Dopodiché otto giorni sono davvero pochi per capire qualcosa o poter dare dei giudizi su questo paese immenso e alieno, di cui abbiamo visitato solo una piccola parte, scorci di Delhi, di Agra, di un pezzo di Rajasthan. I luoghi che in genere vengono visitati da un turista alla sua prima visita in India, ma con alcuni interessanti fuori programma lungo il percorso. Non siamo pentiti di aver scelto la formula del viaggio organizzato. Innanzitutto siamo stati fortunati: eravamo un gruppo di nove (in movimento con un pulmino da 15), in cui erano presenti diverse tipologie (coppia anziana, coppia matura – noi-, coppia giovane, coppia di amiche - separata e single - e un single maschio a sparigliare il numero), provenienti da varie città (Sesto, Milano, provincia di Pavia, Brescia, Padova, Roma) e da varie agenzie turistiche: tutte persone simpatiche, puntuali, non invadenti e senza troppe menate. Ci accompagnavano la guida/accompagnatore (molto premurosa e attento alle esigenze di ciascuno), un assistente dall’aria mesta e taciturna (Alessandra lo battezza Mortimer e il nome viene automaticamente adottato da tutti), e l’autista di turno (per vari motivi ne abbiamo cambiati tre, uno dei quali a dire il vero non sapeva guidare, andava pianissimo, si faceva superare anche dai mezzi pesanti e quando toccava a lui sorpassare lo faceva aumentando la marcia e perdendo in ripresa). Tutti indiani (il solo a cavarsela con l’italiano è la guida), dal momento che gli operatori italiani non possono operare direttamente in India ma devono appoggiarsi ad agenzie indiane, nel nostro caso la Sita.
Poi perché in un paese così diverso e complesso, dove regole, modi di comportamento, lingue (quelle ufficiali sono 22), scrittura, cibi, ecc. sono così differenti da quelli a noi abituali, avere una guida e un filtro aiuta certamente a interpretare cose e situazioni e ad adottare un comportamento non scorretto. La presenza della guida è poi sicuramente utile a fare da filtro con le richieste “economiche” provenienti da venditori, facchini, portieri, artisti di strada, mendicanti, ecc. Di comune accordo, è stata consegnata alla guida la somma standard di 40 euro a testa, che lui ha utilizzato per far fronte a tutte le richieste, sollevandoci dell’imbarazzo o da piccoli esborsi continui. C’è da dire peraltro che, aggiungendo le somme convenzionali per le mance a guida, assistente e autisti, la somma extra quota spesa in mance assume una consistenza significativa. La formula del viaggio organizzato inoltre rendeva tutto più comodo e veloce: non solo nel senso ovvio che non si perde tempo a cercare alberghi, ristoranti, mezzi di trasporto, informazioni, luoghi e monumenti, ma anche perché trovare dopo ogni visita, con temperature diurne che superavano regolarmente i 40 gradi, il pulmino pronto, rinfrescato dall’aria condizionata e con il wifi sempre disponibile, rendeva il viaggio molto meno faticoso e più confortevole. Sarà ovvio e banale, ma sono comodità alle quali noi, viaggiatori indipendenti per vocazione e abitudine, non siamo abituati. Last but not least, bisogna dire inoltre che il viaggio è stata l’occasione per soggiornare in alberghi di categoria per noi (abituati alle peggiori stamberghe di Caracas... tanto per dire) decisamente inconsuete. Il che in questo caso voleva dire innanzitutto sicurezza (teorica, in quanto qualche problemino post-viaggio l’abbiamo comunque avuto ) riguardo a igiene, cibi, acqua. Ma poi ha voluto dire soggiornare in strutture davvero belle; alcune appartenenti a catene internazionali (Radisson a Delhi, Hilton a Jaipur e Agra), ma altre erano collocate all’interno di vere dimore storiche, imponenti fortezze antiche ricche di fascino e di storia, come il Castle Mandawa, in un bel castello con i cortili interni decorati di affreschi, o il Fort and Dunes di Khimsar, una fortezza del ‘500, che offre però in alternativa anche dei bungalow nella quiete, nel silenzio e nella sabbia del deserto. Ci sarà anche dell’esotismo kitsch, ma noi nei nostri brevi soggiorni non siamo in grado di coglierne i difetti, abbagliati dalla bellezza e dall’eleganza degli hotel, sicuramente tra i più belli in cui abbiamo soggiornato nella nostra vita. Le camere sono degli appartamenti, con un letto matrimoniale a baldacchino a disposizione per ciascuno; i cortili sono splendidi; la vegetazione curatissima e lussureggiante; le piscine (ahinoi, inutilizzate, visti i nostri orari di arrivi-partenze) estremamente invitanti. Al Fort assistiamo a spettacoli tradizionali di danza e ceniamo romanticamente (ci siamo pressoché solo noi) a lume di lanterna e sotto le stelle, sui bastioni del forte. Tra le particolarità degli altri alberghi, il giardino acquatico al centro del cilindro del Radisson, che ha per copertura una grande stella e ricorda un po’ la Potsdamer Platz di Berlino; i bagni a vista con intere pareti vetrate (ma c’è anche la tenda se proprio siete così pudichi o tenete alla vostra privacy, almeno sotto la doccia o nella toilet), lo schermo di dimensioni cinematografiche (su cui scorrono le immagini di partite di cricket) sul tetto dell’Hilton di Agra... Di varia classe i ristoranti dove abbiamo mangiato, alcuni a loro volta molto belli, con giardini e ambienti affrescati. Detto questo, è un viaggio organizzato. Il che in definitiva vuol dire vedere i posti con l’ottica di un altro, di chi ha steso il programma e/o della guida che ti accompagna. Crearsi gli itinerari, cercarsi i posti e le informazioni, utilizzare i mezzi di trasporto locali, mescolarsi con la gente, viaggiare con la propria testa e guardare con i propri occhi, è estremamente più faticoso ma anche fonte di impagabili gratificazioni. Una cosa che rimpiango, ad esempio, è che i bellissimi alberghi di cui sopra erano collocati in zone che definire periferiche sarebbe un eufemismo. Lontano da Dio e dagli uomini forse rende più l’idea. Il che vuol dire che era impossibile fare quattro passi in città la sera. Ci abbiamo anche provato, con frustrazione. La sensazione era di essere talmente lontani dai centri cittadini che anche l’eventualità di prendere un taxi e farsi portare in centro sembrava impraticabile...
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AutoreMauro e Alessandra fanno un giretto in India. Aprile 2017. ArchiviCategorie |