Guide e letture Noi abbiamo utilizzato le nostre preferite, la Lonely Planet e la Rough Guide (in Italia edita da Feltrinelli), entrambe disponibili in edizione italiana, pratiche, attendibili, interessanti nelle informazioni di contesto e ricche di consigli utili. La prima segue un itinerario in senso orario (il contrario di quello seguito da noi); la seconda procede per zone. Per qualità e quantità delle informazioni direi che sono equiparabili. Io preferivo compulsare la Rough perché ha un'impaginazione che, con il progredire dei miei problemi di vista, mi riesce più leggibile. Riguardo alle guide, vi diamo comunque un consiglio, che non piacerà ai relativi editori (che così non ci sponsorizzeranno): se volete una fonte di ricordi a portata di mano da sfogliare in futuro o pensate di tornare a breve in quella destinazione, compratela. Altrimenti iscrivetevi ad una biblioteca pubblica e prendetela in prestito per il tempo che vi occorre. Avrete auspicabilmente una guida aggiornata alle edizioni più recenti e non appesantirete la vostra libreria con un volume che per quanto riguarda le informazioni pratiche potrebbe diventare obsoleta nel giro di pochi anni (tenete conto che anche disponendo di una guida aggiornata troverete dei prezzi generalmente ritoccati in rialzo rispetto a quelli indicati). Inoltre, appena tornati dal viaggio e alla ricerca di qualcosa di islandese da leggere, mi sono imbattuto nel romanzo giallo Heimaey, di Ian Mamook, che in realtà è lo pseudonimo di un francese giramondo di origini armene che ha conseguito il successo letterario grazie alla saga poliziesca con protagonista Yeruldellger, ambientata in Mongolia. In Heimaey a far da sfondo alle vicende noir sono i paesaggi aspri ed estremi dell'Islanda: grazie ad un espediente narrativo, i protagonisti fanno un vero e proprio tour dell'Islanda, che tocca moltissime delle mete turistiche più famose e molte di quelle da noi stessi visitate. Il libro è ricco di descrizioni dei paesaggi e dei climi, di aneddoti e curiosità, di informazioni sulla storia e sulle leggende d'Islanda, sui fenomeni naturali e sullo stile di vita islandese, sulla flora e sulla fauna. Il romanzo è insomma nello stesso tempo una specie di vera e propria guida turistica dell'isola - condita da delitti, inseguimenti e investigazioni -, interessante per chi progetta un viaggio, piacevole per chi ne è tornato, affascinante per i curiosi che in Islanda però non ci vogliono o non ci possono andare. Per chi vuole saperne di più qui trova la mia recensione del libro. Volare L'unico volo diretto che abbiamo trovato in partenza da Milano è della compagnia ungherese WizzAir. Il volo non è operativo tutti i giorni. Il biglietto è costato circa 240 euro a testa a/r con l'opzione che dà diritto alla priority, al bagaglio in stiva e a qualche garanzia in caso di annullamento. Prenotando prima probabilmente si trovano tariffe migliori (noi abbiamo prenotato con una settimana d'anticipo). Il volo dura circa 4 ore, bisogna mettere in conto però due ore di differenza tra l'orario italiano e quello islandese (che si guadagnano andando e si perdono tornando). On the road: Automobile e strade
Direi che per visitare l'Islanda non esistono molte alternative al noleggio di una vettura (si può arrivare anche la propria, attraversando l'Europa fino alla Danimarca e da lì imbarcandola su un traghetto per un paio di giorni di traversata). Le maggiori agenzie di noleggio hanno gli uffici all'interno dell'aeroporto di Keflavik, altre all'esterno a poche centinaia di metri di distanza (ci era stata prospettata la presenza di un bus navetta che però non si è mai palesato) percorribili facilmente a piedi anche con i bagagli. Al momento della consegna conviene scattare qualche foto alla carrozzeria, se presenta qualche imperfezione, per evitare eventuali future contestazioni (le assicurazioni in genere non coprono ad esempio i danni dovuti alla ghiaia) e si viene ammoniti sui rischi degli animali presenti sulla strada (soprattutto pecore, montoni ed agnelli) e sull'attenzione che bisogna porre nell'aprire le portiere in caso di forte vento. I fari vanno tenuti accesi anche di giorno e anche se la luce d'estate non manca (quasi) mai. Il costo è abbastanza alto, e sale di molto se si opta per un fuoristrada o per un camper. Ma se viaggiate d'estate e restate sulle strade principali (la n. 1 e le sue molte diramazioni) non avrete problemi anche se non avete una vettura a quattro ruote motrici. Noi in due abbiamo viaggiato su una piccola Kia Picanto, noleggiata ad un prezzo inferiore alla media con la :::, agenzia che si è sembrata seria e affidabile. Il bagagliaio della Picanto è abbastanza piccino ma noi abbiamo cercato di contenere i bagagli e senza cappelliera ci stava tutto senza problemi. Il nostro autonoleggio era convenzionato con una rete di distributori automatici e stazioni di servizio (rispettivamente OB e Olis), con sconti del 10% circa su benzina, cibi e bevande. Le stazioni di rifornimento sono abbastanza ben distribuite ma le distanze sono abbastanza lunghe ed è meglio non rischiare di rimanere a secco in lande deserte e non servite, quindi fate attenzione ad avere sempre sufficiente carburante in serbatoio. Alcune cartine riportano anche le stazioni di servizio (che sono anche un buon posto per mangiare qualcosa a metà giornata senza spendere molto). Un'altra catena molto diffusa è la NR 1, convenzionata a sua volta con altri autonoleggi. La statale n. 1 (Hringvegur) disegna un anello che fa il periplo del corpo principale dell'isola: lungo il suo tracciato o a breve distanza di esso si trovano molte delle attrazioni turistico-naturalistiche che vorrete visitare. I paesaggi (tra monti, oceano, laghi, cascate, ghiacciai, vulcani) sono in genere molto suggestivi. A meno che abbiate deciso di dedicare il vostro viaggio a regioni o zone particolari, potete percorrere l'interno anello (con le doverose eccezioni) in senso sia orario che antiorario; non ci sono particolari ragioni per preferire l'uno all'altro, ma abbiamo trovato il tratto (per noi l'ultimo) tra Akureyri e la capitale uno dei meno suggestivi. Vedete voi se volete spararvelo subito o riservarlo per la tirata finale (a meno che abbiate deciso di spezzarla visitando anche i fiordi del nord-ovest, che dicono molto affascinanti). Noi abbiamo percorso pressoché tutto l'anello, oltre ad una serie di deviazioni, in sei giorni, percorrendo 1900 km in totale. Trovate il dettaglio del nostro itinerario nel diario di viaggio. La Hringvegur è una semplice strada a doppia corsia, senza illuminazione (ma tanto d'estate è sempre chiaro) e spesso senza parapetti. Percorrerla è abbastanza semplice, e noi abbiamo trovato un traffico che sarebbe eufemistico definire esiguo. Le uniche strade non asfaltate che abbiamo percorso sono state dei tratti della 711 e della 716 per andare/tornare da Hvitserkur, piste lisce e ben battute in cui si viaggia bene a 60 kmh. I limiti di velocità sono di 50 all'ora nei centri abitati e di 70/90 kmh al di fuori. Noi siamo stati abbastanza ligi (abbiamo sentito parlare di salatissime multe), ma non tutti rispettano i limiti, cosa comprensibile considerando la visibilità in genere ampia e la scarsità del traffico. L'unico tratto che prevede il pagamento di un pedaggio è il tunnel che porta ad Akureyri, comunque evitabile; il parcheggio (tranne che in un paio di eccezioni in cui si pagavano modeste cifre per parcheggio/ingresso ad alcune attrattive naturalistiche) è in genere gratuito, anche in zone di Reykjavik vicine al centro. Tutto cambia se non si viaggia in estate: le condizioni di percorribilità possono diventare molto peggiori (considerando anche l'assenza di luce) o diventare proibitive per le condizioni climatiche. Molte strade possono venire chiuse, e occorre quindi viaggiare informandosi con molta attenzione.
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AutoreNon una vera e propria guida di viaggio (per quella ci sono tanti siti e pubblicazioni più autorevoli), ma quasi: Mauro e Alessandra vi raccontano quello che hanno scoperto dell'Islanda girandole intorno in otto giorni, nel corso dell'estate 2021. Una guida basata quindi strettamente sull'esperienza diretta, dedicata a quelli che le cose preferiscono scoprirsele da soli... Categorie
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