JAZZMI 2019Come avevo già avuto modo di dire in precedenza, una delle cose belle di JazzMi, oltre alle cose fantastiche che fa come portare a Milano i grandi e i grandissimi del jazz e dare a molti musicisti meno conosciuti la possibilità di esibirsi e di farsi ascoltare e conoscere, è anche quello di scoprire, soprattutto grazie ai concerti free dei musicisti giovani o emergenti, luoghi nuovi e mai visti al di fuori dei teatri e dei club. Quest'anno per noi è stata la volta della Casa Verdi, che non avevamo mai visitato prima, casa di riposo per musicisti, con il suo stile eclettico di fine Ottocento (si percepisce l'art nouveau alle porte), e della Fonderia napoleonica Eugenia, un edificio di archeologia industriale dove sono state fuse tra le altre cose le campane di San Marco a Venezia e la statua di Vittorio Emanuele in piazza Duomo a Milano. Nella suggestiva atmosfera della prima abbiamo ascoltato due concerti: il primo tenuto dalla giovane Lazy Sloths Jazz Band, che, con una formazione vintage composta da chitarra, basso tuba, banjo e sax e minimegafono, propone un repertorio che parte dai gospel, passa da Django Reinhardt, ripercorre qualche standard e arriva fino alle colonne sonore tinte di dixie come Hello Dolly o la canzone di Baloo ne Il libro della Jungla. Il portavoce del gruppo invoca continuamente qualche ballerino, ma il nome stesso del gruppo confessa anticipatamente che occorrerebbe un po' più di ritmo e di energia per attirare alla danza. Si rimane ancorati agli anni '20-30 con il secondo concerto, che ha per protagonisti Cosimo and the Hot Coals, un gruppo da noi già conosciuto ed apprezzato: Cosimo sempre più bravo e sicuro alla voce e alla tromba e i Carbono Ardenti solido e affiatato con Martin Di Pietro al piano, propone standard immortali (doppiando When You're Smiling già eseguita dai Lenti Bradipi nel set precedente), classici di New Orleans, brani creoli in cui il gruppo gioca con la partecipazione del pubblico come Eh la bas, e anche qualche composizione originale come quella dedicata a Ferruccio. Sala strapiena e pubblico largamente soddisfatto. Rimaniamo ancora nel periodo '35-45 con la Lucy's Pie Tiny Orchestra, con Beatrice Arrigoni alla voce che rende omaggio alle grandi cantanti di quegli anni, da Anita O'Day a Billie Holliday e Nina Simone, con un repertorio e uno stile eleganti e raffinati - intonato all'ambiente del bar dell'Hotel Hilton - senza troppo audacia, con il prezioso contributo al sax di Sophia Tomelleri. Alla Casa di riposo per artisti “Giuseppe Verdi”, in un salone strapieno e che mette soggezione, si esibiscono invece i Kind of Glue. Gruppo molto giovane, formatosi al Conservatorio, con un repertorio contemporaneo (che comprende anche composizioni di Metheny e Hancock) piuttosto ambizioso ed impervio, soprattutto dal punto di vista vocale. Bravo il pianista.
Nello spazio elegante e luminoso del Volvo Studio, affezionato partner di JazzMi (ma non molto capiente, purtroppo), si esibiscono con un repertorio originale Gaetano Partipilo & the Boom Collective. Jazz contemporaneo, energico, dove brillano gli assoli di sax del titolare e la voce potente e profonda di Angela Esmeralda che, insieme alla tastierista, sfoggia un look piuttosto hot per il novembre meneghino. Il brano iniziale, condito di elettronica, è un po' spiazzante, ma poi il gruppo conquista il pubblico. Sempre al Volvo si esibisce il duo composto dall'albanese violoncellista Redi Hasa, salentino d'adozione, e il pugliese Rocco Nigro alla fisarmonica. Tra spazialità ambient e musica popolare, tra astrazione e sonorità mediterranee, il duo sfiora l'Argentina con una milonga che rende omaggio al bandoneista Dino Saluzzi e poi sia addentra decisamente nelle atmosfere balcaniche: da Ruga (dedicata alle strade di Tirana) in poi il ritmo e il virtuosismo crescono portando al climax l'entusiasmo del pubblico. Già finito, purtroppo, appuntamento al 2020.
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AutoreMauro Caron possiede, tra i suoi molti talenti, quello della culturagenerale. Tra gli altri suoi pregi, è superficiale, non sa parlare in pubblico (intendendosi per pubblico assembramenti di persone da una in su) - ecco perché la scelta del blog -, è pigro ed incostante - ecco perché il blog non durerà. Archivi
Aprile 2024
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