eravamo affidati a quella della Clup, sufficientemente alternativa e ricca di informazioni pratiche oltre che culturali rispetto alle guide tradizionali di allora, anche se rigorosamente priva di fotografie – meglio? si conservava maggiormente la possibilità di essere sorpresi una volta arrivati sul posto), per il resto un viaggio del genere era un salto nel buio. A parte il volo di a/r e le prime notti prenotate nell’albergo di Bangkok, tutto il resto del viaggio - itinerario, trasporti, alloggi, escursioni - era da costruire mano a posto sul posto, andandosi a cercare le informazioni in un Paese dove nessuno parla italiano, non tutti parlano inglese e l’alfabeto è alieno rispetto al nostro. Tirando le conclusioni, il viaggio in Thailandia non è certo da annoverare tra i migliori del nostro carnet, tanto è vero che bisognerà aspettare il 2015 (dopo aver visitato altri 40 Paesi in giro per il mondo) prima che ci venga l’idea e la voglia di tornare nel sud-est asiatico (e anche questa volta con esito controverso). L’itinerario scelto, diviso grosso modo in tre tappe – capitale, nord, sud -, aveva un suo perché. Bangkok (che non ci è piaciuta per niente) è comunque da vedere ed è un punto strategico per visitare località nei dintorni (a qualche decina di chilometri) come ad esempio Ayutthaya e il mercato galleggiante di Damnoen Saduak. Vale la pena di visitare la parte nord del paese; Chiang Mai come base è una città gradevole e, rispetto alla capitale, riposante. Con il bel tempo meriterebbe qualche giorno in più di quelli che gli abbiamo dedicato noi, per effettuare escursioni (ce ne sono anche a dorso di elefante) sulle montagne e nelle foreste. Imperdibile poi una tappa sulle spiagge esotiche di qualche località marina. Noi abbiamo optato per Koh Samui, nel Golfo di Thailandia, ma altre località rinomate sono sulla costa opposta della penisola, nel Mare delle Andamane. Per chi è appassionato di snorkelling e immersioni Samui non è il massimo; meglio dirigersi ad esempio verso Koh Tao, che fa parte dello stesso arcipelago. Poi vengono le note dolenti. Era sbagliato prima di tutto il periodo (per noi obbligato). Ad agosto 1993 in Thailandia piove. E’ la stagione delle piogge monsoniche e piove quasi tutti i giorni - quando violenti acquazzoni, quando moleste pioggerelline. Ha piovuto a Bangkok, nel centro del Paese, ha piovuto nel nord montuoso e ha piovuto nel sud, sul mare del Golfo di Thailandia. E non si pensi alle nostre rinfrescanti sciacquate estive: la pioggia non fa che amplificare gli effetti molesti del clima caldo-umido, a volte davvero difficile da sopportare, particolarmente nella capitale. Questo rende più difficile muoversi e godersi le visite, per l’affaticamento dovuto al caldo soffocante e per le condizioni di luce (sono frequenti i cieli grigi, quando invece si vorrebbero cielo terso e un sole che faccia risplendere come si deve l’oro delle cupole, delle statue e dei pinnacoli). Le foto che abbiamo visto in Internet sono immensamente più belle e intensamente colorate dei nostri ricordi. Non sono un appassionato dell’architettura monumentale orientale e la visita di palazzi e templi mi lascia abbastanza freddo (Ayutthaya è però un sito suggestivo). Bangkok è una città caotica, inquinata, ingorgata, tutto sommato antipatica; è nella parte alta della nostra ideale classifica delle città più detestabili del mondo. Forse il giudizio sarebbe meno impietoso se l’avessimo visitata in un diverso periodo. Anche il mare non ci ha fatto impazzire, anche se le spiagge, con sabbia chiara e bordate dalle palme, sono da cartolina. Anche qui sicuramente influisce sul giudizio il clima non favorevole. Molto bella l’escursione ala parco marino di Angh Thong (non fate come noi e procuratevi una maschera). I contatti con la popolazione locale sono stati pochi e non sempre piacevoli. I tailandesi passano per essere un popolo gentile e accogliente, ma la nostra visione parziale ci ha messo davanti a persone non sempre cortesi e spesso interessate (a portarci in qualche negozio o a venderci la qualunque cosa, tanto che alla fine avevamo adottato la strategia di chiedere le informazioni a ragazzini e studenti). A proposito, se siete dei patiti dello shopping, di qualsiasi tipo, la Thailandia potrebbe essere il posto che fa per voi (ma non per noi). Se poi vi piace tirare sui prezzi, accomodatevi, la Thailandia ha prezzi bassi ed è il regno della trattativa. Il profilo low cost della nostra vacanza inoltre ha ovviamente influito sul relativo comfort. I prezzi tailandesi come ho appena detto erano molto ridotti rispetto ai nostri, ma noi eravamo comunque orientati al risparmio e spendendo qualche soldo in più (a posteriori, riconosciamo che ne sarebbe valsa la pena) avremmo fatto meno fatica e goduto di maggiori comodità. Avremmo forse dovuto prendere qualche tuc tuc in meno, qualche aereo in più (per spostarsi da nord a sud saltando il secondo passaggio a Bangkok), e trovare qualche sistemazione meno spartana. A Koh Samui ci siamo rassegnati per pigrizia a rimanere nel primo posto dove siamo capitati (anche se un po’ ha influito il fascino alternativo e un po’ brutalista dei nostri bungalow alla Robinson Crusoe, in mezzo alle palme e al margine della spiaggia), quando a prezzi tutto sommato abbordabili sarebbe stato possibile alloggiare in villaggi immensamente più comodi e belli. Di certo comunque è stata un’avventura e un’esperienza; e il viaggio è stato interessante e con momenti divertenti, una sorta di rodaggio per i viaggi a venire. Scrivo queste righe durante i mesti giorni del lockdown della primavera 2020, forse l’inizio di una nuova e meno felice era; in questo momento non si sa se nel prossimo futuro sarà possibile viaggiare (dove, come, quando, quanto). Scrivo quindi con il rimpianto per i viaggi passati, e con la speranza in quelli futuri. Nota per la lettura dei prezzi indicati nel testo: Un euro odierno – all'epoca in Italia c'era la lira – sarebbe l'equivalente di circa 33 bath, all'ipotetico cambio del 1993; quindi 100 bath equivalgono approssimativamente e ipoteticamente a 3 euro.
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Giorno 1 - 17 agosto 1993 |
Thailandia 1993C'era una volta (1993 d.C, ovvero 2536 d.B.): Alessandra trova un volo a buon prezzo (non si diceva ancora low cost) e partiamo per la Thailandia, nel nostro primo viaggio insieme extra-Europa. Quasi tre settimane per visitare Bangkok e dintorni, dare un'occhiata al nord montuoso, rilassarci sulle spiagge del sud e cercare di capire qualcosa della Thailandia. Senza booking on line, senza maps, senza trip advisors e senza smartphone... ArchiviCategorie
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