(Cheira a Lisboa – "odora di Lisbona" – è il titolo di una celebre canzone di Amalia Rodrigues) Lisbona è tutto sommato una città abbastanza recente. Il giorno di Ognissanti del 1755 fu colpita da un terremoto epocale (che fu avvertito in Europa e in America, causò gravi danni in Africa e rinfocolò il dibattito sull'esistenza di Dio e sulla sua natura), seguito da maremoto e incendi che devastarono metà della città e sterminarono un quarto della popolazione, oltre a mettere una pietra tombale sulle aspirazioni coloniali portoghesi. Come se non bastasse, il centro città subì un altro grave incendio nel 1988, che distrusse una parte del centro storico. Ricostruita e restaurata dopo questi eventi, Lisbona conserva tuttavia un suo carattere romantico, grazie alla particolare collocazione geografica, srotolata su sette colline e attraversata dal maestoso Tago prossimo a buttarsi nell'Atlantico, alla presenza di numerosi punti elevati panoramici, e alla sopravvivenza di alcuni vecchi quartieri (l'Alfama e il Castelo) e pregevoli monumenti. E' un carattere che sopravvive ancora oggi, anche se insidiato dalla gentrificazione e dalla modernizzazione che attenua un po' quel fascino indolente e decadente che può ricordare chi, come noi, ha visitato la città qualche decennio fa. Oggi a Lisbona si mescolano in modo suggestivo antico e moderno, tradizione e innovazione, quartieri riqualificati e case o isolati abbandonati, centro elegante e periferici sobborghi degradati. Vale il viaggio; e qui vi diamo qualche suggestione per la visita, sulla base della nostra diretta esperienza. Informazioni
Utili la rivista mensile gratuita Follow me – Lisboa, in portoghese e inglese, che è in distribuzione presso gli uffici del turismo, che dà informazioni sulle attrazioni turistiche della città e sugli eventi del mese, oppure la classica Time Out, in edicola o sul sito. Per organizzare la visita tenete presente la possibilità di acquistare la Lisboa Card (24, 48 o 72 ore) di cui parliamo nel capitolo Come muoversi.
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Vista la particolare conformazione, Lisbona, è articolata in diversi quartieri, diversi dei quali interessanti per il turista. Il centro si compone delle zone della Baixa (dove si trova, aperta verso il fiume, la centrale spianata della Praca Comercio), il Rossio, collegato alla prima da alcuni viali rettilinei, e, risalendo le colline a ovest a ridosso dalla costa, l'elegante Chiado e poi la scacchiera di vecchi vicoli del Bairro Alto. Adiacente al centro, a pochi minuti da Praca Comercio, si trova ad est l'Alfama, il famoso quartiere della vecchia Lisbona, dove sorge la cattedrale romanica (Sé), da cui si sale al castello di Sao Jorge con le sue mura panoramiche o si raggiunge il quartiere di Graca, sull'altro lato della collina. Più staccato (occorrono i mezzi, mentre tutti gli altri quartieri possono essere raggiunti e girati a piedi), sempre in direzione est, si trova il Parco de Nacoes, con costruzioni moderne, l'area che ha ospitato l'Expo, il nuovo ponte sul Tago intitolato a Vasco de Gama, e uno degli acquari più grandi del mondo. Sull'altro lato, verso occidente, incrociando quello che è per eccellenza il ponte di Lisbona, il 25 Avril, ispirato al Golden Gate di San Francisco, si raggiunge (anche stavolta con i mezzi) il quartiere di Belem, dove si trovano alcuni dei monumenti più famosi di Lisbona, il monastero dos Jeronimos, il monumento alle scoperte geografiche, la torre di Belem. Qui si trova anche il centro culturale Belem, che ospita un grande e ben organizzato museo di arte contemporanea, mentre il museo di arte antica si trova a metà strada tra il centro e Belem.
Per la maggior parte delle cose non avete bisogno dei nostri consigli: nella Baixa passeggiate per Praca de Comercio, percorrete le vie rettilinee che portano al Rossio (arrivate fino alla piazza a vedere lo scenografico ingresso della stazione omonima), prendete l'elevador de Santa Justa (un ascensore in ferro disegnato da Eiffel in stile neogotico), salite i gradini che portano alla sua terrazza panoramica, poi sbarcate nel Chiado, visitate le rovine a cielo aperto della chiesa gotica del Carmo con il suo piccolo museo, passeggiate per le vie del Chiado, tra bei negozi e case eleganti, fino alla statua di Pessoa davanti al Cafè Brasileira e, poco più avanti, alla statua di Ribeiro, detto appunto O Chiado (poeta giocoso e satirico cui qualche buontempone, alla fine dell'anno, aveva coerentemente posto una bottiglia di spumante in grembo e un calice tra le dita) e a quella di Camoes. Oppure dirigetevi sulla destra della Praca, salite per le stradine dell'Alfama, visitate la Sé, percorrete la Rua do Limoeiro fino alle splendide terrazze panoramiche, salite ancora verso il castello di Sao Jorge, fate il giro panoramico delle mura, perdetevi un po' tra i vicoli pieni di fascino, e se avete voglia continuate verso la Graca, dove troverete ulteriori panorami. Potete vedere la Lisbona più moderna spostandovi coi mezzi verso il Parco de Nacoes (noi non l'abbiamo fatto): troverete una stazione disegnata da Calatrava, lo slanciato ponte Vasco de Gama, edifici di architettura avveniristica e il secondo acquario più grande del mondo. O ancora prendete i mezzi e dirigetevi a ovest per una giornata culturale. Se ne avete voglia e interesse, scendete a visitare il Museo de Arte antigua (con le due gemme de Le tentazioni di Sant'Antonio di Bosch e il polittico medioevale dedicato a Sao Vicente e attribuito a Goncalves). Poi proseguite fino al Monasteiro do Jeronimos, visitatene la chiesa e il chiostro, bellissimi, attraversate i giardini di fronte e affacciatevi al fiume all'ombra del discutibile Padrao dos Descobrimentos (monumento alle scoperte geografiche dal sapore colonialista) che si slancia verso il Tago e se volete salite in cima per il panorama. Poco distante c'è una sorta di fortezza o di piramide atzeca, il centro culturale Belem, disegnato da Vittorio Gregotti, che ospita la collezione Berardo, dove si può ripassare la storia dell'arte contemporanea. Più avanti ancora si raggiunge infine la cinquecentesca Torre di Belem, concepita a scopo militare ma dalla deliziosa architettura in stile manuelino affacciata sul fiume (un tempo ne era circondata), con terrazze panoramiche che aumentano il loro romanticismo all'ora del tramonto.
Ci è stato consigliato (ma noi non abbiamo avuto modo di farlo, anche a causa di una giornata nebbiosa) di attraversare il fiume (con economicissimi traghetti dal Cais do Sodrè, a ovest di Praca do Comercio - i biglietti sono inclusi negli abbonamenti per i trasporti) e di raggiungere Cacilhas, il tranquillo quartiere oltrefiume, un pezzo di vecchia e tranquilla Lisbona, in cui bere qualcosa lungo i canali o la banchina e guardare il sole tramontare sul Tago. Da Cacilhas si può anche prendere il bus 101 e raggiungere la statua del Cristo, simile a quella di Rio de Janeiro, e raggiungerne la cima a 80 metri di altezza per ammirare il panorama del fiume, del ponte e di Lisbona sull'altra sponda del Tago. Come dicevo, gran parte del centro di Lisbona è visitabile a piedi. Ma la città è costruita su diverse colline: questo fa sì che luoghi che sulle cartine vi sembrano a poche decine di metri di distanza possono richiedere salite, discese, scalinate, rendendo il percorso molto più impegnativo del previsto. A questo si aggiungano marciapiedi che nel centro storico possono stringersi fino a far passare una persona sola, pavimentazioni disselciate, pavè, elementi d'inciampo, lavori in corso, ecc. Insomma, mettetevi delle scarpe comode e state bene attenti a dove mettete i piedi.
Anche perché sovente le pavimentazioni meritano di essere guardate: spesso costituite da pavè a tasselli più o meno grandi, in bicromia bianco-nera, a disegnare eleganti decorazioni geometriche o a scrivere i nomi degli esercizi commerciali prospicienti (che magari, a volte, hanno ormai cessato di esistere...). Se siete pigri, o se volete delle conoscenze più approfondite sui luoghi che visitate, c'è la possibilità di partecipare a visite guidate a piedi, organizzate secondo vari ambiti di interesse. Lisbona è un saliscendi, e abbondano quindi i posti elevati (miradoures) da cui godersi il panorama della città. Ci sono terrazze invase dalle bancarelle di artigiani e venditori di cibi e bevande, quelli romantici testimoniati dai lucchetti appesi alle ringhiere, quelli dove ritrovarsi a bere birra e a fare quattro chiacchiere con vecchie e nuove conoscenze. Tutti quelli che abbiamo visitato valgono la pena della salita, e tutti sono accessibili liberamente tranne quello del castello e dell'elevador de Santa Justa (1,5 euro oltre al prezzo della corsa). Quando siamo andati noi quello del castello era chiuso (1° gennaio) e quello di Santa Catarina lo era in teoria, dato che devono iniziare dei lavori di ristrutturazione, ma come tutti siamo entrati da un varco nella recinzione.
Il giro delle mura del castello di Sao Jorge offre una veduta a 360° gradi sulla città; quello di Santa Justa (la terrazza posta alla sommità della colonna di ferro dell'elevador) è il più centrale e il più comodo, visto che si arriva a qualche rampa di gradini di distanza grazie all'ascensore (ma mettete in conto un po' di coda per salirci); da quello di Sao Pedro (Bairro Alto) si vede la Baixa e il castello; quello di Santa Luzia all'Alfama (Rua do limoneiro) guarda sulla città e il fiume ed è abbellito da piante di bouganville e da azulejos che ornano sia la fiancata della chiesa che l'elegante pergolato; a pochi metri di distanza, sull'altro lato della chiesa, quello di Puerta del Sol offre una veduta spettacolare sui muri bianchi e sui tetti rosseggianti dell'Alfama e sul porto dove attraccano spesso enormi navi da crociera; quello della Graca è il più elevato (anche se un po' arretrato rispetto agli altri) ed ha un'ampia visuale sul colle del castello e sulla città fino al Tago; quello di Santa Catarina invece è situato dall'altra parte della città, verso ovest e ci si può avvicinare superando la salita con la funicolare della Bica: offre un bel bar panoramico e una veduta verso il ponte 25 Avril e la foce del Tago, particolarmente spettacolare verso il tramonto. Tra le chiese che abbiamo visitato, ce ne sono quattro secondo noi imprescindibili se visitate Lisbona, e che vi permettono di ripercorrere la storia architettonica della città. La prima tappa in ordine cronologico è la Sé Patriarcal, la cattedrale di Lisbona. Non aspettatevi un edificio particolarmente imponente né una piazza monumentale: posta sul pendio che porta all'Alfama, è un edificio romanico abbastanza severo, con due torri squadrate, merlate e scanalate, a racchiudere la facciata movimentata da un rosone centrale. L'interno è invece prevalentemente gotico, più slanciato del previsto, con volte a crociera. La si fotografa spesso dalla strada, con le torri a fare da sfondo al passaggio del tram n. 28 che si arrampica verso l'Alfama. Si sale poi verso il Chiado per passare al gotico del Carmo. La chiesa fu devastata dal terremoto del 1755 e mai più ricostruita, per cui gli archi slanciati a sesto acuto si stagliano contro il cielo blu e non sostengono più alcun soffitto. Le rovine sono suggestive, negli edifici superstiti sono ospitati alcuni reperti archeologici molto eterogenei. L'ingresso è a pagamento. Una bella veduta dell'abside dall'esterno e da posizione rialzata si ha dal terrazzo dell'elevador de Santa Justa. Si trapassa dal tardo gotico al rinascimentale con la chiesa del monastero dei Jeronimos, in stile manuelino, tipicamente portoghese, in cui le fioriture del gotico animano architetture in parte già rinascimentali. Ha un portale molto ricco e scenografico sulla parete rivolta verso il Tago, di un bianco abbagliante, ma l'entrata è nascosta tra chiesa e monastero. L'ingresso è gratuito, mentre si paga il biglietto (la biglietteria è separata, sulla sinistra) per visitare il grande chiostro e le altre sale del monastero (ne vale decisamente la pena). L'interno della chiesa è molto bello, con grandi colonne ricoperte di bassorilievi rinascimentali e splendide volte a crociera. Ultima tappa, per passare dal Rinascimento al Barocco, nella chiesa di Sao Roque, che si trova in realtà a poca distanza dal Carmo. L'edificio (disegnato nel XVI secolo da architetti italiani) all'esterno offre linee rinascimentali molto sobrie, ma l'interno, sempre scandito da pulite linee rinascimentali, stupisce col decorativismo barocco pieno di statue e di stucchi, tutto ricoperto di ricche dorature. Tra gli edifici civili più rappresentativi della storia di Lisbona, citiamo solo i due più noti: la torre di Belem e il castello di Sao Jorge. Il secondo sorge tra la Baixa, l'Alfama e la Graca, e il giro delle sue mura offre sicuramente belle vedute panoramiche. L'ingresso è a pagamento; noi il primo gennaio l'abbiamo trovato chiuso. La prima si trova oltre il monastero dei Jeronimos (torre e monastero sono tutelati dall'Unesco) e quindi è piuttosto lontana dal centro per essere raggiunta a piedi. E' una splendida torre fortificata, in stile manuelino, una volta inserita nel corso del Tago ma ora ormai collegata alla riva. Si paga l'ingresso e si sale alle due terrazze, con panorama sul fiume e verso il ponte XV aprile. Poiché la sommità della torre si raggiunge mediante una stretta scala a chiocciola, il flusso è regolato all'ingresso; ma molto male, per cui è facile che troviate code lentissime all'ingresso e che malgrado tutto sulla scala troviate persone che scendono in senso inverso.
I MUSEI Tra i grandi musei, noi abbiamo visitato il Museo di arte antica, che offre esempi di arte internazionale, italiana, spagnola, fiamminga, e ovviamente portoghese. Due i capolavori imperdibili: il folle e visionario Le tentazioni di Sant'Antonio, di Hyeronimus Bosh, e l'elegante polittico di Sao Vicente, attribuito a Goncalves. Il museo è bello, con spazi ampi e ben organizzati, e si trova sul percorso che porta dal centro a Belem. L'enorme centro culturale di Belem, cofirmato dall'architettto italiano Vittorio Gregotti, ospita invece l'arte contemporanea nella formidabile collezione messa insieme dal miliardario Berardo. La visita del museo permette di ripercorrere in maniera ragionata e didattica l'arte internazionale del '900. Tra gli italiani presenti ci sono Guttuso, De Chirico, Manzoni, Fontana, Bonalumi. Fino a poco tempo fa l'ingresso era gratuito (tale risulta ancora su molte guide turistiche), ora si pagano 5 euro che danno accesso anche alle mostre temporanee, pure loro molto interessanti. Se volete dedicarvi alla visita ai musei, la giornata migliore è la domenica (quando alcuni offrono l'ingresso gratuito) e in particolare la prima domenica del mese (quando lo offrono la maggior parte). La città possiede numerosi altri musei, alcuni legati alla specificità della storia e della cultura portoghese, come quello della marina, della moda e del design, delle carrozze, degli azulejos, del fado e la casa museo dedicata ad Amalia Rodrigues. Un museo che pare meriti decisamente la visita è inoltre il Calouste Gulbenkian (archeologia, arti applicate, pittura). PELLEGRINAGGI LETTERARI
Il Portogallo vanta nel panorama letterario tre nomi universalmente conosciuti: il poeta Camoes (del XVI secolo), il poeta Pessoa e lo scrittore Saramago. I ricordi di tutti e tre sono presenti a Lisbona con statue, fondazioni culturali, case, tombe. Gli appassionati potranno costruirsi un itinerario su misura. L'icona di Pessoa in particolare, è sfruttatissima e anche un po' svilita in ogni possibile declinazione, fino al kitsch, soprattutto a beneficio dei turisti a caccia di souvenir. La casa di Saramago, sul lungofiume, recentemente restaurata, si chiama Casa de los bicos ed è forse ispirata al Palazzo dei Diamanti di Ferrara. Lisbona è una buona città per la street art (in fondo gli azulejos costituiscono un arte figurativa realizzata sui muri, e quindi possono essere considerati un antenato nobile della street art...), anche se molti muri sono deturpati da tag e scarabocchi senza valore estetico. Non abbiamo individuato zone particolarmente dedicate alla street; lavori interessanti si trovano in vari quartieri e si può dire che ogni quartiere (con la parziale eccezione forse della zona della Baixa) possa riservare delle belle scoperte per chi ha occhio, interesse e curiosità. A cominciare dall'Alfama, dove si trovano bei graffiti su qualche facciata e su qualche muro diroccato; altri si possono trovare alla Graca (salendo al largo omonimo sulla sinistra) e nella zona della chiesa di Nossa Senhora; salendo (o scendendo) ripidamente al mirador di San Pedro al Bairro Alto c'è poi una galleria di arte urbana, sui muri, su tabelloni appositamente predisposti e addirittura sul tram che percorre la Traversa del Duque; altre opere vanno cercate nei bei vicoli a scacchiera del caratteristico Bairro Alto; diversi lavori interessanti si trovano sui vialetti e sugli edifici interni alla LX Factory, e ancora oltre altri murales si trovano nella zona di Belem.
Dopo un po' si riconoscono alcuni autori residenti, come Costa con le sue coppiette, Vhils, che disegna grattando gli intonaci, o Bordalo II, che realizza grandi animali sui muri (un procione, una volpe, una mosca; ma anche un coniglio rintanato tra le cantine vinicole di Porto), usando materiali di recupero. Non abbiamo cercato i lavori realizzati nel Crono Project, all'interno del quale sono stati realizzati grandi lavori sulle facciate di edifici abbandonati (e a cui hanno collaborato anche muralisti italiani come Blu o Erikailcane), per cui non siamo in grado di darvi notizie sullo stato di conservazione dei lavori. Lisbona offre ovviamente un'infinità di locali dove mangiare, dai più economici e spartani ai più lussuosi; noi non posiamo darvi che pochissimi consigli, su posti che hanno qualche particolarità e che vi permettono di “tastare” i diversi sapori della cucina portoghese.
Rosa da rua In una zona, il Bairro Alto, ricca di ristoranti, bar e locali, abbiamo cenato in questo ristorantino che, proponendo una formula a buffet (14,5 euro escluse bevande e dessert), permette di provare tante pietanze diverse e di farsi una piccola panoramica della cucina portoghese. Il buffet comprende molti antipasti (per esempio cous cous, verdure, formaggi) e vari piatti principali a base di pasta, carne e pesce accompagnati da contorni caldi e freddi. Il locale non è uno dei soliti anonimi self service: l'ambiente è caldo ed accogliente, il personale gentile e disponibile a illustrare i piatti del buffet. Facile da ricordare l'indirizzo: rua da Rosa! Mercado do Ribeira Time Out ha trasformato la metà di un mercato tradizionale in un ambiente di ristorazione originale (simile ai Mercati generali di Firenze): in un grande capannone si allineano lungo il perimetro decine di stand che offrono specialità portoghesi e internazionali, sempre con un taglio gourmet attento agli ingredienti e alla presentazione - dalle bevande ai dolci e dalle zuppe ai piatti di carne e pesce - e al centro ci sono grandi tavolate a disposizione. Si può comporre il proprio pasto acquistando a stand diversi e poi accomodarsi ai tavoli comuni. Spesso è affollato e bisogna avere un po' di pazienza per trovare un posto a sedere, ma va provato. Pasteis de belem Se recandovi al Monastero de Jeronimos vi capiterà di vedere una lunga fila di persone in attesa davanti ad un negozio, non potete sbagliare: siete arrivati alla pasticceria Pasteis de Belem dove si possono gustare gli originali pasteis de nata che tradizione vuole siano stati inventati dai monaci del monastero (e che diventarono la loro fonte di sopravvivenza dopo che furono scacciati dal monastero). Questi semplici e deliziosi dolcetti sono venduti un po' ovunque, ma quelli di questa pasticceria sono un must da provare assolutamente. Costano poco più di un euro l'uno ma vengono confezionati in un elegante scatolina e corredati di bustine di cannella e zucchero a velo. Poco distante dalla pasticceria c'è un piccolo bar con alcuni tavolini all'aperto, il Pao Pao Quejo Quejo, dove si può fare uno spuntino gustoso e economico proprio a due passi dal monastero. Buoni panini e prezzi contenuti che non abusano della posizione strategica. Lisbona pullula di locali e ristoranti per tutti i gusti e le tasche. Se volete qualcosa di diverso, e volete sentirvi più trendy, hipster e alternativi dei turisti che affollano i ristoranti della Baixa, vi diamo tre consigli.
Uno è di salire al Bairro Alto: nei vicoli ci sono un sacco di ristoranti interessanti e altrettanto interessante è il dopocena, con una serie di locali dove bere, chiacchierare e ascoltare musica. Noi abbiamo avuto un colpo di fulmine per l'Alface Hall, il bar di un ostello. Sembra l'atrio di un cinema: piccolo (può capitare di rimanere in strada col bicchiere in mano), perennemente affollato, con tavoli e sedie scompagnate e musica dal vivo tutte le sere. Ci siamo stati tre sere con tre gruppi diversi, e tra rock, blues, soul, nu jazz, penso di non aver mai ascoltato un brano che non figurasse nella playlist dei miei preferiti. Il secondo consiglio è di cenare al Time Out Market (ne parliamo nella sezione dedicata a dove mangiare), nello storico mercato di Ribeira, e il terzo quello di passare una serata all'LX Factory, che è un centro cultural-social-commerciale ospitato in vecchi magazzini lungo il Tago, praticamente sotto le gigantesche arcate del ponte 25 Avril. Street art, archeologia industriale, artigianato alternativo, locali dove mangiare e bere, musica dal vivo e la possibilità di fare nuove conoscenze in un ambiente cosmopolita. Oops, molti locali (anche ristoranti) naturalmente offrono spettacoli o accompagnamento di musica fado, musica tradizionale portoghese piena di malinconia; confessiamo di averli consapevolmente evitati, ma curiosi ed appassionati non faranno fatica a trovarli. |
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