Non potete andarvene da Tenerife senza avere effettuato questa escursione al vulcano che superando i 3700 metri di altezza costituisce paradossalmente anche la montagna più alta di Spagna, oltre che il terzo vulcano più alto al mondo. Se salite in auto avrete la possibilità di fermarvi ai numerosi miradores distribuiti tra oceano e montagna; ma è possibile servirsi anche dei bus che partono da Puerto de la Cruz (bus 348) e da Playa de las Americas (bus 342). In entrambi casi c’è un’unica corsa per l’andata (alle 9.30) e un’unica per il ritorno (alle 16). Per la tratta del Teide non vale in Bonobus, il biglietto di andata e ritorno costa circa 12 euro. Tenete conto che può valere la pena di salire al Teide anche se sulla costa il cielo è nuvoloso: le nubi stazionano in genere sui 1600-1700 metri e al di sopra si sbuca nel sole, con una vista che dalla cima si estende su tutta l’isola e sull’intero arcipelago. Se vi fermate a dormire in quota, pare che il cielo stellato sia incredibile. Salirete quindi lasciandovi alle spalle un ambiente subtropicale e attraversando vari paesaggi e zone di vegetazione, fino ad addentrarvi nella corona forestal, un anello di fitte pinete che circonda il complesso del Teide (lungo la strada, salendo da Puerto, sulla vostra sinistra, avrete ad un certo punto anche l’occasione di vedere un grosso masso trasformato dall’erosione in una gigantesca margherita). Da qui in poi, per decine di chilometri, in area protetta, non esistono più edifici, se non il piccolissimo gruppo di costruzioni a El Portillo, dove si trova il centro visitatori. Raggiunta quota 2200 metri, si può prendere una teleferica che porta fino a quota 3555, sotto l’estremità del cono vulcanico. A noi stavolta (a differenza di quando siamo venuti qui nel 2001) non è stato permesso: malgrado la giornata soleggiata, limpida e cristallina, el teleferico era fermo causa vento. Siamo rimasti stupiti, ma poi le raffiche che ci avrebbero investito durante le nostre passeggiate ci avrebbero convinto dell’opportunità della decisione. Quindi: la salita sulla cima offre viste impagabili; ma, rimasti a bordo del bus fino all’isolato parador (bar con terrazza all’aperto, negozio souvenir, ristorante a buffet, servizi igienici), ci siamo consolati con delle belle passeggiate tra i paesaggi del parco, percorrendo in parte due sentieri, quello delle Roques de Garcia (che passa tra l’altro accanto alla roccia più famosa, el roque Chinchado, erosa alla base) e quello delle Siete Canadas, tra vegetazione stopposa, formazioni rocciose dalle strane forme e rocce aspre e dalle colorazioni fantastiche, che vanno dal giallastro all’arancio, al rossastro, al verdastro, al violaceo, al grigio, al nero. Alcune passeggiate, sebbene su sentieri naturalmente accidentati, sono alla portata di tutti (se ovviamente non si hanno particolari problemi di mobilità); sono però possibili trekking su percorsi più impegnativi e lunghi e in diversi punti inoltre gli appassionati possono dedicarsi ad arrampicate su pareti verticali e piuttosto scenografiche. Nel caso, attrezzatevi e tenete conto (ma ve ne accorgerete immediatamente: la cima è visibile da un gran numero di punti dell’isola) che d’inverno sul Teide può anche nevicare...
0 Commenti
|
AutoreAl nostro ottavo viaggio alle Canarie, è arrivato il momento di dare qualche consiglio di viaggio. Per Capodanno 2018 siamo stati nel nord di Tenerife: ecco qualche suggerimento per la visita, da parte di Mauro e Alessandra. ArchiviCategorie
Tutti
|