Come già dicevamo, la città ha due fronti: quella vera e propria sulla riva destra e di fronte Gaia, il sobborgo (una volta autonomo, ma ancor oggi fiero delle proprie caratteristiche e della propria toponomastica originale) dove, addossati ad una collina, sorgono gli stabilimenti vinicoli che producono uno dei vini più famosi al mondo, che tante ricchezze ha fruttato alla città. Il centro storico (la città non ha subito le stesse conseguenze del catastrofico terremoto che devastò Lisbona nel 1755) conserva alcune stratificazioni storiche, che contribuiscono ad accrescere ed arricchire il fascino pittoresco della parte vecchia di Porto, addossata alla sponda del fiume e alle sue spalle. Una volta chiusa dentro le mura (di cui si vedono alcuni resti merlati sulla scarpata tra la Sé e il fiume), le case sono cresciute alte e strette, addossate le une alle altre, in schiere fitte animate dagli infissi di diverse fogge e colori e dai balconi in ferro battuto. Una delle prospettive migliori è quella del Cais de Ribeira, cioè il lungo fiume, visto da Gaia, cioè dalla sponda opposta, ma begli scorci ci sono anche nelle strade e nei vicoli che risalgono la collina verso il centro moderno. A momenti sembra di essere nei vicoli di Napoli o nei carrugi di Genova, ma con un'atmosfera anche un po' sarda e con casette alte e strette come quelle di Amsterdam. Un altro elemento spiccatamente caratteristico sono le facciate delle chiese, molte delle quali ricoperte da azulejos (piastrelle a fondo bianco e dipinte in colore azzurro): una delle facciata più belle è forse quella di Santo Ildefonso, con le due torri e la fiancata rossa; suggestivo anche il chiostro della Sé dalle pareti tutte piastrellate. Azulejos ne trovate un po' dovunque (oltre che in versione souvenir in svariatissime declinazioni), nelle stazioni ferroviarie (come Sao Bento, entrate a vederne l'atrio) o della metropolitana, nei palazzi, nei chiostri, nei giardini, ma anche nell'atrio del nostro albergo (il Peninsular) con soggetti religiosi, paesaggistici, bozzettistici e anche in riletture moderne e contemporanee. Oltre alla Sé, l'altro più notevole edificio gotico della città è la chiesa di Sao Francisco, che però stravolge la propria natura all'interno, con uno dei più fastosi allestimenti barocchi del Portogallo, che occupa gran parte delle pareti con decorazioni, stucchi, statue, la maggior parte ricoperte da una doratura (si calcola che siano stati utilizzati circa 200 chili d'oro) che lo rende una specie di alto ed eccentrico scrigno. Il barocco (importato in città da un pittore italiano, Niccolò Nasoni, che divenne il più influente architetto della città, che non lasciò più) domina in altre chiese della città (quelle del Carmo e delle Carmelitas sono separate da una casa larga un metro, in base ad una legge che impediva che i muri delle chiese fossero adiacenti e che serviva probabilmente a creare un filtro alle possibilità di incontro e commistione tra monaci maschi e femmine). In una sella tra le alture si eleva sopra la chiesa barocca dos Clerigos, con un interessante pianta ellittica a più piani, la torre omonima, visibile da molti punti della città. Raggiungendo la cima per mezzo di una stretta scala a chiocciola (ovviamente non si può salire in molti e occorre un po' di pazienza: andate nelle ore più morte o approfittatene per godervi la chiesa e il museo di arte sacra – una collezione privata più interessante della media dei musei di questo genere) si gode di una vista a 360° della città, monumenti, fiume, colline, fino all'Oceano. Ci sono poi maestosi edifici otto-novecenteschi, sui grandi viali retrostanti la discesa verso il porto, testimoni dell'opulenza della borghesia commerciale della città. La fine dell'800 porta anche alle costruzioni in ferro, come i mercati (quello di Bolhao era in fase di ristrutturazione quando ci siamo andati noi, mentre quello di Ferreira Borges, malvisto da subito da commercianti e cittadini è stato ristrutturato in un centro culturale con due sale di spettacolo, spazi espositivi e un bel ristorante al piano superiore) e i ponti, come il Dom Luis I, proprio a ridosso del centro storico, su due livelli, di cui quello superiore a 70 metri di altezza, scenograficissimo e panoramicissimo, o più lontano quello progettato da Eiffel. Il Palazzo di cristallo che dà ancora il nome al parco nella zona occidentale della città è invece stato incongruamente smantellato e sostituito da una cupola in muratura. Il primo '900 ha lasciato una riconoscibile impronta liberty, con porte e finestre dai disegni fantasiosi, ingressi di negozi scenografici, graziose pensiline in vetro e ferro; ma il capolavoro in questo senso è la libreria Lello che si autodefinisce, e potrebbe non avere torto, la libreria più bella del mondo: la facciata è in uno stile liberty neoromantico o neogotico, ma a lasciare a bocca aperta è l'interno: libri dal pavimento al soffitto su due piani aperti al centro; in alto un lucernario di vetro a piombo decorato, e in mezzo, a prendersi la scena, una scala incredibile, con la rampa che si divide e si riunisce, con gradini sinuosi color rosso sangue che scendono a larghi fiotti. Sarebbe piaciuta moltissimo al Dario Argento di Suspiria, ma invece pare aver ispirato la Rowlings (che ha scritto parte della saga mentre dava lezioni d'inglese proprio a Porto) per l'ambientazione di Harry Potter. Attenzione: la libreria è molto fotografata ma, probabilmente per il fatto di essere un esercizio commerciale ancora in attività, non è menzionata sulle guide maggiori, tipo Touring o Rough Guide, o relegata nel capitolo degli Acquisti. Merita la visita; si paga l'ingresso (v. oltre nel capitolo Costi) e per farsi una foto sulla scala, per rimanere alle suggestioni cinematografiche, potrebbe essere necessario accoltellare qualcuno o far sparire qualcun altro per magia.
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AutoreMauro e Alessandra, dopo aver visitato Porto nel gennaio 2018, vi danno qualche consiglio e suggerimento di viaggio. ArchiviCategorie
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