Devo dire che il Portogallo mi ha piacevolmente sorpreso per la varietà dell'offerta e la cura delle preparazioni, mai dozzinale o turistica nel senso deteriore. Anzi, quasi tutte le preparazioni vengono fatte al momento, senza cose impacchettate o precotte. Mettetevi dunque comodi e aspettate che sia pronto. Porto è una grande città e quindi l'offerta è varia e abbondante, sia per i pasti veri e propri che per delle merende sfiziose sia dolci che salate. Ci sono molto piatti sia di carne che di pesce. Ovviamente domina il bachalau, il cibo portoghese per eccellenza, declinato in molte varianti interessanti. Molto presente in generale il pesce (ho mangiato le sardine più buone della mia vita), Tra la carne ci dicono sia particolarmente apprezzata la trippa. Tra gli antipasti o gli snack molto presenti polpette di varie dimensione e forma, impanate e fritte e ripiene di carne, pesce, patate. Vi suggeriamo un paio specialità che dovete assolutamente assaggiare (nota: le tre foto qui sopra non sono nostre, ma reperite in rete). La prima è originaria di Lisbona ma noi l'abbiamo trovata più diffusa a Porto. È la bifana: un sandwich imbottito con fettine di lonza di maiale marinate nel vino e insaporite con aglio, alloro e paprika. Più impegnativa la francesinha, tipica di Porto, in teoria un panino che viene però servito impiattato e composto da pane, prosciutto, salsiccia e formaggio il tutto ricoperto da una salsa a base di burro, brandy e porto. Se non vi sembra sufficiente, i più audaci possono richiedere la francesinha speciale in cui si aggiunge in cima un uovo fritto, accompagnando il tutto con patatine fritte! Ovviamente in pochi giorni non abbiamo potuto scoprire più di tanto dell'offerta enogastronomica di Porto, per cui ci limitiamo a tre consigli sicuri (oltre a quello, se vi trovate in zona e volte fare una merenda, di sfruttare i bar sulla strada tra la stazione di Sao Bento e la chiesa dos Clerigos: panini e crocchette con pesce, carne e verdure a partire da 1euro-1,5 l'uno, anche comodamente seduti ai tavolini), uno per una cena “casalinga”, uno per una degustazione di porto e uno per uno sfizioso dessert. Il primo è un ristorantino senza nome e senza insegna. Probabilmente fino a poco tempo fa nessuno sapeva della sua esistenza tranne i locali senza troppo pretese; oggi, con Tripadvisor (dove si trova sotto la denominazione di Escondidinho do Barredo) e Google Maps, è diventato rintracciabile anche dai turisti più ardimentosi, che si aggirano come rabdomanti, smartphone alla mano, tra gli angiporti e i vicoli oscuri alle spalle del lungofiume. Le proprietarie non sembrano essersene per niente accorte, e continuano come se nulla fosse, alacri, sgarbate e sprovvedute, come probabilmente hanno fatto per decenni. Il ristorante è quindi uno stanzone disadorno, occupato per un terzo dalla cucina dove due attempate signore preparano tutto a vista e per l'altro terzo da 6 tavoli da 4 (quando siamo andati noi uno era occupato da un vecchio, probabilmente parente, e da una vecchia impegnata a sbucciare l'aglio) e dal lavandino del bagno. Il menù è dattiloscritto su un foglio plastificato. I prezzi delle portate vanno da 1,30 euro (crocchette di carne o baccalà) a un massimo di 8 euro (polpo, baccalà e seppie) e il conto si scribacchia a mano su pezzi di carta volanti. La prima volta la signora indaffarata che serviva ai tavoli ci è passata davanti una ventina di volte senza degnarci di uno sguardo, come se fossimo trasparenti (finché un paio di simpatiche ragazze catalane ci hanno invitato al loro tavolo), la seconda volta in cui siamo tornati si era aggiunto per fortuna un signore dall'aria cordiale che esordisce con una battuta di repertorio del tipo: “Italiani?” e, al vostro assenso “Eu portugues (io portoghese), eh”. Beh, insomma, si mangia bene, preparazioni casalinghe, gustose, senza fronzoli, come farebbero le vostre mamme, zie, o forse nonne. Le migliori sardine che abbia mai mangiato. Buono persino il pane nero che viene servito a richiesta. Conto sui 10 euro a testa. La seconda sera, al momento di uscire, le due signore si sono voltate per salutarci e... hanno sorriso! E' stato come ricevere il passaporto ad honorem della città di Porto. Se poi volete un piccolo ma sfizioso dessert salite in rua Santa Catarina fino alla Fabrica de nata: per 2,5 si beve un porto (o una ginginha - liquore alla ciliegia - in un bicchierino di cioccolato fondente) e si mangia un pastel de nata, dolcetto tipico con crema e spolverato di zucchero a velo e cannella). Ci sono delle accoglienti sale interne e qualche posto anche in un dehors sulla via pedonale. Se volete assaggiare il Porto ci sono decine di cantine, di vinerie ed enoteche, con viste guidate. Altrimenti c'è Soares. Che è un minuscolo localino al mercado di Gaia, affacciato sull'esterno verso il fiume: quattro tavolini fuori, pochi altri in una stanzetta al piano superiore. Offre la degustazione di 5 tipi di Porto a 5 euro. La signora anziana arriva con le bottiglie e cinque piccoli calici, mesce, e poi lascia le bottiglie sul tavolo accanto ai calici, come promemoria e istruzioni (se si vogliono leggere le etichette). 2 rossi (tawny e ruby), un Offley rosato, due bianchi (un secco da aperitivo e un dolce da dessert). Sei a Porto? E' un rito che va celebrato.
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AutoreMauro e Alessandra, dopo aver visitato Porto nel gennaio 2018, vi danno qualche consiglio e suggerimento di viaggio. ArchiviCategorie
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