Julián, che vive e recita a Madrid, rinuncia a curare un male incurabile e si prepara a vivere da uomo gli ultimi giorni di vita e a sciogliere i suoi ultimi nodi: sistemare l’amato cane (l’eponimo Truman), congedarsi dal figlio lontano. L’amico di sempre, Tomás, parte dal Canada per tributargli un ultimo saluto. Gay racconta con sobrietà e perfino azzardando qualche tocco di malinconico umorismo i pochi giorni che i due trascorrono insieme, senza preoccuparsi di raccontarci il retroterra della loro amicizia, e senza costringerci alla commozione con il patetismo a tutti i costi. Film di dialoghi (ma anche di cose non dette) e di attori, che chiama a lavorare sotto le righe e attraverso le sfumature due mattatori come l’argentino Darín (Il segreto dei suoi occhi) e lo spagnolo Cámara (Parla con lei). Ai Goya ha sbancato aggiudicandosi i premi per il miglior film, la regia, la sceneggiatura e per entrambi gli attori protagonisti.
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AutoreRaggruppo su questa pagina alcuni articoli comparsi su Segnocinema e riguardanti film visti nel 2016 e firmati Mauro Caron. Archivi
Marzo 2023
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