Gli islandesi Gli islandesi sono oggi circa 360.000; un terzo vive nella capitale e i rimanenti sparpagliati nel resto del territorio, con una densità di circa 3 abitanti per chilometro quadrato che è una delle più basse del pianeta; la popolazione vive per lo più lungo le coste, mentre l'interno, occupato dall'altopiano, dalle montagne e dalle calotte glaciali (il 10% dell'isola è coperto da ghiacciai) è quasi disabitato. Diciamo senza offesa che gli islandesi non sono molto affabili. L'accoglienza, anche da chi dovrebbe accogliere per professione, è sempre stata corretta ma distaccata e senza alcun calore (forse solo nei Paesi Baltici abbiamo trovato una scontrosità anche superiore). Durante il viaggio ci siamo d'altra parte interrogati più volte su come sia (sopportabile) la vita in Islanda, soprattutto al di fuori dei centri principali (che per i nostri standard sono al massimo dei paesotti), vedendo le case e le fattorie isolate da tutto. Come vanno i bambini a scuola? A chi si chiede lo zucchero se ci si accorge all'improvviso che la zuccheriera è vuota? Che lavoro fanno gli adulti? Come fanno i ragazzi e le ragazze a conoscere loro coetanei, a scegliersi e innamorarsi, a mettere su famiglia? Come si fa a sopravvivere a mesi e mesi di buio e di freddo? Non c'è stata l'occasione di chiedere risposte a nessuno. Pare che gli islandesi diano il meglio e il peggio di sé nei famigerati venerdì sera, in cui, soprattutto nella capitale, ci si ubriaca tutti allegramente e si tira mattino per le strade. Non eravamo a Reykjavik di venerdì e quindi non abbiamo potuto verificare di persona: possiamo però assicurarvi che i mercoledì e i giovedì sera sono alquanto tranquilli. Lo spirito di osservazione di Alessandra mi ha fatto notare due cose curiose: una è la giovanissima età dei commessi dei supermercati. Alla cassa, in diversi posti, c'erano effettivamente ragazzini giovani, ma giovani in modo sconcertante. Sfruttamento giovanile? Rieducazione attraverso il lavoro dei ragazzi bocciati alle scuole medie? Mah. Poi dopo qualche giorno di viaggio mi ha fatto notare come molte ragazze fossero sovrappeso. Abbiamo cominciato a farci caso e la sua osservazione è risultata corretta: molti, anche giovani, sembrano obesi. Abbiamo fatto una ricerca su Internet e un articolo ci ha confermato la nostra tesi; addirittura si diceva che nelle sale parto hanno dovuto adottare lettini rinforzati per sostenere le partorienti corpulente. Nell'ostello di Vik l'uscita d'emergenza antincendio era rappresentata da una stretta finestrella dalla quale ci si doveva calare lungo i tetti e le pareti per mezzo di una fune annodata gentilmente messa a disposizione: dubito che un islandese medio sarebbe riuscito a infilarsi nel varco. La situazione va un po' meglio a Reykjavik: forse la dimensione urbana e un po' più di vita sociale inducono ad avere un po' più di attenzione per il proprio aspetto fisico. E ciò ovviamente non toglie (lo dico per i lettori maschi) che si possano incontrare biondine leggiadre e incantevoli. Gli immigrati (non molti) sono quasi tutti di origine nordeuropea (polacchi, baltici, scandinavi, germanici), per cui sono pressoché indistinguibili dal resto della popolazione. Lingua L'islandese è una lingua difficile, con un vocabolario molto lontano dal nostro (qualche vocabolo mostra una derivazione anglosassone), un alfabeto con qualche carattere in più (un paio di lettere che si pronunciano entrambe in modo simile al th inglese) e le declinazioni. Dopo qualche giorno comincerete a intuire il significato di alcune parole o suffissi: foss per cascata, jokull per ghiacciaio, budin per negozio, kirkja per chiesa e così via. Tutti però parlano in inglese (immensamente meglio di noi due), i siti hanno spessissimo la versione in inglese i motori di ricerca sono tolleranti nelle traslitterazioni dei caratteri strani e le indicazioni utili sono sempre anche in questa lingua. Se quindi vi destreggiate un po' con l'inglese non dovreste avere nessun problema. Gli islandesi che abbiamo incrociato comunque non erano molto loquaci e quindi le comunicazioni si limitavano a quelle strettamente necessarie.
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AutoreNon una vera e propria guida di viaggio (per quella ci sono tanti siti e pubblicazioni più autorevoli), ma quasi: Mauro e Alessandra vi raccontano quello che hanno scoperto dell'Islanda girandole intorno in otto giorni, nel corso dell'estate 2021. Una guida basata quindi strettamente sull'esperienza diretta, dedicata a quelli che le cose preferiscono scoprirsele da soli... Categorie
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