Forse pensando a una vacanza i nomi di Lituania, Lettonia e Estonia non sono i primi che vi vengono in mente.
Peccato: noi ci abbiamo trascorso una vacanza molto bella e vi consiglieremmo di fare altrettanto. Città belle o molto belle, un'architettura che va da un romantico Medioevo al liberty più elegante e fastoso, dai ricordi del periodo della dominazione sovietica alle costruzioni in legno della tradizione nordica, dai grattacieli dei centri direzionali ai recuperi di archeologia industriale; spiagge molto belle (forse noi siamo stati favoriti anche da una stagione climatica particolarmente bella); paesaggi che vanno da i boschi di conifere e di betulle alle dune di sabbia tipo deserto, dai mulini a vento ai crateri di meteoriti; un ambiente creativo particolarmente frizzante che si riscontra anche semplicemente camminando per strada o dentro gli edifici, con moltissime decorazioni fantasiose e bizzarre (dalle statue incongruamente dedicate a Frank Zappa alle mucche che camminano sulle pareti, dalle poesie scritte sui muri alla street art pittorica, dalle stanze d'albergo disegnabili alle insegne pittoresche); peculiarità come le spiagge riservate alle sole donne, come la moda dei scenografici addii al nubilato, o come la sedicente repubblica di Uzupio incistata nel cuore di Vilnius con tanto di Costituzione e di festa nazionale; popolazione decisamente di bell'aspetto (anche se non particolarmente calda nell'accoglienza dei turisti) e atmosfera piuttosto disinibita (dal succinto abbigliamento delle fanciulle a quello a grado zero nelle spiagge nudiste); paganesimo, cattolicesimo, luteranismo, religione ortodossa e soprattutto diffuso ateismo; avventure gastronomiche ed escursionistiche; facilità e comodità degli spostamenti con i mezzi pubblici; molta musica da strada e una frizzante vita notturna (Riga!): questi sono solo alcune dei motivi per dedicare un po' di giorni alla visita di questi paesi... Ecco di seguito alcuni consigli pratici e un po' di impressioni basate sulla nostra diretta esperienza.
0 Commenti
Abbiamo viaggiato per 17 giorni, dal 18 luglio e al 3 agosto 2014, nelle tre repubbliche baltiche, da Vilnius (Lituania), raggiunta in aereo, a Tallinn (Estonia), da dove siamo ripartiti, passando per Riga (Lettonia), e con alcune notevoli deviazioni, spostandoci con i mezzi pubblici. In definitiva abbiamo usato per gli spostamenti la nostra macchina (per e da l’aeroporto), il bus navetta, l’aereo, bus e tram urbani, bus locali e internazionali, traghetti per le auto (per l'isola di Saaremaa), battelli, barca a remi (sul lago di Trakai), barca a vela (un'escursione da Nida), cabinovia (a Sigulda), auto a noleggio (sull'isola) e autostop; direi piuttosto comodamente e senza alcun problema. Il nostro bagaglio, viaggiando con le limitazioni di Ryanair, era piuttosto leggero: un trolley medio, uno piccolo ed uno zainetto. I mezzi per gli spostamenti avevano prezzi equi, e i trasferimenti da e per gli aeroporti lituano ed estone sono stati economicissimi, costando come il normale biglietto urbano delle rispettive città. Abbiamo trovato tutti i mezzi impeccabili: comodi, efficienti e puntuali. Il bus da Riga a Parnu (che continuava il suo tragitto sino a San Pietroburgo), ad un prezzo normale, aveva aria condizionata, wi-fi gratuito, prese elettriche per ricaricare i dispositivi, e la possibilità di vedere film (una discreta scelta, in lingua originale) o ascoltare musica (una selezione internazionale ad occhio e croce pop-russocentrica), in maniera individuale (io ho rivisto “Il favoloso mondo di Amelie”, Alessandra accanto a me ha guardato in contemporanea “Vita di Pi”). Abbiamo utilizzato la Rough Guide e la Lonely Planet - leggermente più recente - entrambe in edizione italiana e prese in prestito in biblioteca (prenotandole per tempo, è un metodo per avere guide sempre fresche e aggiornate). Secondo noi sono le guide migliori per viaggiatori indipendenti. Entrambe le edizioni comprendono in un unico volume Lituania, Lettonia ed Estonia e sono molto ricche di utili informazioni pratiche, anche sui mezzi di trasporto e l’orientamento, e di cartine, ed inoltre riservano uno spazio consistente all’inquadramento storico dei Paesi che si visitano. L’itinerario si è sviluppato da sud a nord, nella parte occidentale dei tre paesi, affacciandosi più volte sul Mar Baltico. Abbiamo cercato di alternare città, mare e località minori. Da Vilnius (dove ci siamo fermati tre notti) abbiamo visitato Trakai, che è poco distante; poi da Vilnius ci siamo trasferiti a Nida, una località sulla parte lituana della penisola curlandese o di Neringa (altre tre notti). Da qui abbiamo passato il confine con la Lettonia e siamo andati a Riga (via Klaipeda), dove ci siamo fermati quattro notti utilizzandola per escursioni giornaliere a Jurmala, una località balneare molta vicina alla capitale, e a Sigulda, in una zona di foreste e castelli. Da Riga abbiamo fatto una tappa a Parnu, località balneare estone, per poi raggiungere con bus e traghetto l’isola di Saaremaa, nel cui capoluogo (Kuressaare) abbiamo dormito per due notti. Infine ci siamo diretti a Tallinn, di cui abbiamo sfruttato anche la spiaggia situata nel sobborgo di Pirita, e da cui siamo ripartiti dopo tre pernottamenti. L'attraversamento dei confini tra i tre Paesi non presenta alcuna difficoltà. Direi che non c’è stato un posto nell’itinerario che per qualche motivo non valesse la pena di vedere. Sono meritevoli di visita le tre capitali, tutte riconosciute patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Vilnius è la più tranquilla, con un aspetto provinciale un po’ sonnolento, e anche la più arretrata nell’opera di restauro e di valorizzazione turistica, ma merita comunque la visita, per i suoi bei edifici, gli ampi spazi naturali, la presenza della bizzarra e imperdibile repubblica di Uzupio. Riga ha decisamente più l’aria da città e ha un’aria frizzante e vivace. Oltre al centro storico vero e proprio, vanta la più ampia e spettacolare presenza di edifici in stile art noveau al mondo. Inoltre, la città vanta, almeno nel periodo estivo, una vita notturna davvero invidiabile, con molti locali e spazi all'aperto che fanno musica dal vivo di buona qualità. C'è l'imbarazzo della scelta. Tallinn è la città che forse più delle altre ha sviluppato la vocazione turistica. Il centro storico, bellissimo, ricco di edifici medioevali, con una parte delle mura e un paio di dozzine di torri ben conservate, è praticamente votato al turismo; difficile trovarvi un esercizio commerciale che non sia un ristorante, un bar, un locale notturno o un negozio di souvenir. Le prime due città sono costruite su fiumi e canali, con splendidi spazi verdi in centro città; Tallinn è movimentata da una collina (Toompea) sulla quale sorgono diversi edifici storici e che offre una splendida vista sui tetti, sulle torri e sui campanili della città; anche dalla Collina delle tre croci, raggiungibile con una piacevole passeggiata nel verde, si gode una bella vista su Vilnius e sul fiume Neris. Sia Riga che Tallinn sorgono in prossimità del mare, ma visitandone i centri storici la cosa non è così evidente. A poca distanza da entrambe comunque ci sono belle località balneari. Da Tallinn in nave si può raggiungere in breve tempo Helsinki, che noi non abbiamo visitato perché già vista in un precedente viaggio scandinavo. Girando per le strade guardate dappertutto; ci sono mille particolari gustosi da cogliere: insegne, statue, street art di varia natura, decorazioni a volte bizzarre e insolite. Vi stupiranno. Le città si visitano in poco tempo (a meno che naturalmente si sia interessati alle visite dei musei, che noi abbiamo quasi del tutto ignorato; i musei artistici sono soprattutto dedicati ad artisti locali a noi sconosciuti; ci sono poi musei storici, etnografici, specialistici e a volte bizzarri). Noi arrivavamo in genere dalla destinazione precedente nella tarda mattinata o nel primo pomeriggio e la mezza giornata che ci eravamo riservati per un primo giro di orientamento si rivelava nei giorni successivi essere già stata sufficiente per vedere i punti di attrazione principali. E’ stato comunque bello fermarsi per più giorni nelle tre capitali, che sono città piacevoli e a misura d’uomo (di turista?), dove abbiamo potuto tornare più volte negli stessi posti, fare fotografie in diverse ore del giorno o della sera e in diverse condizioni di luce, visitare ristoranti e locali, ecc. Anche la penisola di Neringa (o curlandese) è riconosciuta e tutelata dall’Unesco per il suo valore paesaggistico. E’ un’incredibile penisola lunga un centinaio di chilometri e larga solo 2-4 chilometri, che si sviluppa parallelamente alla costa e che comunica a nord con il Mar Baltico attraverso un canale in territorio lituano, in corrispondenza di Klaipeda. La metà meridionale si innesta nel territorio dell’enclave russa che ha al centro Kaliningrad. La striscia di terra è praticamente ricoperta di foreste, allinea alcuni centri abitati sul lato interno mentre il lato occidentale esposto verso il mare è bordato da bellissime spiagge. Nei pressi di Nida si elevano delle dune di sabbia alte una cinquantina di metri, regalando, sul confine con la Russia, uno spiazzante paesaggio marino e desertico. Belle anche le altre spiagge che abbiamo visitato, quella di Jurmala, quella di Parnu, quelle dell’isola di Saaremaaa, quella di Pirita, più o meno selvagge o popolari. Trakai, Sigulda, Kuressaare vantano castelli suggestivi, più o meno restaurati o ricostruiti. Tutti i luoghi si raggiungono comodamente con i mezzi pubblici; ma per girare l’isola di Saaremaa, i cui luoghi di attrazione sono circoscritti e sparpagliati sul territorio, è quasi indispensabile avere un mezzo proprio.
Tutte e tre le città hanno edifici e costruzioni medioevali: Vilnius soprattutto chiese (bello il duo gotico, fianco a fianco, di Sant'Anna e San Bernardino), Riga anche edifici civili (le case delle corporazioni, le bellissime – restaurate – Case delle teste Nere), Tallinn anche mura turrite. Castelli medioevali si trovano anche a Trakai e Sigulda. Molti degli edifici sono restaurati, molti pressoché ricostruiti - spesso è reso visibile lo stacco tra le pietre rustiche delle costruzioni originali e i mattoni rossi delle ricostruzioni. Ricostruiti anche molti tetti, tra cui quelli a cono che rendono caratteristico lo skyline di Tallinn. Una costruzione invece molto ben conservata e pochissimo rimaneggiata è il castello di Kuressaare, sull'isola di Saaremma, vicino al mare, circondato da un’ampia cinta murata e da canali. Tra gli edifici religiosi contrastano poi le chiese barocche, dagli interni molto decorati, quelle luterane, dalle forme e dagli interni severi, e quelle ortodosse, grandi torte piene di cupole come torte alla panna. Carina anche e seminascosta la chiesa greca cattolica di Tallinn, con una bella cripta. A Tallinn vale la pena di visitare anche all'interno la cattedrale ortodossa e la chiesa medievale di San Nicola (Niguliste Kirik), che vanta un paio di capolavori del XV secolo dovuti a pittori di Lubecca: una danza macabra di Bernt Notke e un polittico d'altare di Herman Rode. Riga è poi una capitale dell’architettura art noveau, con una zona ricca di edifici in stile, raggiungibile a piedi dalla città vecchia. Sovrabbondanza di decorazione, a volte piacevole o interessante (in alcuni casi accostati al blu delle piastrelle in copertura di facciata), a volte decisamente stucchevoli. Molti edifici sono firmati dall’architetto Ejzenstein, padre del regista de “La corazzata Potemkin” (ricordatevi che Fantozzi al proposito aveva profondamente torto). Leziosi ma divertenti anche alcuni edifici di Tallinn, colorati e con decorazioni bizzarre. Ancora a Riga i tetti o le facciate di molti edifici più o meno antichi sono decorati con statue bizzarre, come un uomo che legge il giornale, uno che porta una scala, o i famosissimi gatti di Riga, inarcati sulla punta di due tetti a cono, che sono ormai diventati il simbolo della città. Del periodo russo l’edificio forse più significativo è il grattacielo che si trova alle spalle della stazione degli autobus di Riga. Per il resto l’edilizia popolare sovietica intristisce e ingrigisce i sobborghi; i baltici non vedono evidentemente l’ora di cancellarla, così come i ricordi connessi. Forse il socialismo reale è riuscito a migliorare la situazione abitativa dei suoi sudditi, ma sicuramente ha commesso l’errore di pensare che l’uomo potesse vivere al di fuori o in dispregio della condizione estetica. Molto bella invece l’architettura tradizionale in legno: a Nida è un tripudio di belle case in legno colorate a tinte vivaci, soprattutto rosso vivo accostato a decorazioni bianche e blu. Più sofisticata l’architettura in legno a Jurmala, ricca di edifici eleganti; anche i sobborghi di Tallinn, a pochi minuti dalla città, sono ricchi di case in legno in mezzo agli alberi. A Trakai le case tradizionali sono basse, sempre in legno, con tre finestre: a chi sono dedicate ve lo dirà ogni guida o ogni diario di viaggio baltico. Sull'isola di Saaremaa ci sono inoltre alcuni pittoreschi mulini tradizionali. Le capitali stanno poi dotandosi di grattacieli trendy: ce n’è qualcuno a Vilnius oltre il fiume (un ponte è ancora decorato con eroi socialisti), visibile dalla torre sulla collina; anche a Riga ci sono edifici e ponti moderni e dall’architettura talvolta ardita, lungo la Dauna; a Tallinn uno scintillante centro moderno è sorto proprio alle porte della città medievale, andando ad integrare il caratteristico profilo della città, aggiungendo alle guglie e alle torri medioevali le proprie svettanti silhouette. Interessanti anche alcuni esempi di archeologia industriale e di riuso di vecchi edifici: Riga sta recuperando alcuni edifici portuali lungo il fiume, vicino al grande mercato; Tallinn ancora una volta fa la prima della classe con il recupero, ancora in corso ed incompleto, del quartiere Rothmann, meritevole di una breve visita e anche questo raggiungibile a piedi dalle porte della città vecchia, dove si accostano vecchi edifici industriali in mattoni e nuove arditezze architettoniche.
Le spiagge, oltre al clima, sono state decisamente la sorpresa più eclatante e più piacevole dei Paesi Baltici. Lunghe, sabbiose, morbide, chiare, bordate da dune erbose o da pinete. Degno di nota il fatto che praticamente nessuno degli insediamenti che abbiamo visitato sorgeva direttamente sul mare. A Neringa dai paesi sulla costa della laguna, come Nida, per arrivare alla spiaggia bisogna attraversare tutta la penisola nella sua larghezza, per un paio di chilometri, in mezzo alle foreste di conifere. Anche a Jurmala, Parnu, Saaremaa o Pirita (la prima e l’ultima stanno a pochi chilometri rispettivamente da Riga e Tallinn, la seconda viene definita (per quanto in modo del tutto spropositato), la “Miami estone”, alle spalle della spiaggia, e a volte immediatamente a ridosso, c’è una larga fascia di vegetazione. Le spagge di Nida e di Parnu sono bordate da un cordone di dune, a Pirita (da cui si gode di una bella vista sullo skyline di Tallinn, sia della parte antica che moderna), c’è un’alta foresta di conifere che fa da quinta alla spiaggia, con un bel contrasto tra il chiarore della sabbia e lo scuro degli alberi. Sia a Nida che a Parnu, abbiamo trovato una singolare istituzione civile da spiaggia: le spiagge per donne (ladies beaches, naiste rand in estone). Tratti non piccoli di arenile riservati alle donne (ed eventualmente ai loro bambini), dove poter stare indisturbate, in costume o nude, senza essere molestate o infastidite da sguardi o tentativi di approccio. Ovviamente non ci sono barriere fisiche che separano l’arenile femmineo dal resto della spiaggia, ma la riservatezza è garantita dalla segnaletica e dal rispetto degli altri bagnanti. Cosa non scontata, le spiagge per donne sono frequentatissime, da donne di tutte le età, giovani, di mezza età, e anche anziane, e ovviamente di tutte le corporature. Da noi sarebbe un argomento da talk show, ma l’idea della loro istituzione ci è sembrato tutto sommato un segno di intelligenza e di civiltà, e la sua frequentazione un segno di libertà e di indipendenza. Accanto alle spiagge delle donne, sia a Nida che a Parnu, si può praticare il nudismo. A Nida la spiaggia nudista è indicata da cartelli ufficiali, e si estende praticamente a perdita d’occhio sfilando verso la Russia, configurandosi ad occhio e croce come la più grande che mi sia mai capitato di vedere, anche se allontanandosi dagli accessi principali le presenze si diradano e poi si azzerano (dalla spiaggia di Nida vediamo una cospicua colonna di fumo di un incendio proveniente dalla foresta russa, che persiste a lungo; nelle foto riviste a casa fanno la loro comparsa nel cielo anche elicotteri antincendio). Le spiagge naturiste, in particolare quella di Nida, sono frequentate da persone di tutte le età, soprattutto coppie e famiglie con bambini. Del tutto assenti i personaggi collaterali e indesiderati, come guardoni o esibizionisti, riscontrati altrove. Né le spiagge per donne né quelle naturiste erano indicate sulle nostre guide. Noi abbiamo preferito in generale le zone di spiaggia più selvagge (a Saaremma la spiaggia più bella è quella di Takhuma, isolata dai centri abitati e protetta da dune e pineta, ma facilmente raggiungibile), ma gli arenili più frequentati presentano qualche zona attrezzata, punti di ristoro, bagni, cabine gratuite per cambiarsi, giochi per i bimbi, venditori ambulanti di gelati, e talvolta possibilità di praticare attività come windsurf, ecc. A Pirita addirittura si esibiva sulla spiaggia un’associazione estone di capoeira, con musicisti e atleti-danzatori maschi e femmine, adulti e bambini. Il Mar Baltico è un mare del nord. Per quanto noi l’abbiamo visto nel suo aspetto migliore e più amichevole, scordatevi i colori dei Tropici o del Mediterraneo. Le spiagge però come dicevo sono molto belle, con alle spalle dune con vegetazione, o pinete. A Nida abbiamo trovato l’acqua del mare gelida. I tentativi di rimanere in acqua per cercare di acclimatarsi ci vedevano uscire sconfitti e sconcertati con i piedi doloranti per il freddo. Il trucco per sopportarne la temperatura era passeggiare camminando con i piedi nell’acqua. Così il freddo era sopportabile e alla fine sono riuscito a bagnarmi, per quanto non a nuotare. Nelle altre località la temperatura dell’acqua era molto più calda, con un declivio molto lento che imponeva delle lunghe camminate per riuscire a fare una nuotata ma che in compenso faceva sì che l’acqua si scaldasse sotto il sole fino a temperature quasi da vasca da bagno. Il primo giorno non è andata male; la ragazza alla reception del Downtown Market era molto carina (in senso estetico) e i camerieri maschi la sera al ristorante in piazza del municipio erano allegri e sorridenti. Finita lì. La seconda sera la cameriera del ristorante (e siamo ad Uzupio! La sedicente repubblica indipendente, anarchica, spiritosa e bohemien nel cuore di Vilnius) era fredda e scostante e frequentemente spariva al di sotto del bancone diventando irreperibile. Abbiamo pensato di aver trovato una cameriera eccezionalmente poco cortese. Invece, ce ne siamo resi conto ben presto, era la regola. Lituani, lettoni, estoni, con poche differenze e rare eccezioni, sono dei musoni. Dire maleducati è troppo, ma freddi, scostanti, poco accoglienti ci sta. La cosa colpisce perché le persone con cui abbiamo avuto a che fare erano principalmente gli addetti ai servizi turistici, receptionist, personale di servizio degli alberghi, cameriere di ristoranti, bigliettai e così via, e considerato il palese investimento in termini economici e di scelte urbanistiche che i tre Paesi stanno facendo è sorprendente l’assenza nelle persone di disponibilità e di spirito di accoglienza. E pure i non addetti al turismo non è che ci è sembrato brillassero di simpatia. Ci si incontra in un corridoio, in cucina, si fa complimento ad un bambino o ad un cane, ci si incrocia su un sentiero, si chiede un’informazione: trovare un sorriso dall’altra parte è cosa rara. Con le debite eccezioni, è chiaro: una coppia di ragazzi ci ha dato un passaggio in auto e abbiamo chiacchierato simpaticamente per qualche minuto, il receptionist del Big Bed era un tipo, le cameriere del ristorante rustico di Kuressaare erano sorridenti e simpatiche, quelli del Rataskaevu16 a Tallinn di una cortesia molto professionale, un ragazzo timido e carino si è prestato a darci le informazioni sul pesce affumicato a Nida, due lettoni-russi hanno attaccato bottone con noi al ristorante di Riga, ma insomma, sono piccole eccezioni in un panorama di musi lunghi. Sarà un’insoddisfazione storica, che viene dal lungo periodo di coercizione e di sofferenza sotto il giogo sovietico; ma in Spagna ad esempio il dopo-franchismo ha prodotto la movida, il cinema di Almodovar, l’esplosione della gioia di vivere... Mah; diversi climi, diverse latitudini, diversa distribuzione dell’insolazione, diverse stirpi e diverse storie... Le ragazze (Alessandra sostiene anche i ragazzi) sono molto belle, bionde ma non diafane come le polacche. Invecchiando spariscono lasciando il posto a signore di scarsa avvenenza. A parte le numerose ragazze in short, andavano di moda anche i vestiti lunghi, e spesso le donne avevano in mano mazzi di fiori recisi.
Dal punto di vista sociale è difficile dare un giudizio; la gente nelle città e nelle località turistiche è forse più dimessa che da noi, ma non sembra passarsela troppo male, anche se spesso abbiamo visto barboni di diversi età e sesso, lasciati forse al margine dalla svolta liberista degli ultimi decenni. Del tutto assente l’immigrazione che conosciamo noi. Nonostante noi tuttavia i baltici si divertono. Ci sono tanti giovani, si ascolta musica un po' dappertutto - nelle piazze, per le strade, nei locali, nei ristoranti, sui bus, in spiaggia -, si balla (hip hop per strada, capoeira in spiaggia, rock nei locali, ecc.). Perfino nella remota Kuressaare nell'elegante ristorante in legno c'è un trio jazz.
Lasciata da parte con consapevole scorrettezza politica la musica tradizionale, orecchiata in qualche occasione e poi evitata per tacito reciproco accordo, abbiamo quindi ascoltato parecchia musica. Tanta street music, con gente che sapeva cantare e suonare e gente no. Un paio di ricordi: una sera a Vilnius una ragazza in canottiera a righe e cappellino di paglia che cantava con grande passione e talento, accompagnata da un amico chitarrista, un bambino che li osservava con enorme curiosità, e alla fine i detestabili poliziotti che vengono a cacciarli via senza curarsi di fare la figura dei nazisti; a Trakai un bambino che suonava la tromba, veramente ma veramente male: gli diamo qualche moneta a patto che le metta via per iscriversi a scuola di musica. Riga ha rivelato una scena musicale davvero deliziosa: un festival musicale gratuito nella piazza della stazione e il centro storico che straripava di musica (dal rock al reggae ad altri genere a piacere), tanto che a volte i musicisti che suonavano nei locali all'aperto dovevano fare delle soste per alternarsi con quelli dei locali vicini. Noi ascoltiamo qua e là, poi davanti a drink in tema alla Rockabilly House ci dedichiamo al rock'n'roll anni '50 dei Six Ties: talmente perfetti che gli chiediamo se sono veramente americani; loro ci rispondono compiaciuti che sono lettoni. Anche Tallinn è molto vivace; un buon locale dove siamo stati un paio di sere è il Mad Murphy Pub, a poca distanza dalla piazza principale, dove ascoltiamo tra l'altro The Tom Cats, con una sorta di leonessa rock a metà strada tra Tina Turner e Janis Joplin. Qualche brivido. E volendo (noi un orecchio ce l'abbiamo buttato) in una chiesa di Tallinn c'era perfino una maratona organistica all night long... L’estate, presumibilmente breve, è nei Paesi baltici, con tutta evidenza, stagione di matrimoni. Ne abbiamo visti tantissimi, dovunque, con diversi riti religiosi, cattolici, ortodossi e protestanti. Spose in bianco e in lungo, uomini spesso in eleganti camicie ma senza giacca. Gli sposi hanno a disposizione location suggestive per i servizi fotografici e giustamente ne approfittano: castelli, laghi, mura medievali, ecc. Ma ancora più spesso ci siamo imbattuti, divertiti, in gruppi di ragazzi e ragazze (rigorosamente monogenere) che vagavano per le città per festeggiare i relativi addii al celibato e soprattutto al nubilato. Abbiamo visto futuri mariti che tampinavano le ragazze per strada per farsi scrivere sulle braccia firme o frasi; altri in piazza a Tallinn in mutande e anche un futuro marito in costume da Grande Puffo che andava in giro ad abbracciare le ragazze. Le ragazze spesso formavano un gruppo a tema, dove la futura sposa si distingueva dalle altre per un velo bianco o qualche altro particolare distintivo: abbiamo visto cow-girl, geishe, hostess, sexy-crocerossine, gruppi eleganti, gruppi in hot pants e così via. Spesso le ragazze portano grappoli di palloncini colorati, alle volte girano in limousine esagerate o hanno al seguito un fotografo o una fotografa per immortalare questa giornata speciale perché ne precede un’altra ancora più speciale ed impegnativa.
Se volete festeggiare in maniera originale, o se volete conoscere ragazze in età da marito (o viceversa), può essere il posto giusto... LA STORIA
I pagani con i loro culti (il dio del tuono, le divinità della foresta); le crociate; i matrimoni di alleanza con i Polacchi; la Lega anseatica e i commerci; i Russi; le Guerre; il nazismo; la deportazione e lo sterminio degli Ebrei, con la partecipazione di parte della popolazione locale; l’arrivo dei Sovietici, la deportazione della popolazione locale; la resistenza e i Fratelli della Foresta; i movimenti indipendentisti; la Glasnost; i rigurgiti del pugno di ferro di Mosca; gli ultimi morti; l’indipendenza; l’adesione all’Unione europea; il libero mercato; l’euro... Detto così, a casaccio, alla rinfusa, mescolando e dimenticando. Sembra che i Baltici stiano guardando al futuro e al passato o da qualsiasi altra parte, tutto pur di non guardare al periodo dell’occupazione sovietica, da cui prendere le distanze con la musealizzazione del ricordo. Il rapporto con la religione è piuttosto articolato. Nei Paesi baltici sono sopravvissuti culti pagani più a lungo che in qualsiasi altro luogo d’Europa, sino a Medioevo avanzato, tanto che gli Stati cristiani ordirono addirittura delle Crociate contro gli infedeli baltici. Oggi per le città baltiche si incontrano chiese cattoliche, luterane, ortodosse, sinagoghe e greco-cattoliche. Nel periodo sovietico i culti erano vietati e gli edifici religiosi spesso sono stati destinati ad usi civili. Ora si è tornati a professare le proprie fedi liberamente, e la gente che va in chiesa (soprattutto nelle cattoliche), a giudicare dagli atteggiamenti, sembra davvero sinceramente credente e devota. Ciò nonostante, l’Estonia, ad esempio, è la nazione europea in cui meno abitanti si dichiarano fedeli a qualche culto religioso.
|
AutoreLe impressioni di un viaggio di Mauro e Alessandra: nell'estate del 2014 attraverso Lituania, Lettonia ed Estonia tra molte piacevoli sorprese. ArchiviCategorie
Tutti
|