Per chi arriva in aereo (voli diretti dall'Italia con Tap e RyanAir) il mezzo più semplice, economico e veloce per raggiungere il centro città è la metropolitana. Al costo di 2 euro (v. oltre per il funzionamento dei mezzi pubblici) si prende la linea E che porta fino a Bolhao incrociando tutte le altre linee.
Chi invece raggiunge Porto con un treno a lunga percorrenza (Intercity o Alfa Pendular: da Lisbona una spesa di 25/30 euro con tempi di percorrenza di 3 ore circa), arriverà alla stazione Campanha, situata fuori città: da lì basterà prendere con lo stesso biglietto un treno per raggiungere la centralissima stazione di Sao Bento.
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Le distanze tra i vari punti di Porto, almeno per quanto riguarda i luoghi con attrattive turistiche sono “camminabili”, e si può passare tranquillamente da un punto all'altro con piacevoli e gratificanti passeggiate (sempre che non abbiate difficoltà deambulatorie: non come a Lisbona, ma anche qui abbondano salite, discese e scalinate). Detto questo, la città ha una buona rete di trasporti pubblici, con diverse linee di metropolitana, di bus e qualche tram. Per poterli utilizzarli dovrete per forza munirvi, al primo viaggio, di una tessera “Andante”, che costa 60 centesimi e che può essere ricaricata nelle apposite macchinette (nelle stazioni del treno, della metro, ecc.). Potete ricaricare somme a vostro piacimento, che verranno scalate ad ogni utilizzo, oppure biglietti se avete già calcolato la vostra tariffa. Infatti la cosa è complicata dal fatto che le tariffe variano secondo le distanze: sappiate tuttavia che tutto il centro, fino alla costa, è in zona 2 (biglietti a € 1,25), l'aeroporto in zona 4 (€ 2). Per raggiungere Foz do Douro, cioè la costa dell'Oceano, prendete il vecchio tram da Infante; un mezzo meno tipico ma più panoramico è il bus n. 500, a due piani, che percorre tutta la strada lungofiume e in parte sull'acqua: accaparratevi un posto in prima fila al piano superiore e godetevi la corsa, che continua lungo la costa una volta raggiunta la foce. Altri mezzi più insoliti permettono di superare i gap di altitudine tra le varie zone della città o lo sbarramento del corso d'acqua: una funicolare porta dall'alto dello sperone della Sé (la cattedrale) sino ai piedi del ponte Dom Luis I (2,5 euro) e una teleferica (6 euro la corsa) porta invece dall'alto del ponte sull'altra sponda alla banchina di Gaia, la zona vinicola della città (attenzione: sempre dallo stesso lato del fiume, opposto alla città). Se la teleferica non serve quindi ad attraversare il fiume, a questa funzione supplisce un taxi fluviale (parte più o meno all'altezza della stazione bassa della teleferica) che vi traghetta (a 3 euro) da una sponda all'altra del fiume. Se volete sentirvi più turisti, potete scegliere un bus hop on hop off, a due piani con quello superiore scoperto, che permette di scendere e risalire in diversi punti d'interesse della città, o potete imbarcarvi in pittoreschi tuc tuc che propongono anche giri standard lungo gli itinerari storico-artistici, con prezzi fissi; oppure (ma considerate le pendenze) potete noleggiare una bicicletta e girare con calma e in autonomia. Un'altra possibilità è scegliere la via dell'acqua: barche tipiche o battelli più grandi propongono crociere sul Douro di varia durata. Le più semplici (a partire da 12-15 euro) propongono un tragitto tra i cinque ponti che scavalcano più o meno arditamente il fiume da monte sino alla prossimità della foce.
Il clima è abbastanza mite anche d'inverno. Ovvero, di giorno si sta bene e si passeggia in giacca, ma dopo il calare del sole la temperatura scende di molto e bisogna coprirsi bene. Considerate, che un po' come succedeva nel nostro meridione, gli alloggi non hanno riscaldamento centralizzato e i ristoranti tendono a farvi cenare comunque all'aperto (a volte con riscaldatori a volte senza), il che significa mangiare in cappotto o giacca a vento.
Un periodo ideale per visitare Porto è intorno al 24 giugno: clima tardo-primaverile o estivo, e grande fiesta per Sao Joao. Potrebbe valerne la pena. Alcuni prezzi sono molto convenienti, altri meno, e quasi tutti i luoghi di visita sono con ingresso a pagamento. Potete mangiare panini imbottiti a 1 euro o assaggiare 5 Porto a 5 euro; noi abbiamo alloggiato in un dignitoso hotel centralissimo a 35 euro per notte, colazione compresa, e cenato in una taverna con 10 euro a testa e anche i mezzi di trasporto sono economici. Ma pagherete 10 euro per entrare nel Palazzo della Borsa, 7 euro per entrare nella chiesa di Sao Francisco (visitando anche museo e catacombe, dove camminerete tra e sopra le tombe), 5 euro per entrare in quella dei Clerigos (ma con visita al museo e salita alla torre), 6 euro per la breve corsa in teleferica, 5 euro perfino per entrare nella libreria Lello (vi verranno scontati nel caso acquistaste qualche libro; non pensate comunque di trovare dei tascabili a meno di 10 euro). Le guide dicono che alcune cantine vinicole effettuano ancora visite gratuite, ma tutte quelle che abbiamo visto noi richiedevano il pagamento di un ticket per la visita guidata e alcune degustazioni (i prezzi partono dalla decina di euro, e crescono sostanzialmente all'aumentare del numero di assaggi). Le crociere brevi sul fiume costano dai 12 (su battelli moderni) ai 15 euro (sulle barche tipiche) e in su, secondo il tipo di crociera e il tragitto. Devo dire che il Portogallo mi ha piacevolmente sorpreso per la varietà dell'offerta e la cura delle preparazioni, mai dozzinale o turistica nel senso deteriore. Anzi, quasi tutte le preparazioni vengono fatte al momento, senza cose impacchettate o precotte. Mettetevi dunque comodi e aspettate che sia pronto. Porto è una grande città e quindi l'offerta è varia e abbondante, sia per i pasti veri e propri che per delle merende sfiziose sia dolci che salate. Ci sono molto piatti sia di carne che di pesce. Ovviamente domina il bachalau, il cibo portoghese per eccellenza, declinato in molte varianti interessanti. Molto presente in generale il pesce (ho mangiato le sardine più buone della mia vita), Tra la carne ci dicono sia particolarmente apprezzata la trippa. Tra gli antipasti o gli snack molto presenti polpette di varie dimensione e forma, impanate e fritte e ripiene di carne, pesce, patate. Vi suggeriamo un paio specialità che dovete assolutamente assaggiare (nota: le tre foto qui sopra non sono nostre, ma reperite in rete). La prima è originaria di Lisbona ma noi l'abbiamo trovata più diffusa a Porto. È la bifana: un sandwich imbottito con fettine di lonza di maiale marinate nel vino e insaporite con aglio, alloro e paprika. Più impegnativa la francesinha, tipica di Porto, in teoria un panino che viene però servito impiattato e composto da pane, prosciutto, salsiccia e formaggio il tutto ricoperto da una salsa a base di burro, brandy e porto. Se non vi sembra sufficiente, i più audaci possono richiedere la francesinha speciale in cui si aggiunge in cima un uovo fritto, accompagnando il tutto con patatine fritte! Ovviamente in pochi giorni non abbiamo potuto scoprire più di tanto dell'offerta enogastronomica di Porto, per cui ci limitiamo a tre consigli sicuri (oltre a quello, se vi trovate in zona e volte fare una merenda, di sfruttare i bar sulla strada tra la stazione di Sao Bento e la chiesa dos Clerigos: panini e crocchette con pesce, carne e verdure a partire da 1euro-1,5 l'uno, anche comodamente seduti ai tavolini), uno per una cena “casalinga”, uno per una degustazione di porto e uno per uno sfizioso dessert. Il primo è un ristorantino senza nome e senza insegna. Probabilmente fino a poco tempo fa nessuno sapeva della sua esistenza tranne i locali senza troppo pretese; oggi, con Tripadvisor (dove si trova sotto la denominazione di Escondidinho do Barredo) e Google Maps, è diventato rintracciabile anche dai turisti più ardimentosi, che si aggirano come rabdomanti, smartphone alla mano, tra gli angiporti e i vicoli oscuri alle spalle del lungofiume. Le proprietarie non sembrano essersene per niente accorte, e continuano come se nulla fosse, alacri, sgarbate e sprovvedute, come probabilmente hanno fatto per decenni. Il ristorante è quindi uno stanzone disadorno, occupato per un terzo dalla cucina dove due attempate signore preparano tutto a vista e per l'altro terzo da 6 tavoli da 4 (quando siamo andati noi uno era occupato da un vecchio, probabilmente parente, e da una vecchia impegnata a sbucciare l'aglio) e dal lavandino del bagno. Il menù è dattiloscritto su un foglio plastificato. I prezzi delle portate vanno da 1,30 euro (crocchette di carne o baccalà) a un massimo di 8 euro (polpo, baccalà e seppie) e il conto si scribacchia a mano su pezzi di carta volanti. La prima volta la signora indaffarata che serviva ai tavoli ci è passata davanti una ventina di volte senza degnarci di uno sguardo, come se fossimo trasparenti (finché un paio di simpatiche ragazze catalane ci hanno invitato al loro tavolo), la seconda volta in cui siamo tornati si era aggiunto per fortuna un signore dall'aria cordiale che esordisce con una battuta di repertorio del tipo: “Italiani?” e, al vostro assenso “Eu portugues (io portoghese), eh”. Beh, insomma, si mangia bene, preparazioni casalinghe, gustose, senza fronzoli, come farebbero le vostre mamme, zie, o forse nonne. Le migliori sardine che abbia mai mangiato. Buono persino il pane nero che viene servito a richiesta. Conto sui 10 euro a testa. La seconda sera, al momento di uscire, le due signore si sono voltate per salutarci e... hanno sorriso! E' stato come ricevere il passaporto ad honorem della città di Porto. Se poi volete un piccolo ma sfizioso dessert salite in rua Santa Catarina fino alla Fabrica de nata: per 2,5 si beve un porto (o una ginginha - liquore alla ciliegia - in un bicchierino di cioccolato fondente) e si mangia un pastel de nata, dolcetto tipico con crema e spolverato di zucchero a velo e cannella). Ci sono delle accoglienti sale interne e qualche posto anche in un dehors sulla via pedonale. Se volete assaggiare il Porto ci sono decine di cantine, di vinerie ed enoteche, con viste guidate. Altrimenti c'è Soares. Che è un minuscolo localino al mercado di Gaia, affacciato sull'esterno verso il fiume: quattro tavolini fuori, pochi altri in una stanzetta al piano superiore. Offre la degustazione di 5 tipi di Porto a 5 euro. La signora anziana arriva con le bottiglie e cinque piccoli calici, mesce, e poi lascia le bottiglie sul tavolo accanto ai calici, come promemoria e istruzioni (se si vogliono leggere le etichette). 2 rossi (tawny e ruby), un Offley rosato, due bianchi (un secco da aperitivo e un dolce da dessert). Sei a Porto? E' un rito che va celebrato. E' abbastanza ovvio tornare a casa con una bottiglia di Porto (abbondano marche e varietà) o di ginginha (liquore alla ciliegia): ma ricordatevi che se viaggiate solo con bagaglio a mano non potrete imbarcarli (dovreste acquistarli all'aeroporto, ma con prezzi maggiorati e una scelta immensamente più ristretta e anodina). Restrizioni ci sono anche per i cibi, perfino per le scatolette di sardine o di pesce in scatola, che qui si trovano in un numero infinito di varietà, marche, colori (alcune esplicitamente concepite in termine di packaging come souvenir, vendute in eleganti negozi monotematici che offrono perfino scatole con stampato l'anno di nascita, per regali personalizzati). Se contengono più di 100 ml di liquido sono off, ma la stessa scatoletta potrebbe essere considerata dagli addetti alla sicurezza più zelanti o paranoici come un'insolita arma impropria.
In Portogallo troverete d'altra parte un artigianato di buona qualità, con buoni prezzi e bei prodotti. Tra le cose più tipiche gli oggetti in (o ricoperti di) sughero: troverete penne, matite, portachiavi, agende, segnalibri, borse, zaini, contenitori di vario tipo, e perfino scarpe, cinture, cravatte e papillon. Abbiamo visto perfino una bicicletta (ricoperta) di sughero. Altro prodotto tipico è la filigrana (c'è anche un museo dedicato) con realizzazioni raffinate. I simboli del Portogallo, di Lisbona e di Porto sono il gallo, le sardine, i tram, gli azulejos, che troverete in tutte le fogge, i materiali, le declinazioni: stampati, su t-shirt, felpe, borse, cuscini, magneti, cartoline, segnalibri, strofinacci, in ceramica, in modellini, in puzzle bi e tridimensionali e così via. Una sorte simile è capitata all'icona del povero Pessoa. In libreria potete poi trovare bei libri illustrati sulla storia del Portogallo, delle sue città, e dei suoi vari aspetti culturali. |
AutoreMauro e Alessandra, dopo aver visitato Porto nel gennaio 2018, vi danno qualche consiglio e suggerimento di viaggio. ArchiviCategorie
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