Tenerife era una volta un’isola difficile da conquistare. I Guanci, la popolazione originaria – dalle origini misteriose: le cronache dell’epoca li descrivono come alti, biondi e con gli occhi azzurri, pur vivendo su un’isola la cui costa più vicina è, a 300 km di distanza, quella africana del deserto a sud del Marocco –, pur non conoscendo l’arte del metallo all’epoca dell’arrivo degli Spagnoli, riuscì a tenere in scacco con la guerriglia i conquistadores per quasi un secolo dal momento in cui le altre isole canarie erano state invase, cedendo solo alla fine del ‘400, più per debilitazione che per le vittorie militari spagnole.
Tre secoli dopo sarà il famoso ammiraglio inglese Horatio Nelson, il futuro eroe di Trafalgar, a saggiare la resistenza di Tenerife: non solo il suo assalto fu respinto dagli Spagnoli, ma lui stesso lasciò in battaglia anche un braccio; motivo per cui, secondo un aneddoto spesso riportato, il governatore di Santa Cruz, per consolarlo, gli fece sportivamente omaggio di una partita di vino locale. Meno resistenza l’isola ha opposto all’invasione del turismo di massa, propiziata negli anni ’70 dal governo franchista per attirarvi i turisti nordici e i loro soldi. La prima volta in cui sbarcammo a Tenerife, con un last minute alla cieca, il primo impatto con Playa de las Americas fu piuttosto scioccante. Sviluppo edilizio disordinato, bande di ragazzi inglesi ubriachi, costa cementificata. Per fortuna, malgrado l’impossibilità di trovare una macchina a noleggio nel periodo di Capodanno, avevamo abbastanza intraprendenza per schiodarci e cominciare ad intuire che Tenerife non era tutta lì e tutta così. Infatti malgrado le urbanizzazioni inconsulte di alcuni tratti di costa, che si andavano a sommare ai disboscamenti selvaggi dei secoli precedenti, quando le grandi foreste vennero eliminate per far posto alle monocolture di moda in quel momento (canna da zucchero, vigneti, cocciniglia, infine bananeti), e alle periodiche eruzioni vulcaniche (l’ultima importante ancora nel ‘700), Tenerife rimane un posto bello e interessante, che può offrire vari motivi di interesse. Bagnanti, amanti della tintarella, surfisti, ciclisti, escursionisti, rocciatori, amanti della natura e dei paesaggi, dell’architettura e del folklore possono trovarvi svariati motivi d’interesse. Stavolta ce la siamo goduta. Bastava affacciarsi alla terrazza del nostro resort - a Puerto de la Cruz, nel nord-ovest dell’isola - aperta su tre lati, per vedere con un’unica occhiata alcune delle attrattive dell’isola: a destra l’azzurro dell’oceano e le case bianche di Punta Brava; di fronte una rigogliosa vegetazione di palme, araucarie, bouganville a profusione e una distesa di banani; a sinistra i rilievi montuosi da cui fa capolino la cima del Teide. Dopo qualche consiglio pratico, cerchiamo qui di fornirvi qualche suggestione di viaggio e di conoscenza.
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AutoreAl nostro ottavo viaggio alle Canarie, è arrivato il momento di dare qualche consiglio di viaggio. Per Capodanno 2018 siamo stati nel nord di Tenerife: ecco qualche suggerimento per la visita, da parte di Mauro e Alessandra. ArchiviCategorie
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