Tenerife era una volta un’isola difficile da conquistare. I Guanci, la popolazione originaria – dalle origini misteriose: le cronache dell’epoca li descrivono come alti, biondi e con gli occhi azzurri, pur vivendo su un’isola la cui costa più vicina è, a 300 km di distanza, quella africana del deserto a sud del Marocco –, pur non conoscendo l’arte del metallo all’epoca dell’arrivo degli Spagnoli, riuscì a tenere in scacco con la guerriglia i conquistadores per quasi un secolo dal momento in cui le altre isole canarie erano state invase, cedendo solo alla fine del ‘400, più per debilitazione che per le vittorie militari spagnole.
Tre secoli dopo sarà il famoso ammiraglio inglese Horatio Nelson, il futuro eroe di Trafalgar, a saggiare la resistenza di Tenerife: non solo il suo assalto fu respinto dagli Spagnoli, ma lui stesso lasciò in battaglia anche un braccio; motivo per cui, secondo un aneddoto spesso riportato, il governatore di Santa Cruz, per consolarlo, gli fece sportivamente omaggio di una partita di vino locale. Meno resistenza l’isola ha opposto all’invasione del turismo di massa, propiziata negli anni ’70 dal governo franchista per attirarvi i turisti nordici e i loro soldi. La prima volta in cui sbarcammo a Tenerife, con un last minute alla cieca, il primo impatto con Playa de las Americas fu piuttosto scioccante. Sviluppo edilizio disordinato, bande di ragazzi inglesi ubriachi, costa cementificata. Per fortuna, malgrado l’impossibilità di trovare una macchina a noleggio nel periodo di Capodanno, avevamo abbastanza intraprendenza per schiodarci e cominciare ad intuire che Tenerife non era tutta lì e tutta così. Infatti malgrado le urbanizzazioni inconsulte di alcuni tratti di costa, che si andavano a sommare ai disboscamenti selvaggi dei secoli precedenti, quando le grandi foreste vennero eliminate per far posto alle monocolture di moda in quel momento (canna da zucchero, vigneti, cocciniglia, infine bananeti), e alle periodiche eruzioni vulcaniche (l’ultima importante ancora nel ‘700), Tenerife rimane un posto bello e interessante, che può offrire vari motivi di interesse. Bagnanti, amanti della tintarella, surfisti, ciclisti, escursionisti, rocciatori, amanti della natura e dei paesaggi, dell’architettura e del folklore possono trovarvi svariati motivi d’interesse. Stavolta ce la siamo goduta. Bastava affacciarsi alla terrazza del nostro resort - a Puerto de la Cruz, nel nord-ovest dell’isola - aperta su tre lati, per vedere con un’unica occhiata alcune delle attrattive dell’isola: a destra l’azzurro dell’oceano e le case bianche di Punta Brava; di fronte una rigogliosa vegetazione di palme, araucarie, bouganville a profusione e una distesa di banani; a sinistra i rilievi montuosi da cui fa capolino la cima del Teide. Dopo qualche consiglio pratico, cerchiamo qui di fornirvi qualche suggestione di viaggio e di conoscenza.
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Come arrivare A Tenerife ci sono due aeroporti, uno al nord (Los Rodeos) vicino alla capitale e uno al sud (Reina Sofia) nella zona più turistica. Visto che l’isola è abbastanza grande e la conformazione montuosa rende piuttosto complesso attraversarla, è consigliabile scegliere l’aeroporto più comodo per la propria destinazione. Attraverso i motori di ricerca come Edreams o Skyscanner si possono trovare combinazioni di voli economiche con arrivo e partenza in aeroporti diversi. Si risparmia: prenotando prima, scegliendo voli con scali intermedi (dall’Italia spesso Barcellona) o con gli orari meno comodi. Voli aerei collegano anche Tenerife alle altre isole dell’arcipelago provviste di aeroporto. Entrambi gli aeroporti sono collegati alle principali città con linee di autobus sia diurne che notturne. Come regola generale, evitate di rinviare gli acquisti di souvenir alla partenza del rientro in aeroporto: gli stessi articoli potrebbero arrivare a costarvi anche il doppio che nei più simpatici negozietti di paesi e città. Trasporti interni e attività § Bus A Tenerife c’è una rete di autobus (sul posto si chiamano guagas) comoda ed estesa, gestita dall’azienda Titsa. Attraverso il sito internet dell’azienda si possono conoscere percorsi e orari delle diverse linee, tempi di attesa in tempo reale e costruire i propri itinerari. Un altro aspetto molto positivo è la possibilità di comperare il Bonobus, un abbonamento a scalare molto comodo, economico e moderno, che può essere utilizzato su tutti gli autobus (tranne quello per il Teide) usufruendo anche di un sostanzioso sconto sulle tariffe delle singole tratte. § Autonoleggio Naturalmente una buona soluzione per girare l’isola in libertà è noleggiare un auto; ci sono molti autonoleggi nelle isole Canarie e durante le nostre vacanze abbiamo individuato la Cicar come la più affidabile ed economicamente conveniente, che offre anche ottime condizioni: assicurazione completa senza franchigia, secondo guidatore gratuito, la possibilità di consegnare l’auto in un luogo diverso da quello di noleggio e riconsegnarla in aeroporto anche in orario di chiusura degli uffici. Inoltre vengono fornite anche un’ottima cartina stradale dell’isola (si possono reperire comunque buone cartine gratuite anche presso gli uffici del turismo) e un’audioguida. Una cosa importante da sapere è che, a parte le autostrade che percorrono le zone costiere, le strade possono essere molto impegnative: un continuo su e giù tra curve e tornanti, con dislivelli e pendenze anche notevoli, e strade (benché in buone condizioni) a volte strette. § Strade, circolazione e panorami Le strade a percorrenza veloce (la velocità massima consentita in alcuni tratti è di 120 kmh) si riducono infatti ad un paio di direttrici che si congiungono nella capitale Santa Cruz: la TF1, che dalla capitale percorre la costa orientale fino alle località balneari del sud (Playa de las Americas, Los Cristianos e Costa Adeje, passando anche nelle vicinanze dell’aeroporto Reina Sofia di Tenerife Sur) e la TF5, che invece attraversa la parte nord dell’isola, passando accanto all’aeroporto Los Rodeos di Tenerife Norte e corre quindi lungo la costa nord-ovest e finisce poco oltre Puerto de la Cruz. Per il resto sono strade minori, che diventano spesso tortuose strade di montagna appena ci si addentra nell’entroterra, e quindi a percorrenza molto più lenta. Qualunque navigatore è in grado di darvi indicazioni sui tempi: prendetele per buone, anche qualora dovessero sembrarvi sproporzionate rispetto all’esiguità dei chilometri da percorrere. Ciò significa da una parte che guidare a Tenerife non è semplicissimo se non si ha esperienza di guida in montagna; dall’altra che si tratta spesso di strade panoramiche (quasi assenti tunnel e viadotti), lungo le quali si trovano disseminati molti punti panoramici, i miradores, i principali dei quali segnalati in anticipo da cartelli stradali. Partendo da nord, strade spettacolari si trovano sulle montagne di Anaga (molto bello il tragitto tra San Andres e Benijo sulla TF 134); un gran numero di punti panoramici punteggiano la strada sulla Cordillera Dorsal al centro dell’isola (TF 24) e i percorsi che salgono e aggirano il Teide (TF 21 da La Orotava, 38 dalla costa ovest), così come molto panoramiche sono le strade che attraversano e costeggiano il massiccio del Teno nella parte più orientale dell’isola (tra cui le strade da e per Masca, tratti delle quali sono a carreggiata unica e vanno quindi percorse con calma, fermandosi nelle piazzole apposite quando si incontrano veicoli che viaggiano in senso contrario). Nelle città maggiori (soprattutto Santa Cruz e La Laguna) è possibile nelle ore di punta trovarsi anche in qualche ingorgo; noi però dovremmo esserci abituati e basta avere un po’ di pazienza. A Tenerife non ci sono strade a pedaggio e la benzina (grazie anche ai privilegi fiscali concessi alle Canarie) costa decisamente meno che sul continente e che in Italia. Trovare parcheggio può non essere immediato, ma rispetto ai nostri standard è piuttosto facile e quasi ovunque si trova posto per parcheggiare gratuitamente. § Bici e trekking Tenerife è molto amata anche dai ciclisti, che ne percorrono coraggiosamente le strade impervie, ma è anche adatta a molte escursioni a piedi, in particolare nelle vaste aree di territorio protetto: si può scegliere in questo caso tra trekking e passeggiate all’interno del parco nazionale del Teide, con percorsi anche al di sopra dei 2000 metri tra lunari paesaggi vulcanici, o quelli sulle scenografiche montagne di Anaga, dalle cime aguzze e dentellate ma dalla vegetazione subtropicale, o quelli nella riserva naturale del Teno, con la possibilità di unire in un’unica escursione (come quella nel barranco di Masca) la montagna e l’approdo al mare. § In mare Oltre agli aerei ci si può spostare da Tenerife alle altre isole dell’arcipelago con i traghetti, che a volte possono trasportare anche le automobili. Dalle località turistiche sulla costa partono inoltre escursioni in mare per l’avvistamento di balene e cetacei e giri panoramici come quelli che costeggiano los acantadilados (cioè le scogliere a picco, che si inabissano sotto il mare per 500 metri) a Los Gigantes. Dove alloggiare Le località balneari sulla costa sono piene di resort che offrono in genere formule che includono i pasti. C’è solo l’imbarazzo della scelta. Se non volete fermarvi lì, dove in genere troverete tutto quello che vi occorre per vivere e per passare piacevolmente il vostro tempo – piscine, palestre, aree gioco per i bimbi, autonoleggi, agenzie di viaggi per le escursioni, negozi, ristoranti, bar, intrattenimenti serali, ecc. - può essere un’idea optare per la mezza pensione, in modo da essere liberi durante il giorno per scorrazzare alla scoperta dell’isola. Se si ha intenzione di muoversi, meglio inoltre scegliere una località sulla costa (si fa presto a finire in montagna), da dove è più facile spostarsi in auto o con le guaguas. Nelle città e nell’entroterra è più facile trovare anche alberghi, bed & breakfast e qualche hostal, ed è possibile trovare anche sistemazioni carine e particolari. Nei periodi di punta, in cui gli aerei sono molto richiesti, spesso risulta però non solo più comodo ma anche economicamente più conveniente prenotare un pacchetto volo + alloggio; se il trasferimento da/per l’aeroporto non è incluso tenete conto che i servizi locali di taxi (prenotabili anche da casa via internet), e ovviamente i bus (verificate prima se vicino al vostro albergo c’è una fermata comoda), sono più convenienti. Uno dei posti più originali per alloggiare è forse il parador del Teide, ad oltre 2000 di altezza. Da qui, per altitudine e limpidezza dell’aria, sono tra l’altro garantite stellate indimenticabili. Mangiare e bere Anche qui c’è solo l’imbarazzo della scelta. Nelle località turistiche troverete di tutto, dalla pizzeria al pub irlandese. Nei resort generalmente la cucina è tarata sui gusti della clientela nordici, ma generalmente la varietà e l’abbondanza è tale da soddisfare un po’ tutti. Ovviamente è l’occasione anche per mangiare pesce; leggiamo che sono particolarmente raccomandati i ristorantini di San Andres, che però non abbiamo testato. Tenerife ha inoltre la propria birra (Dorada) e produce un vino di buona qualità, che ebbe momenti di assoluta gloria (tanto per dire, il vino canario viene citato anche da Shakespeare nel Falstaff). I nostri consigli si limitano a qualche assaggio: a merenda una tazza di cioccolata con churros; a tavola l’accompagnamento di papas arrugadas (saporite patate cotte con acqua salata che si mangiano con la buccia) intinte nei mojos (salse rosse e verdi leggermente piccanti) e per dessert un bicchiere di ron miel, un rum addolcito e di bassa gradazione alcolica. Quanto si spende I prezzi sono generalmente più contenuti che da noi. Noleggio macchina e benzina sono economici. Con il Bonobus risparmierete molto viaggiando sui mezzi pubblici. I parcheggi sono quasi sempre gratuiti, non ci sono strade a pedaggio. Si trovano molti ristoranti a buon mercato e nei locali non si spende molto rispetto ai nostri standard. Anche le entrate non sono molto care, fatta eccezione per le attrazioni più pubblicizzate come il Loro Park e il Siam Park. Clima e orari A Tenerife ci si va sostanzialmente per il clima e per il mare. Tenerife e le Canarie sono conosciute come le isole dell’eterna primavera : le temperature medie diurne oscillano tra i 20 e i 30 gradi, con temperature più basse in inverno e più elevate d’estate. La sera ovviamente fa più fresco ed è opportuno portarsi qualche per coprirsi. Noi siamo andati alle Canarie diverse volte, sempre d’inverno, a capodanno o a carnevale, e siamo sempre riusciti a stare in spiaggia a prendere il sole e a fare il bagno in mare. Possono capitare giornate nuvolose o ventose (siamo pur sempre in mezzo all’oceano ), e il tempo è soggetto ad una forte variabilità, ma se avete intenzione di rimanere sui villaggi della costa raramente avrete bisogno di qualcosa di diverso da quello che portereste in una vacanza estiva in Italia : magliette e canottiere, pantaloni leggeri e pantaloncini, un maglioncino per la sera e una giacchetta a vento per le giornate ventose e le serate più fresche. Ma sull’isola c’è altro da fare e da vedere che starsene in spiaggia o in piscina ad oziare: e spesso questo “altro” sta in alto. Tenerife è dominata dalla presenza massiccia del Teide, al quale dovete dedicare almeno un’escursione di una giornata, e il Teide, malgrado si trovi su un’isola in mezzo all’oceano al largo dell’Africa , è nientemeno che la montagna più alta di Spagna. La cima del suo cono vulcanico supera i 3700 metri e d’inverno capita che si ammanti di neve. Capirete quindi che per salirci occorrono sia le scarpe che l’abbigliamento adatti. Tra lo zero del livello del mare e i 3717 metri del suo culmine, l’isola ospita decine di microclimi diversi, che passano dalla vegetazione subtropicale alle pinete di montagna alla flora stentata dei paesaggi vulcanici in altura. E non c’è solo il Teide: l’isola è in gran parte montuosa e esplorare la zona del Teno a ovest o delle montagne di Anaga a nord vuole dire comunque salire ad altezze a volte superiori ai mille metri e spesso esposte ai venti. Se volete conoscere i vari aspetti di Tenerife, quindi, anche se non sarete mai esposti a temperature rigide di tipo alpino, il costume da bagno da solo non basta. Alle Canarie il fuso orario segna un’ora indietro rispetto all’Italia. Tra dicembre e gennaio il sole tramonta verso le 6 del pomeriggio. Gli orari sono un po’ alla spagnola, per cui si tende a pranzare e cenare tardi, anche se come succede nelle località di villeggiatura c’è gente che mangia un po’ a tutte le ore. Il consiglio comunque è quello di regolare i propri orari (e quindi di non fare troppo tardi la mattina) in modo da godere di tutte le ore di luce invernali. Quando andare Beh, in conseguenza a quello che si diceva prima sul clima, la risposta è: sempre. Sull’isola (e nell’arcipelago) non fa mai eccessivamente caldo e mai eccessivamente freddo. Certo, la bella stagione offre maggiori garanzie in termini di tenuta del tempo, che per il suo carattere atlantico è di natura piuttosto variabile, e un numero maggiore di ore di luce che allunga le giornate e il tempo a disposizione. Ma non è una cattiva idea – né originale – quella di andarci anche nella stagione invernale, lasciando a casa il rigore invernale per il clima mite delle isole. Quando arrivate potete sbarazzarvi di giacca vento, sciarpa e guanti e, se va bene, infilarvi il costume da bagno (o neanche quello se scegliete di andare in una spiaggia naturista) e stendervi al sole tiepido. Inoltre può essere un’idea intelligente quella di programmare la vostra visita alle Canarie in concomitanza con qualche festa (attività nella quale gli spagnoli in generale sono dei grandi e folli specialisti). Ecco di seguito alcuni suggerimenti. Le feste Durante l’anno a Tenerife si tengono numerose romerias, parate di spirito religioso-rurale, che possono di essere d’interesse folkloristico. In occasione del periodo natalizio si allestiscono moltissimi presepi (in spagnolo si chiamano belen; sì, come Belen Rodriguez): i più belli che abbiamo visto erano il presepe ebraico accanto alla bella chiesa di San Agustin e quello a grandezza naturale nella plaza de l’ayuntamiento, entrambi a La Orotava; il più originale quello allestito in una grotta naturale appena sopra il livello del mare a Garachico. A Capodanno non ci sembra succeda granché: se va bene c’è un palco in una piazza del centro dove si fa un po’ di musica e poi ad un certo punto tutti tentano di strangolarsi o di propiziarsi la buena suerte inghiottendo dodici acini d’uva allo scoccare della mezzanotte. Si festeggia in genere negli alberghi con spettacoli, musica e cotillon. Il nostro ha realizzato inoltre un vero e proprio spettacolo pirotecnico; poi, dalla nostra terrazza panoramica, ci siamo incantati a guardare i fuochi degli altri, che punteggiavano di luci colorate la costa e le pendici dei monti, fino alla cima del Teide. Più simpatica invece la ricorrenza dell’Epifania: gli spagnoli usano scambiarsi i regali in questa giornata e nei giorni precedenti c’è quindi una grande eccitazione e animazione per l’acquisto dei doni e la carta da regalo scorre a fiumi. La vigilia poi, quindi la sera del 5, alle ore 19, in diverse località si tiene la Cavalcada de los reyes magos. I centri principali organizzano i cortei e allestiscono i luoghi della manifestazione. Noi abbiamo assistito alla festa di Puerto de La Cruz, dove i re magi sono comparsi all’improvviso sul tetto del castillo de San Felipe, tra un tripudio pirotecnico, e poi hanno sfilato per le vie cittadine sulle carrozze reali, insieme ad altri carri, a cammelli ed elefanti (finti) carichi di doni, a pupazzi e a figuranti in costume, lanciando manciate di caramelle agli astanti lungo il percorso. Muy simpatico e i bambini si eccitano e si divertono molto. Ma la festa che vale il viaggio è il Carnevale. Noi non abbiamo mai visto quello di Tenerife ma bensì, qualche anno fa, quello di Gran Canaria (cui si riferiscono quindi le foto qui pubblicate). Entrambi sostengono di essere il miglior Carnevale dopo quello di Rio de Janeiro. Mi sembra che tra qui e il Brasile la distanza, non solo geografica, sia molta, ma è indubbio che a Carnevale da queste parti si divertono, e molto. Le celebrazioni si susseguono per più di giorni, il solo clou dei festeggiamenti occupa una settimana intera. Ci sono sfilate di carri, musicisti e ballerine, le elezioni della regina, le sfilate delle drag queen, che approfittano dell’occasione per travestimenti esagerati, feste e sfilate per i bambini, ecc. A Gran Canaria - a Tenerife non sappiamo - c’è pure la Fiesta de los indios, pare nata per prendere in giro gli emigranti di ritorno dalle Americhe: ci si veste tutti di bianco (alcuni in perfetto ed elegante stile coloniale), poi ad un certo punto scoppia una gigantesca, caotica e intossicante guerra a colpi di borotalco. Da vedere (e possibilmente non respirare). Il tutto finisce poi con l’evento che conclude il carnevale, l’entierramento de la sardina, cioè il funerale e la sepoltura in mare della sardina. Ci si traveste anche in questo caso, ma in un lutto grottesco, per sbeffeggiare la morte e la Quaresima a seguire. L’abbiamo già detto all’inizio, da non perdere. Concludiamo con una ricorrenza alla quale non siamo stati presenti, ma che crediamo valga la pena citare: la Fiesta de las Alfombras. Si svolge a La Orotava ma per beccarla dovete fare i conti: si tiene il martedì seguente l’ottava domenica dopo Pasqua in occasione della festa del Corpus Christi (auguri). Dovrebbe cadere in giugno. Le strade del centro cittadino vengono ricoperte da tappeti multicolori composti con sabbie laviche colorate e petali di fiori. Il tutto ovviamente richiede giorni e giorni di preparazione; il risultato, a giudicare dalle foto, è decisamente spettacolare. Flora e fauna Nella varietà di microclimi presenti sull’isola, la vegetazione offre uno spettacolo fantastico: palme endemiche e importate, araucarie, laureti , bananeti, stelle di Natale grandi come alberelli, bouganville di dimensioni mostruose, alberi-drago vecchi centinaia di anni, ficus giganteschi, strelizie e ibiscus vermigli, viperine (ora sfiorite) e euforbia, agavi e aloe, cactus a canne d’organo, a pale, a palla, fichi d’india e vigneti, pinete e felci, steppe, fiori e piante esotici cui ci piacerebbe dare un nome che non sappiamo, e veramente chi più ne ha più ne metta. Una natura prorompente e il gusto decorativo dell’uomo (che cerca così di farsi perdonare i peccati edilizi) fanno a gara a rendere Tenerife un paradiso botanico che offre mille forme e colori. Immagino che in primavera lo spettacolo sia ancora più esaltante. Meno interessante la fauna, soprattutto quella terrestre. Per trovare qualche motivo d’interesse bisogna guardare alla fauna avicola oppure in mare. Allo snorkelling (dove il mare è sufficientemente calmo da permetterlo) e alle immersioni si aggiungono anche le escursioni di whale watching con imbarcazioni turistiche.
Itinerari Per visitare tutta Tenerife una settimana non basta. Vi suggeriamo qualche itinerario partendo da Puerto de La Cruz, che è in una posizione abbastanza strategica per visitare il nord dell’isola e l’imperdibile Teide: in bus: • una giornata al Teide (con salita in teleferica) (se andate in auto però potete approfittare dei numerosi miradores disseminati lungo la strada) • un’escursione nella vicina La Orotava in auto: • una giornata alla spiaggia de Las Teresitas e visita di Santa Cruz • una giornata a Icod de los Vinos, Garachico, Masca, Los Gigantes • una giornata a La Laguna, traversata della Cordillera Dorsal, spiagge di Roque de las Bodegas e Benijo Spiagge Se sono spiagge quelle che cercate, forse altre isole delle Canarie offrono di meglio. Difficilmente le spiagge nere di Tenerife possono competere con quelle infinite di Costa Calma a Fuerteventura, con le splendide cale sabbiose di Papagayo a Lanzarote, o con le dune sabbiose di Maspalomas a Gran Canaria. A Tenerife conviene puntare al sud, dove possono dare soddisfazione all’istinto balneare le spiagge artificiali con sabbia riportata della sequenza di insediamenti turistici di Playa de las Americas, Los Cristianos e costa Adeje, e dove tratti più selvaggi e meno urbanizzati possono comunque essere trovati a nord di costa Adeje e a est nella zona di El Medano. Ma anche il Norte vanta la sua perla, la sua spiaggia perfetta. È Las Teresitas, pochi chilometri a nord della capitale santa Cruz de Tenerife, dalla quale si può comodamente raggiungere in autobus, e ai piedi del caratteristico paesino di san Andres, che si inerpica come un triangolo bianco in un angolo della montagna retrostante. Se arrivate in macchina, nessun problema : un vasto ma discreto parcheggio gratuito si trova a un metro dalla spiaggia. Non scendete dall’auto subito però, ma inerpicatevi sul promontorio a nord della spiaggia, dove la potrete ammirare dall’alto da un belvedere. Las Teresitas non è una meraviglia naturale, ma il risultato di un intervento umano che ha scaricato in questa insenatura tra due promontori 100.000 metri cubi di sabbia prelevati nel deserto del Sahara, costruito un efficace frangiflutti al largo della spiaggia e piantato sulla spiaggia palme ed altre essenze arboree, che contribuiscono al suo fascino esotico e nello stesso tempo mascherano il servizievole parcheggio retrostante e i diversi chioschi dove è possibile rifocillarsi con varietà di cibi e bevande. Il chiarore dorato della sabbia dà alla spiaggia a forma di falce e al mare che la bagna uno splendore raramente rintracciabile nelle altre spiagge, di sabbia e scogli neri. La presenza della barriera di protezione dal mare la rende inoltre una delle poche spiagge in cui sia possibile fare una nuotata degna di questo nome senza essere travolti dalle onde. Le altre spiagge del nord sono infatti di sabbia e scogli vulcanici neri, e sono esposte alle onde dell’oceano e alle maree, che possono ampliare o ridurne l’ampiezza in misura considerevole secondo le ore del giorno. Se ci si avventura in acqua bisogna fare attenzione alle onde e alle correnti, che possono essere anche molto pericolose. Si tenga conto inoltre che alcune delle spiagge, soprattutto ad ovest - ma dipende dall’inclinazione della costa - si trovano ai piedi di scogliere, per cui il sole può scomparire prima del previsto. Sia Las Teresitas che molte altre spiagge sono attrezzate con ombrelloni e lettini e offrono bar, chiringuitos e ristoranti dove bere e mangiare davanti al mare e in alcune è possibile affittare attrezzature per sport acquatici; ma molte sono anche le spiagge libere, selvagge e prive di servizi. Bisogna dire da una parte che anche le spiagge attrezzate offrono sempre ampi tratti liberi dove poter stare in tranquillità, e dall’altra che anche le spiagge più remote sono comunque indicate da un’ottima segnaletica stradale. Se fate surf troverete senz’altro numerose località che fanno al caso vostro; noi abbiamo visto surfers in azione nel paesaggio drammatico di Roque de las Bodegas o davanti alla spiaggia nera incastonata nella scogliera di El Bollullo, appena fuori Puerto de la Cruz.
Alcune delle spiagge sono poi situate in contesti naturali molto suggestivi, come quella di Masca raggiungibile solo dopo un lungo percorso attraverso un barranco, quella di Los Gigantes davanti a imponenti scogliere verticali o quella di Benijo dalla costa suggestivamente frastagliata che offre viste spettacolari. Bella anche la spiaggia urbana di Santa Cruz, Playa Jardin, compresa tra Punta Brava e il Castillo de San Felipe, dove alla sabbia nera fa da sfondo, come fa capire il nome, un rigoglioso giardino tropicale. Se a Puerto de la Cruz l’architetto Cesar Manrique, , che ha messo la sua firma su molte delle realizzazioni architettoniche dell’arcipelago , ha donato alcune piscine con acqua di mare lungo la costa in un bel contesto scenico (entrata 5,50 euro, apertura dalle 10 fino al tramonto), a Garachico ci hanno pensato le eruzioni vulcaniche a dotare la costa davanti al paese di una serie suggestiva di piscine naturali incastonate tra gli scogli, che l’intervento dell’uomo ha reso praticabili (sempre salvo mareggiate). Più difficile rispetto alle altre isole praticare nudismo; alcune spiagge segnalate in tal senso sono risultate difficili da raggiungere o risicate in dimensione dalle maree; una delle più accessibili, Las Gaviotas, nera e ondosa, soffre la concorrenza della tessile ma splendida Las Teresitas, che si trova appena oltre il promontorio... Architetture Al di fuori delle urbanizzazioni costiere, Tenerife offre alcune delle città più belle dell’interno arcipelago. Visitare le città inoltre vuole dire uscire dal contesto artificiale e un po’ plastificato delle località turistiche balneari e mescolarsi un po’ con la vita, le persone e i ritmi della gente del posto. Si deve tenere presente che la storia di Tenerife inizia con l’arrivo degli Spagnoli negli ultimi anni del XV secolo, e che quindi non esiste nessun edificio precedente a quell’epoca (se non le, al momento inspiegate, piramidi di Guimar). Ci sono comunque bei palazzi e belle chiese, queste ultime spesso appartenenti al periodo barocco ma dagli esterni relativamente semplici, dove le campiture di calce bianca sono intervallate dal nero della pietra lavica a vista, i cui pezzi forte all’interno sono sovente fastosi altari di legno intagliato. Sono spesso graziose le ermitas, piccole chiesette rese romantiche dall’ambiente in cui si trovano, che può andare dalle rive dell’oceano sino alle altitudini delle desolate steppe vulcaniche. Le coste, soprattutto in corrispondenza delle città portuali storiche, sono spesso vegliate da fortificazioni d’epoca, spesso semplici torrette o piccoli fortilizi, oggi a volte usate per ospitare attività culturali, come il castillo di San Felipe a Puerto de la Cruz. Una delle caratteristiche degli edifici storici (a volte dotati anche di bei cortili interni) sono i balconi, di legno intagliato e provvisti di tettoia. Ce ne sono di molto belli e fanno subito Canarie. Le case più modeste, a volte comunque con porte e finestre decorate a pittura e balconcini canari, formano in qualche caso degli agglomerati di cubi bianchi disposti in maniera scenografica, come a San Andres o a Punta Brava a Puerto de la Cruz, o nelle montagne dell’interno. Santa Cruz de Tenerife La capitale, Santa Cruz de Tenerife, è una città portuale prevalentemente moderna, ma che offre comunque qualche spazio e qualche angolo interessante nel centro storico. La città vanta anche dei musei e dei centri espositivi degni di nota; a volte ospitati in palazzi storici (come l’interessante Museo de l’hombre e de la naturaleza) ed altre in inaspettati edifici modernissimi. Fuori dal centro storico segnaliamo due punti d’interesse: la già celebrata playa de las Teresitas, quattro chilometri a nord (prima della spiaggia accanto al lungomare di San Andres c’è anche una hall of fame, con grandi artisti di tutti i tempi dipinti sugli scogli), e, a proposito di architettura moderna, il fantascientifico auditorium costruito in riva al mare accanto a un castillo antico, su progetto dell’architetto catalano Santiago Calatrava. Simile a un candido e ardito elmo antico, sembra un’astronave mandata in ricognizione alle Canarie dalle consorelle della città della scienza di Valencia. A pochissimi chilometri all’interno partendo dalla capitale si trova La Laguna (San Cristobal de la Laguna), il cui centro storico è riconosciuto e tutelato dall’Unesco. E’ una città vivacissima, con un centro storico piuttosto esteso ricco di strade pedonali e vicoli acciottolati, di negozi, bar e anche musei. La Orotava Forse ancora più bella è La Orotava, pochi chilometri all’interno rispetto a Puerto de la Cruz, che gode di un’invidiabile posizione tra la costa, con l’oceano in vista, e i monti retrostanti. Tra saliscendi continui e belle viste si alternano vie pedonali, vicoli acciottolati e belle piazze e proprio in questa città si trovano decisamente alcuni tra i palazzi (tra cui la citatissima Casa de los balcones) e delle chiese più belle dell’isola. Se doveste scegliere una sola città da visitare durante la vostra permanenza, noi vi consigliamo La Orotava. Nel centro c’è anche un piccolo ma bel giardino botanico visitabile gratuitamente (aguzzate la vista per vedere le variopinte farfalle monarca che lo frequentano). Puerto de la Cruz Se volete alloggiare in una località che abbia un carattere storico ma che sia di fronte allo splendore del mare, la scelta potrebbe cadere su Puerto de la Cruz o sulla più piccola Garachico. La prima (dove abbiamo soggiornato noi) offre anche grandi resort, apartahotel, ecc., ma ha anche alcuni edifici storici (tra cui i resti di alcune fortificazioni sul mare) e la bella spiaggia urbana Playa Jardin. Alcune curiosità su Puerto: girando per le strade aguzzate la vista e alzate lo sguardo; alcune facciate sono decorate con murales e graffiti di buona qualità; e una casa ha tutto l’ultimo piano fasciato da lavoro a maglia! Se invece vi trovate al castello di San Felipe, girategli sul retro e scoprirete una delle più grandi raccolte di torri di sassi che abbia mai visto... Tra le altre attrattive di Puerto, agli estremi opposti, un grande giardino botanico a est e il Loro Parque, uno zoo interattivo (qualunque cosa voglia dire) a ovest. Soprattutto se avete dei bambini credo sia una meta imperdibile. Garachico Garachico, porto importante prima di essere danneggiato dalle eruzioni vulcaniche, è ora un paese piacevolissimo disposto lungo il mare, davanti ad una serie di piscine naturali tra le rocce (balneabili, salvo mareggiate), con uno zocalo ombroso che sembra prelevato di peso dalle città coloniali del Messico. Icod de los Vinos Altra cittadina molto visitata nell’immediato entroterra è Icod de los Vinos, soprattutto grazie alla presenza del drago millenario, un albero monumentale che si dica abbia oltre mille anni (ma forse ne ha un po’ meno). Si può vederlo da vicino entrando nel giardino botanico che oggi lo ospita, ma lo si vede bene e per intero anche dall’ombrosa terrazza accanto alla chiesa di San Marcos, immediatamente sotto alla quale si trova un altro luogo che merita la visita: un mariposario all’interno del quale è possibile una grande varietà di stupende farfalle esotiche. Dall’altra parte del vivace paese, merita una sosta anche la scenografica plaza de l’ayuntamiento, circondata da edifici candidi, con tanto di scalinata monumentale e statue. Con lo splendore della luce canaria e il rigoglio della vegetazione, bisogna dire che tutto sembra più bello. Masca Bella ma impegnativa (se siete voi alla guida) l’escursione a Masca, un paesino di poche case incastonate tra le montagne del Teno a circa 600 metri di altitudine, che offre scorci verso l’oceano e palme e fiori in mezzo alle montagne. Bellissimi scorci panoramici offrono le strade che conducono al villaggio; dai miradores si vede il mare, il Teide, le montagne e si scorgono i profili di La Gomera e La Palma, due delle isole a ovest di Tenerife. Il prezzo da pagare sono strade tortuose e strette, ma ne vale la pena. Se non vi interessano invece le cittadine storiche e volete stare sul mare, la vostra scelta potrebbe cadere su Playa Santiago o Los Gigantes, che offrono alloggi e spiagge vicino alle scenografiche omonime scogliere.
Musei Se il mare, il cielo, le spiagge e le montagne infine non vi bastano e avete voglia di cultura, e di approfondire la conoscenza di Tenerife, sull’isola troverete diversi musei che potrebbero fare al caso vostro; ce ne sono un po’ per tutti i gusti (e forse più di quelli che vi aspettereste): di arte classica e contemporanea, di storia locale, di etnografia e antropologia, scientifici, militari, religiosi, e così via, oltre a quelli dedicati alle produzioni locali come carpenteria, ceramica, vino (nella zona vinicola di Tacoronte). La concentrazione maggiore di musei si trova a Santa Cruz (che vanta anche un bel centro espositivo e una modernissima biblioteca) e a La Laguna. Non potete andarvene da Tenerife senza avere effettuato questa escursione al vulcano che superando i 3700 metri di altezza costituisce paradossalmente anche la montagna più alta di Spagna, oltre che il terzo vulcano più alto al mondo. Se salite in auto avrete la possibilità di fermarvi ai numerosi miradores distribuiti tra oceano e montagna; ma è possibile servirsi anche dei bus che partono da Puerto de la Cruz (bus 348) e da Playa de las Americas (bus 342). In entrambi casi c’è un’unica corsa per l’andata (alle 9.30) e un’unica per il ritorno (alle 16). Per la tratta del Teide non vale in Bonobus, il biglietto di andata e ritorno costa circa 12 euro. Tenete conto che può valere la pena di salire al Teide anche se sulla costa il cielo è nuvoloso: le nubi stazionano in genere sui 1600-1700 metri e al di sopra si sbuca nel sole, con una vista che dalla cima si estende su tutta l’isola e sull’intero arcipelago. Se vi fermate a dormire in quota, pare che il cielo stellato sia incredibile. Salirete quindi lasciandovi alle spalle un ambiente subtropicale e attraversando vari paesaggi e zone di vegetazione, fino ad addentrarvi nella corona forestal, un anello di fitte pinete che circonda il complesso del Teide (lungo la strada, salendo da Puerto, sulla vostra sinistra, avrete ad un certo punto anche l’occasione di vedere un grosso masso trasformato dall’erosione in una gigantesca margherita). Da qui in poi, per decine di chilometri, in area protetta, non esistono più edifici, se non il piccolissimo gruppo di costruzioni a El Portillo, dove si trova il centro visitatori. Raggiunta quota 2200 metri, si può prendere una teleferica che porta fino a quota 3555, sotto l’estremità del cono vulcanico. A noi stavolta (a differenza di quando siamo venuti qui nel 2001) non è stato permesso: malgrado la giornata soleggiata, limpida e cristallina, el teleferico era fermo causa vento. Siamo rimasti stupiti, ma poi le raffiche che ci avrebbero investito durante le nostre passeggiate ci avrebbero convinto dell’opportunità della decisione. Quindi: la salita sulla cima offre viste impagabili; ma, rimasti a bordo del bus fino all’isolato parador (bar con terrazza all’aperto, negozio souvenir, ristorante a buffet, servizi igienici), ci siamo consolati con delle belle passeggiate tra i paesaggi del parco, percorrendo in parte due sentieri, quello delle Roques de Garcia (che passa tra l’altro accanto alla roccia più famosa, el roque Chinchado, erosa alla base) e quello delle Siete Canadas, tra vegetazione stopposa, formazioni rocciose dalle strane forme e rocce aspre e dalle colorazioni fantastiche, che vanno dal giallastro all’arancio, al rossastro, al verdastro, al violaceo, al grigio, al nero. Alcune passeggiate, sebbene su sentieri naturalmente accidentati, sono alla portata di tutti (se ovviamente non si hanno particolari problemi di mobilità); sono però possibili trekking su percorsi più impegnativi e lunghi e in diversi punti inoltre gli appassionati possono dedicarsi ad arrampicate su pareti verticali e piuttosto scenografiche. Nel caso, attrezzatevi e tenete conto (ma ve ne accorgerete immediatamente: la cima è visibile da un gran numero di punti dell’isola) che d’inverno sul Teide può anche nevicare...
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AutoreAl nostro ottavo viaggio alle Canarie, è arrivato il momento di dare qualche consiglio di viaggio. Per Capodanno 2018 siamo stati nel nord di Tenerife: ecco qualche suggerimento per la visita, da parte di Mauro e Alessandra. ArchiviCategorie
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