GREEN BOOK di Peter FarrellyLeggi prima Tutto bene su Hollybloog C'è che Peter Farrelly abbandona il politicamente scorretto che aveva reso nuovo e popolare il suo cinema, perdendo per strada anche il fratello Bobby, che finora aveva sempre coprodotto i suoi film, oltre che codirigerli in molte occasioni. Non è un male in sé; non ho mai amato il cinema dei Farrelly, che per il mio gusto eccedeva in scemenza e volgarità. Qui però rischiamo di trovarci nel campo del racconto morale edificante. I due personaggi vengono tratteggiati in chiaroscuro (Tony è troppo violento, culturalmente razzista, ignorante e arruffone; Don è snob, un po' spocchioso, e gay - “nessuno è perfetto” avrebbe chiosato Billy Wilder con il beneplacito di Tony “Lips”); ma nessun spettatore dubita mai fin dal primo istante che i due rappresentano personaggi entrambi positivi, e che tra loro sboccerà un'amicizia sincera e duratura. E' una storia vera, si obietterà, quindi cosa c'è da dire. E sia, ma sembra che Hollywood abbia una sospetta predilezione per affrontare la questione afroamericana adottando i colori pastello del passato, se non addirittura quelli seppia dell'epoca schiavista ottocentesca. Storie vere e anni '50-60, il modello di successo è un po' quello de Il diritto di contare (dove si aggiungeva la discriminazione di genere a quella razziale): guardiamoci indietro, e guardiamo come erano assurdamente e odiosamente razzisti i nostri antenati! Mica come adesso. Adesso che l'America è moderna, emancipata, democratica, aperta. Adesso che c'è Trump. Ah, vi siete accorti anche voi che c'è qualcosa di stonato? Spetta al solito arrabbiato Spike Lee, lui che afroamericano lo è davvero, che è “nero abbastanza”, prendere sì una storia vera, tirarla sì fuori dal passato (ma siamo un significativo passo più avanti, negli anni '70), far sì divertire lo spettatore con BlaKkKlansman, ma a denti stretti, a mente sveglia, facendo cortocircuitare lo ieri del ku klux klan con l'oggi, quando i suoi slogan vengono ripetuti dalle labbra del Presidente in persona; e i tempi in cui i neri venivano linciati senza tante storie all'oggi, quando i suprematisti bianchi riprenderebbero volentieri queste simpatiche tradizioni, quando i ghetti esistono ancora, e quando ancora troppi ragazzi neri rimangono morti sull'asfalto in dubbie circostanze. Certo, ci vuole coraggio per cambiare il cuore della gente. Speriamo che Hollywood ne trovi abbastanza. E che, come Spike, faccia la cosa giusta. Puoi leggere una mia recensione più estesa sul numero di marzo di SegnoCinema.
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Dr. Caron e Mr. NoracRicordate quel film di John Woo in cui Travolta e Cage si scambiavano le facce e così il buono aveva la faccia del cattivo e il cattivo aveva la faccia del buono? e poi il cattivo si sfregia la faccia da solo in modo che il buono non possa più riavere la propria faccia e poi il buono colla faccia da cattivo uccide il cattivo colla faccia da buono e così via? Archivi
Novembre 2023
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