Architettura, cultura e musei (assurdi) In Islanda ci si va per la natura e non per le ricchezze storiche architettoniche. Le case più antiche risalgono al massimo ai primi '900 o fine '800 e sono spesso edifici tutt'altro che appariscenti. Personalmente non amo molto lo stile freddo e razionalistico dell'architettura nordica contemporanea e la maggior parte degli edifici moderni non incontrano il mio gusto. Le costruzioni più belle rimangono per me le case tradizionali (in legno e lamiera ondulata), spesso con i muri o i tetti di colori molto vivaci. A Reykjavik se ne trovano molti esempi nel centro “storico”, a volte con belle facciate dipinte, mescolate disordinatamente alle nuove costruzioni. Il resto non mi piace: la cattedrale Hallgrimskirkja (una specie di incrocio tra un razzo sulla rampa di lancio e il Chrysler, costruita negli anni 80 su un piccolo rilievo che le garantisce l'onnipresenza nello skyline cittadino), i palazzi del Parlamento e del Comune, il nuovo centro culturale Harpa in riva al mare, e così via. Le cittadine e i paesi più piccoli (come Seydisfiordur, o Husavik, con la sua chiesa di legno candido profilato di rosso e sovrastata dagli aguzzi tetti verdi), ma anche le case isolate in mezzo alla natura, offrono scorci più suggestivi e romantici, spesso su sfondi naturali molto pittoreschi. Abbiamo disertato i musei, dedicati soprattutto all'arte e alla storia locale; gli esempi di pittura e scultura che abbiamo incrociato non erano così invitanti. L'Hallgrimskirkja essendo di rito luterano è all'interno un capannone spoglio e nudo, fatta eccezione per le panche e un pregiato organo da oltre 5000 canne. D'altra parte l'Islanda vanta una bella collezione di musei bizzarri; alcuni sono dedicati a quella parte della sua storia legata al mare e alla pesca (per cui ci sono musei dedicati alla balena, all'aringa, ai mostri marini o all'aringa sotto sale) o al folklore (il museo della stregoneria), ma nella cosmopolita Reykjavik ci si spinge ben oltre con il Museo del Punk (ovviamente in un sotterraneo), ma anche l'imprescindibile Phallological Museum, o Penis Museum: insomma per fare una battuta scontata ma inevitabile un Museo del Cazzo, che si vanta giustamente di essere l'unico al mondo dedicato a questo particolare organo dell'anatomia maschile, il che può stupire fino a un certo punto. Reykjavik offre inoltre una scena di street art piuttosto vivace e di buona qualità. Ci sono bei murales nella zona del centro, lungo la centralissima Laugavegur, e nelle immediate adiacenze. Anche Seydisfiordur ha diverse case dipinte, e la strada principale che sale alla chiesetta dipinta con i colori dell'arcobaleno, così come nella capitale la Skolavordistigur che sale dalla Laugavegur alla Hallgrimskirkja; la stessa Laugavegur, nei tratti pedonali, ha il lastricato dipinto con disegni fantastici. Locali Non abbiamo fatto molta vita mondana (e d'altra parte davvero non ce n'era molta); ne parliamo nel diario. Le piscine termali L'Islanda trabocca di energia geotermica: le centrali sembrano stazioni insediate su pianeti alieni e sparano nel cielo i loro fumi, le case sono riscaldate con il calore naturale delle acque e dai rubinetti l'acqua calda è quella naturale e puzzolente che arriva dalla terra. Di conseguenza, e considerata di contro la rigidità del clima, dovunque si trovano piscine termali all'aria aperta, con vasche di acqua calda e tiepida dove trascorrere a mollo le proprie ore dedicate al relax e alla socialità (la nostra guida le paragona alle piazze delle nostre città per la loro funzione di incontro e di scambio sociale), magari mentre il terreno intorno è coperto di neve. In realtà si va dalle pozze naturali d'acqua calda che si trovano in posti selvaggi (dove ci si può spogliare e prendere un bagno, facendo bene attenzione alle temperature che possono anche essere ustionanti), alle onnipresenti piscine comunali (abbiamo visto forse più insegne di piscine che chiese), dai prezzi abbordabili, e infine gli impianti più prestigiosi, collocati in contesti naturali particolari e l'accesso ai quali è molto costoso. I più belli sono probabilmente quello della Laguna Blu (raggiungibile in breve da Reykjavik, con le vasche scavate tra campi neri di lava), quello nei pressi del Mytvan (in vista del lago e tra piccoli rilievi vulcanici – l'unico che abbiamo testato personalmente), quello di Vok (con vasche galleggianti nell'acqua di mare) e quello di Hofsos (con le acque delle piscine che sfiorano quelle del fiordo). Per il semplice ingresso, i prezzi decrescono dai 55 euro del primo ai meno di 10 dell'ultimo. Noleggio di costumi o asciugamani, bevande, ecc. sono tutti extra. Consiglio a tutti di portare il proprio costume e un asciugamano (o ancor meglio un accappatoio) e delle ciabattine. Una cosa che stuzzica la pruderie di molti è il fatto che prima di entrare in piscina bisogna fare una doccia accurata completamente nudi, e senza divisori tra una doccia e l'altra; ovviamente ci sono locali separati per uomini e donne. Ci sono perfino tabelle che indicano a quali parti del corpo dovete maggiormente dedicare le vostre attenzioni igieniche: le acque delle vasche sono naturali e senza aggiunto di cloro quindi è importante che i bagnanti entrino belli puliti. A disposizione armadietti, bagnoschiuma, shampoo e perfino balsamo per i capelli. Una volta reindossato il costume si esce all'aperto per immergersi nell'acqua lattiginosa e calda (in genere sui 38°) dove si può rimanere finché si vuole. Soprattutto per la Laguna Blu, consigliano di prenotare in anticipo; nei bagni del Mytvan siamo entrati senza problemi né prenotazioni nelle prime ore del pomeriggio. Attività
Le attrattive culturali e la vita mondana in Islanda sono decisamente meno accattivanti di quelle presenti nella maggior parte degli altri Paesi europei. Le principali attività che si possono fare in Islanda sono quindi in grandissima parte legate all'esplorazione della natura: in estate si può scegliere tra trekking a piedi nei parchi naturali e sulle montagne islandesi, gite a cavallo nelle brughiere e sulle spiagge (spesso di sabbia nera di origine lavica), navigazione nei fiordi e in mare per vedere le balene (il centro più rinomato per il whale watching è Husavik, sulla costa nord), uscite in battelli o gommoni nei fiordi e nelle lagune percorse dagli iceberg, escursioni per il bird watching, ecc.; dopo o in alternativa a queste attività più impegnative ci si può mettere a mollo in una piscina termale (ne parlo qua sopra). In inverno si aggiungono o si propongono in alternativa altre attività, legate alla presenza della neve e del ghiaccio (fino ad escursioni nelle viscere dei ghiacciai, possibili solo nei mesi più freddi quando il ghiaccio è più stabile), o escursioni alla ricerca dell'aurora boreale (lo spettacolo dev'essere emozionante ma non è assicurato ed è legato alle condizioni climatiche).
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AutoreNon una vera e propria guida di viaggio (per quella ci sono tanti siti e pubblicazioni più autorevoli), ma quasi: Mauro e Alessandra vi raccontano quello che hanno scoperto dell'Islanda girandole intorno in otto giorni, nel corso dell'estate 2021. Una guida basata quindi strettamente sull'esperienza diretta, dedicata a quelli che le cose preferiscono scoprirsele da soli... Categorie
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